GIACOMO RONDINELLA: VOCE ANTICA, VOCE AMICA « Munasterio ‘e Santa Chiara/ tengo ‘o core scuro scuro ». Dieci anni fa, il 26 febbraio 2015, i cuori di tutti i napoletani, uomini e donne, giovani e vecchi, si tinsero di scuro rallentando i loro battiti, mentre la voce di Giacomo Rondinella si affievoliva piano piano, dissolvendosi nell’aria. Perché quella voce lì, così sentimentalmente napoletana, l’avevano ascoltata tutti. E se la prima incisione fu Munastiero ‘e Santa Chiara e la più celebre nientepopodimeno che Malafemmina di Antonio De Curtis (in arte Totò), si potrebbero citare decine e decine di canzoni che l’ugola di Rondinella sospinse nel vento, attraverso l’Oceano, dal golfo di Napoli alle Americhe. Canzoni conosciute da tutti, cantate da tutti e amate da tutti. Classe 1923, figlio d’arte, un passato da marinaio nel battaglione “San Marco” durante la guerra e da boxeur di infelici speranze, dai microfoni di Radio Napoli nel ’44 capì che il suo destino ...