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Visualizzazione dei post da giugno, 2019
 ORIANA FALLACI: DIGNITA' DI DONNA Quando si parla di Oriana Fallaci non si parla soltanto di una grande giornalista. Si parla soprattutto di una donna: bella e capace, rude e tenace. Proprio come le strade e le campagne della sua Firenze, dove nacque il 29 giugno 1929. La piccola Oriana dimostrò fin da subito la voglia di lottare per ciò in cui credeva. Come durante la guerra, quando col nome di battaglia di "Emilia" faceva da staffetta ai combattenti di Giustizia e Libertà - di cui era membro il padre - andando su e giù lungo l'Arno per portare notizie e munizioni ai partigiani. Fin da allora, Oriana aveva ben chiaro quel che voleva. Fare la scrittrice era il suo sogno. Cominciò così affacciandosi al giornalismo ancora studentessa, scrivendo per il quotidiano fiorentino "Mattino dell'Italia centrale". Successivamente si trasferì a Milano, collaborando con il settimanale "Epoca", ma il suo trampolino di lancio fu la collaborazione
ADDIO A FRANCO ZEFFIRELLI: "MAESTRO" DI UN SOGNO  Creatività, passione e dedizione. Forse anche un po' di sana follia, ma soprattutto tanto amore, come quello che emerge forte in tutte le sue produzioni. Con la scomparsa di Franco Zeffirelli - avvenuta stamane a Roma - si chiude per sempre un'epoca, fatta di arte sopraffina, dovizia di particolari e incessante ricerca del bello. L'amore, in tutte le sue declinazioni, la bellezza della natura, erano gli ingredienti principali con cui realizzava le sue opere, che fossero testi, bozzetti, costumi o scenografie. Zeffirelli - nato a Firenze il 12 febbraio del 1923 - esordì infatti come scenografo nel Dopoguerra, partecipando alla messa in scena di "Troilo e Cressida", diretta dal grande Luchino Visconti, col quale collaborò ancora - come aiuto regista - nella realizzazione di due film: "La terra trema" (1948) e "Senso" (1954). Il vero successo, però, arriverà a partire dagli anni
ADDIO A VALERIA VALERI: REGINA DEL PALCOSCENICO Oggi ci ha lasciati una grandissima artista. Una donna bella, sorridente, capace, che ha ininterrottamente calcato i palcoscenici di tutta Italia, dal Dopoguerra fino a non molti anni fa. Sto parlando di Valeria Valeri, brillante attrice scomparsa stamane all'età di novantasette anni.  A darne la notizia è stata la figlia, l'attrice Chiara Salerno. Nata a Roma l'8 dicembre del 1921, la Valeri esordì in teatro nel 1948, nella Compagnia di Laura Carli, in "Caldo e freddo" di Fernand Crommelynck. Da lì, la sua carriera fu una continua ascesa, dimostrando grandi capacità in campo sia comico che drammatico. Recitò accanto ai più grandi artisti del '900: prima con Gino Cervi e Andreina Pagnani, poi con Ivo Garrani, Giancarlo Sbragia e Enrico Maria Salerno - col quale intrattenne una lunga relazione dalla quale nacque la figlia Chiara.                                  Valeria Valeri a sinistra con Enric
ERNESTO CALINDRI:  BORGHESE GENTILUOMO Vent'anni fa, se ne andò via, nel sonno, uno dei più illustri interpreti del teatro italiano: Ernesto Calindri. Il 9 giugno del 1999, all'età di novant'anni, quell'uomo sorridente e dal fare gentile, disse addio alle tavole da palcoscenico che per anni lo avevano visto esibirsi con straordinario successo.  Calindri - nato a Certaldo, in provincia di Firenze, il 5 febbraio del 1909 - era figlio d'arte (entrambi i genitori erano attori). Si esibì per la prima volta dietro ad un sipario a vent'anni, nella compagnia di Luigi Carini. Il suo vero esordio, però, avvenne nel 1937, con una piccola parte ne "Il bugiardo" di Goldoni, messo in scena a Venezia da Renato Simoni.                                                  Ernesto Calindri con Totò in una scena di Totòtruffa'62. Da qui, iniziò la sua brillante carriera, proseguita quasi senza sosta fino alla morte e passando per una propria compag
IL "SIGNOR" MOSCHIN Alto, possente. Lo sguardo austero e un portamento elegante. Gastone Moschin è stato un grande protagonista del nostro spettacolo. Un uomo dotato di una forte presenza scenica, dimostrata appieno in oltre sessant'anni di carriera tra teatro, cinema e televisione. Nato a San Giovanni Lupatoto, in provincia di Verona, l'8 giugno del 1929, Moschin si diplomò all'Accademia d'Arte Drammatica di Roma. Cominciò la sua carriera sulle tavole del palcoscenico, prima al Teatro Stabile di Genova, poi al Piccolo di Milano. Il suo debutto nel cinema avvenne nel 1955, con "La rivale" di Anton Giulio Majano. Da lì Moschin prese parte ad oltre settanta film, passando dal comico al drammatico, dalla classica commedia al poliziottesco.                                                  Gastone Moschin con Philippe Noiret in "Amici miei", 1975. Tra i suoi ruoli più apprezzati ricordiamo quello del fascista Passante ne &quo
UN NUOVO "DOMANI", UNA NUOVA REPUBBLICA   "Il coraggio ce l'ho, è la paura che mi frega", diceva Totò. Ma nel Dopoguerra la paura ci aveva "fregati" fin troppo. Fu così che tirammo fuori un coraggio mai visto prima, pur di lasciarci alle spalle tutto e ricominciare. Il 2 giugno del 1946 tutti gli italiani dimostrarono di non aver più paura e di essere pronti a scrivere il destino del proprio Paese.   Quel referendum istituzionale - che avrebbe deciso la forma di governo dell'Italia - vide un'affluenza straordinaria, dovuta anche alla presenza delle donne, per la prima volta al voto.   Gli elettori, in quell'occasione, scelsero anche i deputati della cosiddetta Assemblea Costituente: i famosi "padri" che - due anni dopo - avrebbero firmato la Costituzione. Le elezioni si svolsero il 2 e il 3 giugno. Soltanto il 10, però, dopo un'attesa fatta di concitazione e speranza, la Corte di Cassazione comunicò la vittoria della Rep