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Visualizzazione dei post da luglio, 2023
  CLAUDIO GORA: UN BORGHESE GRANDE GRANDE Espressione severa, fisico imponente, sguardo ambiguo. Particolari che ne hanno fatto uno dei più grandi comprimari che il cinema italiano abbia mai avuto. Di Claudio Gora è impossibile dimenticare il portamento, l'eleganza borghese e quei ruoli dipinti con ricercatezza e maestria.  Genovese - nacque nel capoluogo ligure centodieci anni fa, il 27 luglio 1913 -, figlio di un ufficiale degli alpini, laureato in Legge, Claudio Gora (all'anagrafe Emilio Giordana) iniziò a muovere i primi passi sul palcoscenico del teatro "GUF" della sua città, esordì al cinema nel 1939 con "Trappola d'amore" di Raffaello Matarazzo per poi diventare già prima della guerra uno degli attori giovani maggiormente quotati, ma è stata la commedia italiana a consacrarlo al successo.  In alto, Claudio Gora con Simone Signoret in "Adua e le compagne" (1960) di Antonio Pietrangeli. In basso, con Alberto Sordi in "Una vita diffici
 ELSA MERLINI, L'ÉTOILE DELLA COMMEDIA BRILLANTE Piccola, briosa, combattiva. Tre aggettivi in cui è possibile sintetizzare cinquant'anni di carriera di una grande e (purtroppo) dimenticata attrice. Elsa Merlini è scomparsa da quarant'anni (febbraio 1983), dopo aver calcato l'ultima scena sotto la regia di Calenda.  Il palcoscenico l'ha vista piangere, sorridere, incollerirsi, esagitarsi fin dagli anni '30. Contemporaneamente, l'esordio sul grande schermo dove la commedia degli equivoci, tra Besozzi e De Sica, la vide diventare un' étoile . Poi vennero gli sceneggiati e la prosa televisiva Rai, dove si concentrarono maggiormente i suoi sforzi nella maturità. E tra alti e bassi, Elsa Merlini rimase sulla cresta dell'onda fino all'ultimo, prima di essere travolta dall'onda dell'oblio. Ma è ora di farla riemergere dall'oscurità dell'ingrato tempo contro cui lei, sono certo, continua ancora a lottare. Ebbene, a centoventi anni dalla
 AUGURONI, GIGI!  Quante notti trascorse in sua compagnia. " Per chi è ancora sveglio, per chi non ha voglia o non può dormire, per chi vuol saperne di più ". " Quando un giorno è appena finito e un nuovo giorno è appena cominciato ". Nel silenzio più dolce del buio, le sue interviste sussurrate "sottovoce". Gigi Marzullo, aggrovigliato tra le mille righe delle sue camicie e le filosofiche domande sottoposte ai suoi intervistati, anima le notti di Rai 1 da più di trent'anni.  Da "Per fare mezzanotte" e "Mezzanotte e dintorni" al longevo "Sottovoce", sulle note di " Ancora ", tra "Milleeunlibro" e "Applausi", tra cinema, musica, letteratura e politica, Marzullo ha fatto del giornalismo televisivo qualcosa di differente. Tra sobrietà e ironia, tra musica e filosofia, tra domande e risposte, l'uomo della notte affascina telespettatrici e telespettatori con il suo aplomb british e la fine in
  YVONNE SANSON, L'EROINA DEL MELÒ È stata una stella anzi, un'eroina. Un'eroina popolare, genuina e verace come le sue forme e il suo sguardo propriamente mediterranei. Da Salonicco, in Grecia - dove nacque il 29 agosto 1925 -, all'Italia del '43, da studentessa a indossatrice, fino ad attrice e diva, anche se per poco. Sotto la guida di Raffaello Matarazzo, tra le braccia del bell' Amedeo Nazzari, Yvonne Sanson ha fatto emozionare, invaghire, piangere, sognare.  Da ragazza perbene traviata a madre amorevole, da amante appassionata a sposa fedele, nei suoi occhi grandi e scuri, velati dalle lacrime, si specchiava un'Italia che amava il melodramma e non se ne vergognava, anche se quei film non erano molto apprezzati dalla critica (che li valorizzò soltanto dopo).  Yvonne Sanson, Amedeo Nazzari e il melodramma. In alto, ne "I figli di nessuno" (1951). In basso, in "Malinconico autunno" (1958). Entrambi i film sono diretti da Raffaello Mata
  GORNI KRAMER, SORRISI SWING Il sorriso furbo sotto i baffetti neri, dietro il mantice della sua fisarmonica. Dalle melodie  jazz alla commedia musicale targata G&G fino alle orchestrine della neonata Rai TV. Francesco Kramer Gorni - chiamato così dal papà in onore del ciclista Frank Kramer -, per tutti Gorni Kramer, è sicuramente vivo nella memoria di chi ha vissuto la musica tra gli anni '30 e '40, tra " Crapa Pelada " intonata dalle pastose corde di Alberto Rabagliati e " Pippo non lo sa " soavemente interpretata dal Trio Lescano, tra autarchia e proibizioni, dai microfoni dell'EIAR.  Dietro quei motivetti c'era la firma di Kramer, musicista nel sangue, fisarmonicista e polistrumentista, sorriso gaio e spavaldo che nel Dopoguerra arrivò ad allietare le prime serate italiane accanto a Mario Riva ne "Il Musichiere" e che prima ancora aveva alleggerito gli animi di spettatrici e spettatori sui palcoscenici della rivista, tra Delia Sca
 EDUARDO PASSARELLI, "AL DI LÀ" DEI DE FILIPPO Ricordarlo è un atto di giustizia. Significa riparare a un torto subito da lui e dal fratello legittimo, gli unici eredi della dinastia Scarpetta/De Filippo ad aver avuto meno fortuna e successo degli altri, ma non meno talento. Eduardo Passarelli, all'anagrafe De Filippo, condivideva con l'omonimo commediografo partenopeo paternità e talento scenico. Egli era infatti figlio illegittimo del grande Eduardo Scarpetta e di Anna De Filippo, sorellastra della consorte Rosa e zia di Luisa, la madre dei tre fratelli Eduardo, Peppino e Titina. Eduardo Passarelli, insomma, era uno dei tanti eredi del grande comico napoletano, ma allo stesso tempo il più sfortunato.  Cresciuto nel celebre Palazzo Scarpetta, a Napoli - dove nacque centoventi anni fa, il 20 luglio 1903 -, iniziò come tutti i "fratelli" a frequentare il palcoscenico fin da bambino, affiancato ben presto dal fratello minore Pasquale, che a differenza sua avrà
 CIAO, ANDREA! Una vera doccia fredda in questa giornata afosa. Una notizia triste, spiacevole. Una perdita che nessuno si sarebbe mai aspettato. Ne ha raccontati tanti di colpi di scena, di rivelazioni esclusive, di scoop da far "tremare" il mondo politico e istituzionale, come quando riuscì a distruggere "il muro di gomma" che aveva coperto la verità sulla strage di Ustica. Andrea Purgatori, questa volta, ha voluto essere l'oggetto dello scoop. È andato via così, all'improvviso, come l'effetto di un fulmine a ciel sereno. "Atlantide", il suo programma di inchieste su La7, era una delle poche cose che apprezzavo di quel canale.  Lo scorso ottobre, nel sessantennale della scomparsa di Enrico Mattei, il presidente e fondatore dell'ENI, avevo seguito con passione e interesse un argomento che ho trattato e tratto fin da bambino. Con l'umile vanto di ritrovarmi in tutto quel che Purgatori raccontava nella sua inchiesta, in ogni sfumatura ar
LETTERA A LUCIANO DE CRESCENZO N° 4 Caro Luciano, sono oramai trascorsi quattro anni dall'inizio della tua "nuova vita" e io sono qui, come di consueto, a scriverti. In quest'estate torrida e assolata la tua assenza sembra ancora più grande. La tua impareggiabile ironia, sostenuta da tesi adeguatamente supportate, sarebbe di gran conforto in queste giornate oppresse dall'afa e dai problemi della normale quotidianità. Lassù si sta freschi? È una domanda che spesso mi sovviene, ma credo che nel "blu dipinto di blu" del Paradiso, come avrebbe detto Mimmo Modugno, le temperature siano più congeniali al piacevole discorrere degli uomini.  Qui, tuttavia, ausiliati da un ventilatore o sventolandoci con un buon giornale (possibilmente dopo averne letto il contenuto, difficilmente allegro in tempi di guerre, inflazioni e azzuffate tra politici e "professoroni" del proprio ego), non smettiamo di interrogarci sui tanti "Perché" della vita. Il bu
 SANDRO CIOTTI, "LA VOCE" DELLO SPORT Roca e autorevole. La sua voce ha raccontato ore, minuti, attimi di emozioni incredibili. Lo sport, il calcio in primis , di cui fu prode agone nelle giovanili del Lazio, deve a Sandro Ciotti, storico volto della Rai, il racconto di pagine indimenticabili. Dalle colonne dei quotidiani ai microfoni radiofonici e televisivi, Sandro Ciotti ha fatto del giornalismo la sua missione.  Classe 1928, romano, in una carriera quarantennale ha commentato le più grandi manifestazioni sportive: dalle Olimpiadi di Roma del '60 a numerose tappe del Giro d'Italia e del Tour de France, fino alle partite della domenica. "Tutto il calcio minuto per minuto", storica trasmissione radiofonica, e "La Domenica Sportiva" - dai cui studi, nell''89, annunciò la prematura morte di Scirea - devono anche e soprattutto a lui la popolarità, legata al suo rigore professionale, all'eleganza linguistica, al suo pathos comunicativo. Ma
VINCENZO CERAMI: PICCOLI UOMINI, GRANDI VITE «Come sono piccoli gli uomini!». È una frase tratta dal suo primo e più celebre romanzo, degnamente reso sul grande schermo dalla maestria di Monicelli e dal genio di Sordi. "Un borghese piccolo piccolo" e Vincenzo Cerami hanno raccontato la grottesca, terribile e inquietante storia di un funzionario ministeriale che arriva a vendicare di sua mano la morte del figlio su cui aveva riposto tutte le proprie speranze. Il posto fisso, brillante carriera per una persona mediocre, la vita tranquilla e ombrosa della "mezzamanica". Piccoli uomini con grandi ideali, anche se sciocchi.   Anche Vincenzo Cerami era un uomo "piccolo", fino a quando, mentre frequentava le scuole medie a Ciampino, conobbe il professore Pier Paolo Pasolini che gli svelò un mondo diverso, più "grande". La scrittura, sua naturale propensione, divenne così la sua arma di lotta contro il "piccolo" mondo di giganti di carta, dove
 DANIELE PIOMBI, LA "BEN FATTA" RAI TV La sobria eleganza, la voce dimessa, una carriera lunga e mai ostentata. Daniele Piombi, a differenza di altri altrettanto storici ma più famosi conduttori, non ha mai legato il suo volto a un programma specifico. Fin dagli anni '50, quando ancora studente di Scienze Politiche e aspirante giornalista iniziò la sua carriera in Rai, ha condotto kermesse canore come il Cantagiro e Un disco per l'estate , il Festival di Napoli , il Festivalbar '67, eppure non c'è nessuna, dico nessuna trasmissione legata alla sua immagine.  Eccezion fatta per il Premio Regia Televisiva, il celebre Oscar della TV da lui ideato nel 1960 e guidato fino alla fine, nel 2015, due anni prima della sua scomparsa. È invece la Rai, Radio Televisione Italiana - anche se ha lavorato molto anche per alcune emittenti private -, a essersi indissolubilmente legata a lui, alla sua fine presenza, al suo raffinato humor , ai suoi silenzi eloquenti, alla ga
 SCARNICCI, TARABUSI E L'IRONIA "LEGGENDARIA" Ironia dissacrante, battute pungenti, parodie da scompisciarsi dalle risate, belle donne e comici di lusso. In quelle pagine di comicità nostrana, emergeva il senso della vita di uomini di grande umorismo e raffinata ilarità. Sono passati cinquant'anni dalla scomparsa di Giulio Scarnicci - era il 13 luglio 1973 - ma il suo nome, accoppiato a quello del concittadino Renzo Tarabusi, è ancora limpido nella memoria, indissolubilmente legato all'età d'oro del varietà, teatrale e televisivo.  Giulio Scarnicci (a destra) con Renzo Tarabusi. Entrambi fiorentini, buontemponi d'altri tempi, Scarnicci e Tarabusi diedero lustro al palcoscenico e alla televisione italiani unendo i loro nomi a quelli di grandi attori. Lavorarono con Carlo Dapporto, Erminio Macario, Nino Taranto (che fece propria una delle loro commedie più famose, "Caviale e lenticchie"). Con Ugo Tognazzi e Raimondo Vianello, il tandem glorioso de