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Visualizzazione dei post da maggio, 2019
MASSIMO D'ANTONA: UN UOMO PERBENE CHE CREDEVA NEL DOMANI  Roma, 20 maggio 1999. Massimo D'Antona - docente universitario e consulente del Ministro del Lavoro Antonio Bassolino - veniva freddato con cinque colpi di pistola da Mario Galesi e Nadia Desdemona Lioce, esponenti delle "Nuove Brigate Rosse". Erano circa le otto e venti del mattino quando D'Antona, appena uscito di casa, stava percorrendo via Salaria a piedi, per recarsi nel suo studio, non molto distante dalla sua abitazione. Superato l'incrocio con via Adda, l'agguato da parte dei brigatisti, sbucati all'improvviso da un furgone parcheggiato lungo il marciapiede. D'Antona venne portato di corsa in ambulanza al Policlinico Umberto I, ma non ci fu nulla da fare. Il professor D'Antona era un tecnico, un "cervello" prestato alla macchina statale per cercare di migliorarne il funzionamento. Quell'uomo schivo, competente, deciso, aveva in mente grandi prospettive pe
ACHILLE COMPAGNONI: PUNTARE "IN ALTO" E NON ARRENDERSI MAI Esattamente dieci anni fa, il 13 maggio del 2009, ci lasciava uno dei protagonisti di una grande impresa italiana del Dopoguerra: Achille Compagnoni, membro della spedizione italiana che il 31 luglio del 1954 tentò la scalata della seconda vetta più alta del mondo, il K2. Compagnoni, insieme a Lino Lacedelli, fu proprio colui che materialmente raggiunse la vetta. E non mancò mai di sottolinearlo, soprattutto nei confronti del compagno di spedizione Walter Bonatti, in una polemica risoltasi soltanto qualche anno fa.                                                        Achille Compagnoni (a sinistra) con Lino Lacedelli. Probabilmente fu anche per questo che quando se ne andò - nell'ospedale di Aosta, dove era stato ricoverato - non furono in molti a piangerlo.Compagnoni nacque a Santa Caterina Valfurna, in Valtellina, il 26 settembre del 1914. Nel 1934 si trasferì a Cervinia, dopo aver assolto gli obblig
VIVA LA MAMMA! "Ciao mamma, guarda come mi diverto...", cantava Lorenzo Jovanotti. Credo sia questa la frase che ogni madre vorrebbe sentirsi dire dal proprio figlio. Quale più grande desiderio per una madre se non quello di vedere il proprio figlio felice?      In particolar modo oggi - seconda domenica di maggio -, giorno in cui nel nostro e in molti altri Paesi si celebra la sua festa.     Chi dice che la Festa della Mamma sia una banale trovata commerciale non ha tutti i torti. È il prezzo che ormai, nell'Era del consumismo, ogni festività deve pagare.     Io però, credo sia giusto celebrare una figura così importante e fondamentale come la madre. "Mamma...sei tu la vita...", cantava Beniamino Gigli, in una famosa canzone del Dopoguerra, e come dargli torto. Le nostre madri ci hanno donato la vita, dando tutte se stesse. Ci hanno "custodito" per nove mesi nelle loro pance, ci hanno dato alla luce e poi, come se non bastasse, ci hanno inse
RENATO CACCIOPPOLI: GENIO E FOLLIA DI UN "MATEMATICO NAPOLETANO" Se è vero che genio e follia sono soliti andare a braccetto, Renato Caccioppoli - docente e matematico napoletano - ne era l'esempio più lampante. Già solo esteticamente - un fisico slanciato, il volto affusolato e gli occhi, vivi ed intelligenti, coperti da un ciuffo perennemente calato sulla fronte - sembrava uscito da un romanzo russo. Una di quelle figure tormentate, partorite dall'estro di Tolstoj o Dostoevskij. Complici, forse, le sue origini slave. Caccioppoli - nato a Napoli, il 20 gennaio del 1904 - era infatti nipote del noto anarchico e rivoluzionario russo Michail Bakunin - colui che avrebbe voluto dar vita alla Rivoluzione mondiale con l'aiuto dei contadini meridionali. Effettivamente, un briciolo d'anarchia c'era nel professor Caccioppoli. La sua libertà, la sua avversione alle regole, il suo distacco da qualsivoglia tipo di potere o costrizione, è storia nota. Non n
AUDREY HEPBURN: IL DONO DI UN NOBILE SORRISO  Un portamento e un'eleganza inarrivabili, un fascino irresistibile. Se si pensa ad Audrey Hepburn non si può non provare un po' di nostalgia. Nostalgia per quel cinema di un tempo: quello in bianco e nero, quello strappalacrime e pieno di sentimento. Con quello sguardo dolce e l'aria sognante, la Hepburn ha dominato il grande schermo tra gli anni '50 e '60 del secolo scorso, raccogliendo successo e popolarità mondiali ad ogni pellicola. Se un brutto male non se la fosse portata via venticinque anni fa, oggi il simbolo di un'eleganza senza tempo avrebbe compiuto novant'anni. Audrey Hepburn infatti nacque il 4 maggio del 1929 a Bruxelles, figlia di Joseph Anthony Hepburn-Ruston, un banchiere simpatizzante nazista, e la sua seconda moglie, la baronessa Ella Van Heemstra. Cresciuta ad Arnhem, in Olanda, cominciò a praticare danza fin da bambina, per poi avvicinarsi al teatro e al cinema dopo essersi tras
IL "GRANDE TORINO": UN SOGNO DISSOLTOSI NEI CIELI DI SUPERGA  4 maggio 1949. Erano da poco passate le diciassette quando Torino, assopita in una spessa nebbia, fu scossa da un boato improvviso. Sulla collina di Superga - che domina la città offrendo un panorama mozzafiato - un velivolo si schiantò brutalmente contro il terrapieno alle spalle della Basilica. A bordo di quell'aereo c'era l'orgoglio dello sport, torinese ed italiano: il "Grande Torino", la squadra che da tempo dominava le classifiche calcistiche con le sue vittorie.                                                                                      Il "Grande Torino". Era il "Toro" di Valentino Mazzola - l'indimenticabile capitano -, dei fratelli Ballarin, di Mario Rigamonti e di Valerio Bacigalupo. Insieme a loro altri formidabili ragazzi: giovani, pieni di vita, che divennero il simbolo dell'Italia della Ricostruzione, proiettata verso un futuro ro
ADDIO AD ALESSANDRA PANARO: GENUINA SEMPLICITA' Avevo già in mente di dedicarle un articolo. Volevo farlo il prossimo 14 dicembre, in occasione dei suoi ottant'anni. Invece sono "costretto" a farlo ora, con un pizzico di malinconia, ma con la medesima ammirazione. Ieri è venuta a mancare una grande artista del nostro cinema: Alessandra Panaro, nota a tutti per aver interpretato Annamaria nella trilogia di Dino Risi "Poveri ma belli", "Belle ma povere" e "Poveri milionari", con Renato Salvatori, Maurizio Arena e Lorella De Luca. È morta in una clinica in Svizzera, dove ormai si era stabilita da tempo. Bella, bionda, dai lineamenti appena accennati, e gli occhi grandi e dolci, Alessandra Panaro ha incarnato per anni la "fidanzata ideale", la ragazza che tutti avrebbero voluto avere al proprio fianco. Titolo condiviso con la collega Lorella De Luca, con la quale partecipò come valletta a "Il Musichiere" del grande
LAVORARE STANCA...MA RENDE LIBERI! "Lavorare stanca" diceva Peppe "Er Pantera" - alias Vittorio Gassman - ai suoi compari ladruncoli ne "I soliti ignoti" di Monicelli dopo che, fallito il colpo al Monte di pietà, rimaneva come unica possibilità quella di cercare un lavoro "vero". Quella frase - presa in prestito da Cesare Pavese - ha in sé della verità. Il lavoro, senza dubbio, implica sacrifici, richiede impegno e dedizione, ma dà anche tante soddisfazioni. Il lavoro è tutto per l'uomo: in esso si identifica e trova piena realizzazione. È un dovere morale oltre che un diritto. Oggi si celebra la Festa dei Lavoratori, nata nel 1899 per iniziativa dei socialisti nella Seconda Internazionale di Parigi. In Italia arrivò due anni dopo. Questa ricorrenza ci unisce tutti, senza distinzioni di sesso, colore della pelle, estrazione sociale e quant'altro. Perché è vero che la Festa dei Lavoratori prese forma negli ambienti del proletaria