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Visualizzazione dei post da dicembre, 2019
GLAUCO ONORATO: INDIMENTICABILE "VOCE" DEL CINEMA ITALIANO La sua carriera lo ha visto diviso tra teatro, cinema e televisione, ma ciò che lo ha reso popolare è stata la voce. Sono infatti passati ben dieci anni dalla scomparsa di Glauco Onorato ma la sua voce - profonda e rude - continua a ronzarci nelle orecchie. Storico doppiatore di Bud Spencer, nel corso della sua lunga carriera ha impersonato grandi star di Hollywood ma anche molti personaggi animati. Figlio d'arte - entrambi i genitori, Giovanni Onorato e Graziella Ceri, erano attori -, Glauco Onorato nacque a Torino il 7 dicembre 1936. Dopo aver frequentato l'Accademia d'arte drammatica di Roma, esordì in teatro nel 1958 in  "Uomini e topi" di Enzo Ferrieri, accanto a Luigi Vannucchi.   Un giovanissimo Glauco Onorato con Luigi Vannucchi in "Uomini e topi".                                        Nello stesso periodo intraprese anche la sua carriera da doppiatore, entra
AUGURI E...FIDUCIA! "Non mi sento come tutti si aspettano che io mi senta". A dirlo è Charlie Brown - il personaggio nato dalla matita di Schulz - al suo amico Linus, in una vignetta in cui si parla della gioia che il Natale dovrebbe portare con sé. Ma non è facile essere felici quando ci si sente "costretti" ad esserlo, perché ce lo impongono le circostanze, la tradizione e chi ci sta intorno "si aspetta" che sia così. Non è facile far finta di niente, ostentare allegria, quando invece, dentro, ci si sente spossati e insoddisfatti. Proprio in momenti come questi, in cui si respira un clima di festa, ci si può sentire inadeguati. Ci si ritrova con amici e parenti, ci si confronta con gli altri, ci si paragona e - spesso ingiustamente - ci si sente sotto accusa. In più, non bisogna mai dimenticare la differenza tra "tempo esterno" e "tempo interno". Anche durante le feste la nostra "vita interiore" può vivere momenti
CHET BAKER: "SOFFIO" SENSIBILE DI UN ANIMO TRISTE  È stato uno dei più grandi trombettisti jazz del mondo. Con la sua "faccia d'angelo" e quell'animo malinconico che fuoriusciva ad ogni singola nota, Chet Baker ha trasformato la propria inquietudine, i propri pensieri tristi in musica. Musica che, si può dire, cominciò a "respirare" fin dalla nascita, a Yale, nell'Oklahoma - dove nacque il 23 dicembre 1929. Chesney Henry Baker era infatti figlio di un chitarrista professionista. Fu proprio il padre a mandarlo alla Glendale Junior High School, per studiare musica. Cominciò a suonare il trombone - regalatogli dal padre -, per poi passare alla tromba in quanto più maneggevole per lui. La costanza non fu mai il suo forte: lasciò la scuola, si arruolò nell'esercito suonando nella banda, prima a Berlino (dove fu inviato), poi a San Francisco, nella Sesta Armata. In quegli anni, però, imparò bene a suonare la tromba, e così - congeda
VIRGILIO SAVONA, "L'ANIMA" DEI "CETRA" E DELLA CULTURA ITALIANA Spesso è "semplicemente" ricordato come uno dei fondatori del Quartetto Cetra, il complesso swing composto da Felice Chiusano, Lucia Mannucci e Tata Giacobetti. Proprio con quest'ultimo infatti, Virgilio Savona ha realizzato musiche e testi di centinaia di brani del quartetto, ma non solo: ha anche avuto una parallela carriera come compositore, divulgatore musicale e cantautore "impegnato". Savona, nato a Palermo - il 21 dicembre del 1919 - ma cresciuto fondamentalmente a Roma, dimostrò un talento precoce. Cominciò a studiare musica a soli sei anni e ad appena dieci esordì in radio suonando al pianoforte. Dopo il diploma di maturità, fu ammesso al sesto anno di pianoforte al Conservatorio Santa Cecilia di Roma, sotto la direzione del maestro Renzo Silvestri. L'anno della svolta fu il 1940 quando, al Teatro Valle di Roma, conobbe il Quartetto Egie, complesso cos
ADDIO A CLAUDINE AUGER: BELLEZZA E SENSUALITA' DEL CINEMA ITALIANO. La bellezza non è tutto, si sa, ma ha pur il suo peso. Ebbene, mercoledì scorso è venuta a mancare una grande "bellezza"  del nostro cinema. Infatti, è proprio in Italia che Claudine Auger, attrice francese, ha riscosso grande popolarità a cavallo tra gli anni '60 e '70, spesso in ruoli "piccanti". L'attrice è morta a Parigi - dove era nata il 26 aprile del 1941 -, come è stato comunicato dalla sua agenzia, Art Time. Arrivata seconda al concorso di "Miss Mondo" nel 1958, la Auger esordì nel cinema l'anno successivo, ne "Il testamento di Orfeo" di Jean Cocteau.                         Claudine Auger con Sean Connery in "Agente 007 - Thunderball (Operazione tuono)". Alta, bella, sensuale, divenne un vero e proprio sex-symbol, soprattutto dopo la sua partecipazione, nel 1965, al quarto film della saga di James Bond, "Agente
DESMOND LLEWELYN, IN ARTE "Q" Se si parla di lui non si può non far riferimento al suo alter ego , il maggiore "Q":  "l'ombra" di James Bond, il suo angelo custode, inventore di diavolerie che hanno sempre avuto un ruolo fondamentale in tutte le missioni dell'agente segreto più famoso del mondo. Desmond Llewelyn, attore britannico scomparso esattamente vent'anni fa, ha interpretato il capo del laboratorio "Q" del MI6 (il servizio segreto britannico) per oltre trent'anni e in ben diciassette pellicole della fortunata saga di 007, l'agente segreto nato dalla penna e dall'estro di Ian Fleming negli anni '50. Nato a Newport, nel Galles, il 12 settembre del 1914, Llewelyn esordì nel mondo dello spettacolo negli anni '40, dopo aver frequentato la scuola d'arte drammatica di Londra. Cominciò col teatro, partecipando alla messa in scena di diversi classici, per poi approdare al cinema e anche alla televisio
LUCIANO SALCE, FINE UMORISTA   Sono passati trent'anni. Era il 17 dicembre del 1989 quando ci lasciava un grande regista e attore italiano: Luciano Salce. Il suo nome è legato a film di successo e altrettanti programmi radiofonici e televisivi, ma anche a numerose opere teatrali. Fu proprio il palcoscenico il suo trampolino di lancio, dopo il diploma in regia all'Accademia d'arte drammatica di Roma - dove nacque il 25 settembre 1922 -, dove ebbe illustri compagni di corso quali Vittorio Gassman e Luigi Squarzina.  Da destra, Luciano Salce, Franca Valeri e Vittorio Caprioli.                                                  "Racconto per un funerale", composta nel 1942, fu la sua prima opera teatrale, seguita da moltissime altre, scritte ma soprattutto dirette nel corso della sua lunga carriera. Importante anche il sodalizio artistico, nei primi anni '50, con il famoso "Teatro dei Gobbi", accanto a Vittorio Caprioli e Franca Valeri
ALESSANDRA PANARO: LA RAGAZZA DELLA PORTA ACCANTO Se si pensa a lei viene in mente una sola parola: delicata. Lineamenti perfetti, morbidi e appena accennati, capelli biondi, occhi grandi e teneri, e un sorriso che rimanda a un'allegria e a una spensieratezza che non c'è più. Alessandra Panaro è stata il simbolo di quella "delicata spensieratezza" del cinema del Dopoguerra, fatto di gioia, fiducia nel futuro e grandi speranze. La sua giovane e bella presenza ha reso indimenticabili decine di pellicole divenute il simbolo dell'Italia del tempo. Nata a Roma il 14 dicembre del 1939, la Panaro esordì sul grande schermo nel 1954 nel film di Mino Roli "Il barcaiolo di Amalfi". Dopo aver partecipato ad altri film, raggiunse la popolarità nazionale tra il 1956 e il 1958, grazie alla fortunata trilogia di Dino Risi, "Poveri ma belli", "Belle ma povere" e "Poveri milionari". Nella memoria di tutti, Alessandra Panaro è sempli
LUIGI PAVESE: "IMPONENTE" CIPIGLIO DEL CINEMA ITALIANO  Ognuno di noi ha i suoi personaggi preferiti. Attori ed attrici entrati nel cuore, indipendentemente dal ruolo interpretato e dal film. Ebbene, tra i miei tanti beniamini c'è un grande attore - oggi forse poco ricordato - che è stato una presenza costante del cinema italiano dagli anni '20 alla fine degli anni '60: Luigi Pavese. Il suo nome, probabilmente, non dirà molto ai più, ma la sua figura, massiccia e possente, la sua voce calda e il volto autoritario, hanno dominato la scena in oltre centosettanta pellicole, molte delle quali girate accanto al Principe Antonio De Curtis (in arte Totò ), per cui fu - a mio avviso - molto più di una semplice "spalla". Piemontese, di Asti - dove nacque il 25 ottobre 1897 -, Pavese esordì nel cinema nel 1916, debuttando in due film muti: "La peccatrice" di Roberto Roberti e "La vampa" di Achille Consalvi. Negli anni '20, come il
12 DICEMBRE 1969: OGGI, DOMANI, SEMPRE NELLA MEMORIA Mezzo secolo. Sembra passato tanto tempo, ma in realtà si tratta della nostra storia recente. Il 12 dicembre del 1969 segna l'inizio di un lungo e doloroso calvario per il nostro Paese, fatto di sangue, morte, bombe e depistaggi. In una Milano presa dalla gioia e dalle luci delle imminenti festività natalizie, una bomba nascosta in una valigia, collocata all'interno della Banca Nazionale dell'Agricoltura in piazza Fontana ed esplosa alle 16:37 di quel 12 dicembre, fece d'un colpo crollare vite, speranze e desideri, lasciando sul pavimento della banca un "vuoto" tanto grande quanto quello lasciato nei familiari - mogli, figli, nipoti - delle diciassette vittime: agricoltori, allevatori e commercianti, recatisi lì per lavoro, che mai avrebbero immaginato di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quello stesso giorno, un ordigno inesploso venne ritrovato nella Banca commerciale di piazza del
PIETRO DE VICO, INDIMENTICABILE "MACCHIETTA"  Il suo nome è legato indissolubilmente all'età d'oro del teatro napoletano, tra avanspettacolo e varietà, ma anche ai film di Totò, di cui fu abile "spalla" in scene esilaranti ed indimenticabili del nostro cinema. Pietro De Vico aveva le " physique du rôle " per fare il comico: piccolo di statura, dallo sguardo stralunato e il volto buffo, ha per decenni calcato i palcoscenici della sua Napoli - dove nacque il 21 febbraio 1911 - dedicandosi, parallelamente, anche al cinema e alla televisione. Figlio d'arte, aveva ancora pochi mesi quando esordì sul palcoscenico per sostituire un bambolotto nella commedia di Scarpetta " 'Na creatura sperduta". Cominciò a lavorare nella compagnia paterna per poi costituirne una propria insieme ai due fratelli, Antonio e Mario, denominata il "Trio De Vico".  Da sinistra, Anna Campori, Pietro De Vico e Giulio Marchetti in "Giovan
PUPELLA MAGGIO, IMMENSA "EREDE"  Sono passati vent'anni dalla sua scomparsa: pochi per averne piena consapevolezza, forse, ma troppi per abituarsi all'idea della fine di un'epoca. Pupella Maggio, indimenticabile artista del teatro napoletano, se ne andava l'8 dicembre del 1999, poco prima della fine del secolo che l'aveva vista assoluta protagonista sulla scena teatrale, ma anche amabile interprete sul grande schermo. Inconsciamente, forse aveva intuito qualcosa: immaginava che nel nuovo millennio non ci sarebbe stato più spazio per lei ed il suo mondo, il teatro. Quel palcoscenico che il 24 aprile del 1910 l'aveva vista nascere. E sì, perché Pupella Maggio era l'unica che poteva dire di essere "nata e cresciuta" su un palcoscenico. I suoi genitori, Domenico "Mimì" Maggio e Antonietta Gravante, erano brillanti attori (anch'essi figli d'arte) e Pupella nacque nel camerino del Teatro Orfeo di Napoli. Esordì sul
ADRIANA BENETTI, DOLCE INGENUITA'  Con i suoi occhioni, grandi e languidi, ed il suo viso candido ci ha regalato indimenticabili "primi piani" del nostro cinema. Adriana Benetti, giovane attrice degli anni '40, lasciò un segno nella filmografia nazionale per poi scomparire nel nulla, dopo poco più di venti pellicole, alla fine del decennio successivo. Nata a Ferrara il 5 dicembre del 1919, la Benetti si formò professionalmente a Roma, frequentando il Centro sperimentale di cinematografia. Diplomatasi nel 1941, esordì nello stesso anno sul grande schermo grazie al Maestro De Sica che la volle con sé nel film "Teresa Venerdì", in cui interpretava la giovane protagonista, un'orfanella timida ed onesta.                                                     Adriana Benetti con Vittorio De Sica in "Teresa Venerdì". Il ruolo della giovane dolce e sprovveduta divenne per la Benetti una sorta di "alter ego" dal quale non riu