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Visualizzazione dei post da febbraio, 2020
OTTANT'ANNI PER GLORIA PAUL: ICONICA SOUBRETTE  Non si può dimenticare chi è indimenticabile. Chi ha lasciato un segno con la sua presenza, fatta di bellezza e di bravura. Gloria Paul è stata una grande soubrette ed attrice che ha vissuto sulla cresta dell'onda tra gli anni '60 e '70, trovando in Italia la sua terra promessa. Britannica, di Londra - dove è nata il 28 febbraio 1940 - la Paul comincia a calcare i primi palcoscenici da bambina, come promettente ballerina di danza classica. Il suo talento la porta lontano. Infatti, finiti gli studi superiori, entra a far parte delle Bluebell Girls, la nota compagnia di ballo che si esibiva nel famoso locale Lido di Parigi. Successivamente è Prima ballerina della "Alaria Ballett", partendo per una tournée che la portò a Roma nel 1961. Alta, mora, bella e sensuale, si fa notare per il suo fisico statuario tanto da essere richiestissima dal cinema. Gloria Paul diventa così la "bella e impossibile"
MARIO MATTOLI: IL PIU' BEL CINEMA COMICO DEL MONDO  Più di trent'anni di carriera, ottantadue film e un successo di pubblico straordinario. E se la critica, in vita, non gli ha mai dato troppa considerazione, Mario Mattòli resta uno dei più brillanti registi del Novecento, autore di produzioni comiche alcune delle quali divenute veri cult del cinema italiano.  Di origini nobili, Mattòli nacque a Tolentino (Macerata) il 30 novembre 1898, da una famiglia originaria di Bevagna (Perugia). Dopo essersi laureato in giurisprudenza, entrò nel mondo dello spettacolo come consulente legale dell'impresa teatrale Suvini - Zerboni. Ben presto, bazzicando dietro le quinte, tra attori e comparse, copioni e costumi, Mattòli prese consapevolezza della sua passione per il teatro tanto che - dopo aver lavorato come segretario per i suoi datori di lavoro - fondò una propria impresa, la "Za-bum", nel 1927. Nella sua rivista, vennero lanciati attori come Vittorio De Sica, Al
SANDRO PERTINI, IL PRESIDENTE "AMICO" Sono passati trent'anni dalla sua scomparsa eppure, nella memoria collettiva, è ancora il più ricordato ed amato tra i capi di Stato italiani: Sandro Pertini. Il presidente che "dietro i vetri un po' appannati fuma la pipa", come cantava Antonello Venditti in "Sotto la pioggia". E sembra quasi di vederlo, ascoltando quel brano. Dietro una finestra a fumare la sua pipa, col fumo che sale su a coprirgli il volto, serio ma cordiale, incorniciato da un paio di occhiali oscurati. La sua vita - cominciata a San Giovanni Stella (Savona) il 25 settembre 1896 - lo ha visto protagonista assoluto della vita politica italiana fin dalla Prima Guerra, quando combatté sull'Isonzo guadagnandosi una medaglia d'oro al valore. E poi la Resistenza, l'esilio sotto il Regime, l'arresto da parte delle SS. Fu inoltre membro del CLN, il Comitato di Liberazione Nazionale, organo che diresse i vari grupp
GIOVANNI ONORATO: "L'ILLUSTRE"  DIMENTICATO Forse il suo nome è noto più per la sua progenie che per la personale attività artistica. Eppure, Giovanni Onorato, attore italiano scomparso esattamente sessant'anni fa, ha avuto una carriera di tutto rispetto: attore teatrale, doppiatore ma anche attore cinematografico, noto soprattutto per aver partecipato alla saga di "Don Camillo". Siciliano, di Palermo - dove nacque il 7 febbraio 1910 -, Onorato si formò in teatro, calcando il palcoscenico fin dagli anni '30 con diverse compagnie, tra cui quella di Michele Abbruzzo. Sul grande schermo esordì nel 1937, con una piccola parte ne "Il dottor Antonio" di Enrico Guazzoni. Da lì, per circa vent'anni, Giovanni Onorato, col suo volto austero e corrucciato e lo sguardo penetrante, divenne un caratterista ricorrente del cinema, prendendo parte anche a produzioni importanti, come "Tombolo, paradiso nero" (1947), accanto ad Aldo Fabrizi
UNA "DOMENICA D'AGOSTO" DEL DOPOGUERRA  Si stava meglio quando si stava peggio? La risposta a questa domanda è sì, se vogliamo dar retta all'atmosfera ingenua, povera ma ottimista che traspare dagli occhi dei protagonisti di una delle più belle - a mio avviso - pellicole del Dopoguerra: "Domenica d'agosto". Il film rappresenta l'opera prima di Luciano Emmer, indimenticabile regista italiano qui al suo primo lungometraggio dopo numerosi documentari di successo. Inoltre, questo film rappresenta anche l'esordio alla produzione di Sergio Amidei, autore del soggetto e della sceneggiatura - quest'ultima realizzata in collaborazione con Emmer, Franco Brusati, Giulio Macchi e Cesare Zavattini.                                                       Anna Baldini (Marcella) e Franco Interlenghi (Enrico). Il racconto comincia in una calda domenica estiva - il 7 agosto per la precisione - a Roma, dove centinaia di persone, molte delle quali di
"CAFE' EXPRESS": IL DOLCE/AMARO "AROMA" DELLA VITA Il 16 febbraio 1980 veniva distribuito nelle sale italiane "Café Express": un film comico ma anche amaro e malinconico che mette in risalto il dramma di un uomo costretto ad arrangiarsi pur di campare. Il film è diretto da Nanni Loy, grande regista ed inventore - si può dire - della " candid camera " con programmi come "Specchio segreto" e "Viaggio in seconda classe". Proprio in quest'ultimo, infatti, Loy intervistava alcuni viaggiatori sui treni italiani e, tra questi, un venditore abusivo di caffè con un braccio paralizzato che gli diede l'ispirazione per il personaggio del film. Il ruolo del protagonista è affidato ad un "asso" della commedia all'italiana, Nino Manfredi che partecipò anche alla sceneggiatura del film, insieme a Nanni Loy e ad Elvio Porta - curatore anche del soggetto insieme al regista.                                      
CHARLES M. SCHULZ, UN "BAMBINO DALLA TESTA ROTONDA" E IL SUO SOGNO Avere un talento da piccoli e non coltivarlo è davvero un grave peccato. Io, ad esempio, ho sempre amato le storie, i racconti e mi è sempre piaciuto scrivere e disegnare. Col tempo - anche se non del tutto - ho lasciato il disegno concentrandomi maggiormente sulla scrittura e questo blog ne è la prova. Oserei dire che è necessario portare avanti le proprie passioni se ci teniamo ad essere felici. Se poi andiamo ancora oltre, facendo si che i nostri desideri d'infanzia si concretizzino e diventino la nostra missione di vita, allora possiamo davvero considerarci pienamente realizzati. E proprio così si sentiva Charles Monroe Schulz, l'ideatore di un vero e proprio mondo animato che per circa cinquant'anni ci ha regalato momenti d'allegria e spunti di riflessione sul bene e sul male. Il "mondo" a cui faccio riferimento è quello dei Peanuts, protagonisti di una lunga serie a f
FLAMINIA JANDOLO, "L'ANIMA" DEI NOSTRI SOGNI Non ci poteva essere miglior "scrigno" del suo volto - rotondo e grazioso - per la sua voce: tenera, dolce, ma anche briosa e decisa. Flaminia Jandolo, indimenticabile doppiatrice italiana, è stata senza dubbio la "voce giovane" più utilizzata dal cinema italiano, che seppe anche dare la giusta caratterizzazione a numerosi personaggi del cinema d'animazione. Nata a Roma l'11 febbraio 1930, la Jandolo proveniva da una famiglia di artisti. Suo padre Mario era un antiquario di Via Margutta. Sua madre, invece, era la nota scrittrice Rina De Felice. Dopo la prematura scomparsa del padre, era ancora una ragazzina quando, spinta dallo zio Augusto Jandolo - poeta romanesco -, venne messa sotto contratto dalla Rai come lettrice di alcuni racconti radiofonici per ragazzi. Proprio lì conobbe il suo futuro marito, il dialoghista Alberto Piferi - da cui ebbe i figli Leonardo e Susanna, anch'essi dia
ADDIO A KIRK DOUGLAS: EROE MITICO, LEGGENDA IMMORTALE Per tutti noi ha rappresentato l'eroe: forte, invincibile, in grado di spuntarla sempre in ogni avversità. Questa volta, però, Kirk Douglas - indiscussa leggenda hollywoodiana - ha dovuto deporre le armi, dopo una battaglia durata centotré anni. E la sua vita è stata "cinematografica" dentro e fuori lo schermo. Una vita di riscatto, la sua, cominciata ad Amsterdam, nello stato di New York, il 9 dicembre 1916, da una famiglia di ebrei russi. Proprio lì, nella sua famiglia Kirk Douglas (che in realtà si chiamava Issur Danielovitch) cominciò la sua battaglia: si mise a lavorare per mantenersi agli studi, si laureò in Lettere e riuscì, per merito, ad entrare all'American Academy of Dramatic Arts di New York. Dopo aver esordito in teatro a Broadway, all'indomani della seconda guerra mondiale, Douglas debuttò sul grande schermo nel 1946 nel film "Lo strano amore di Marta Ivers" di Lewis Milesto
" L'AMARO" INGANNO DI UNA "DOLCE VITA" "La poesia bisogna sentirla, non capirla", diceva Giovannino Guareschi (il papà di don Camillo). Ebbene, credo che questa massima valga ancor di più per l'intera opera cinematografica di Federico Fellini e per quella che è considerata la migliore e senza dubbio la più conosciuta: "La dolce vita".                           Marcello Mastroianni ed Anita Ekberg nella famosa scena della fontana di Trevi. Il film, oggi considerato un capolavoro del cinema di tutti i tempi, fece la sua comparsa nelle sale  nazionali proprio in questi giorni, sessant'anni fa esatti. Nella notte tra il 2 e il 3 febbraio 1960, l'anteprima romana, due giorni dopo quella milanese. La pellicola che consacrò "stelle" come Marcello Mastroianni (che guadagnò un Nastro d'argento come miglior attore protagonista) ed Anita Ekberg, sollevò un polverone. Fischi, applausi ed insulti (anche uno sputo i
IL "MITO" BUSCAGLIONE È l'alba del 3 febbraio 1960. La fine di una notte come tante, immersa nella musica, tra "whisky facile" e belle donne. Attraverso una nebbia sottile, una grossa auto americana sfreccia per le strade dei Parioli, a Roma. A bordo di quell'auto, un grande artista della musica del tempo, un finto duro dal cuore tenero, un amante del jazz e dello swing : Fred Buscaglione. Sta correndo molto, ad oltre cento all'ora, verso il suo albergo al termine di una serata in un night, dopo l'ennesima notte in bianco passata a suonare. Una passione, quella per la musica, nutrita fin da piccolo, quando era un bambino discolo e irrequieto, figlio di povera gente di provincia stabilitasi a Torino, dove lui nacque il 23 novembre 1921. Inizialmente, frequenta il Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, ma ci rimane poco. Un po' perché la musica classica non è certo la sua predilezione e poi perché la sua famiglia non può mantenerlo. Così,
ROMOLO VALLI: OLTRE IL "SILENZIO" Fu un artista con la "A" maiuscola: un indiscusso protagonista del teatro nazionale, interprete di indimenticabili pièce. Ma il nome di Romolo Valli è anche legato al cinema, nel quale ebbe una discreta popolarità ottenendo anche importanti riconoscimenti. Sono passati quarant'anni dalla sua scomparsa - avvenuta in un incidente stradale il 1° febbraio 1980 -, eppure la sua presenza - distinta, affabile, elegante -, rimane indelebile nella mente di chi lo ha visto non solo al cinema ma soprattutto in teatro, la sua grande passione. Cominciò a recitare giovanissimo, nella sua Emilia (nacque infatti a Reggio il 7 febbraio 1925), ancor prima di prendere la laurea in giurisprudenza per accontentare i desideri paterni. Esordì ufficialmente in teatro nel "Miles gloriosus" grazie alla compagnia "Il Carrozzone" di Fantasio Piccoli. Tre anni dopo, entrò invece al "Piccolo" di Milano sotto la direzione