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 CIAO, CARO FRANCO! Quando, come tutti, ho appreso del male contro cui stava lottando, sono rimasto attonito. Volevo scrivere qualcosa per lui, fargli sentire la mia vicinanza. Poi mi sono detto: meglio fare di più. Scrivere una recensione del suo ultimo libro, il racconto delle guerre a cui ha assistito da inviato e la sua "guerra", quella contro il mesotelioma, utilizzando parole-chiave. Pensavo sarebbe stato un gesto importante, più di qualunque frase di circostanza. Ebbene, giovedì ho comprato finalmente il suo libro, a Napoli, città che ci lega. Appena ventiquattro ore dopo, senza neanche il tempo di leggere una pagina, Franco Di Mare se ne è andato. Non ci potevo credere, ancora non ci posso credere. Sappiamo tutti che quello lì, il mesotelioma, è una condanna senza possibilità d'appello. Sappiamo tutti che ne era consapevole e che ciononostante si mostrava fiero, dignitoso e apparentemente sereno. Ma nessuno, credo, si sarebbe aspettato che se ne andasse via così,
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 BUON COMPLEANNO, LAURA! La grinta è sempre la stessa. Anzi, forse col passare del tempo si è anche moltiplicata, come i premi e i riconoscimenti che da quattro decenni di carriera inondano la sua persona tanto se non più dell'affetto del pubblico. Laura Pausini compie cinquant'anni. Incredibile, vero? Eppure quella ragazzotta romagnola col caschettone e la giacca dal bavero bordato d'oro presentata dal Pippo nazionale sul palco dell'Ariston nel lontano 1993 è diventata una donna matura.          Figlia premurosa, compagna amorevole (per il suo Paolo Carta), madre appassionata e affettuosa, cantante straordinaria. Che accenni " Romagna mia ", il canto popolare della sua amata terra, oppure un brano qualsiasi del suo immenso repertorio (e non solo), Laura Pausini  fa sintonizzare tutti sulle frequenze profonde dell'animo. Con passione, potenza vocale e umiltà. Sì, umiltà. Perché tra milioni di dischi venduti, riconoscimenti internazionali, stadi perennement
 GRAZIE, FIORELLO, GRAZIE! È stato bello, anzi bellissimo. La sua sveglia quotidiana ha aiutato a ridestare i nostri sensi dal torpore del sonno, più di un caffè ristretto e una brioche farcita. L'allegria, la leggerezza, l'informazione (satirica ma mai "stupida") che dal Glass di "Viva Rai 2" si sprigionavano nei dintorni di via Asiago prima - storica sede di Radio Rai - e del Foro Italico poi raggiungevano le nostre dimore attraverso l'etere, trasportando Fiorello e la sua "gang" nelle nostre vite. Ieri questo viaggio cominciato due anni e mezzo fa si è concluso col botto. Una mattina speciale in cui Fiorello, il braccio sinistro Mauro Casciari, il destro Fabrizio Biggio, la "vegliarda ugola" di Ruggiero Del Vecchio e tutto il cast di cantanti, performer e ballerini hanno regalato un'ultima strabiliante puntata, accompagnati da due "ospiti" di lunga data, Amadeus e Lorenzo Jovanotti (autore dell'iconica sigla di ap
 NANDO MARTELLINI, "L'ECO" DELLA STORIA " Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo! ". Il Bernabéu gremito di tifosi e quel refrain diventato leggenda assieme alla sua voce. Nando Martellini, scomparso ormai vent'anni fa - il 5 maggio 2004 -, è rimasto indissolubilmente legato a quella partita storica: quel 3-1 contro la Germania Ovest (c'era ancora il Muro) che laureò gli Azzurri campioni del mondo.  Era l'11 luglio 1982 e per Martellini quella telecronaca avrebbe rappresentato per sempre l'apoteosi della sua carriera. Una carriera cominciata nel 1944 in radio, nell'allora EIAR, come responsabile della redazione Esteri. Come radiocronista commentò anche i funerali del presidente Luigi Einaudi e di papa Angelo Roncalli. Ma fu lo sport, la sua passione, a rendere la sua voce una compagna preziosa per tutti gli sportivi d'Italia. Passando dalla radio alla televisione, la voce di Nando Martellini ha raccontato decine e dec
 ANITA DURANTE, AMBASCIATRICE DELLA CULTURA ROMANA Se ne andava trent'anni fa, il 2 maggio 1994, cadendo accidentalmente da una finestra mentre stava lavando i vetri. Aveva novantasette anni e una ostinazione tale che l’avrebbe convinta a rimanere in scena fino alla fine. D’altra parte, in scena, Anita Durante era cresciuta, e proprio lì, sulle quinte di una filodrammatica romana aveva conosciuto colui che sarebbe diventato suo marito, Checco Durante.  Classe 1897, romana verace, Anita Bianchi (da nubile) ha legato per sempre il suo nome al teatro dialettale romano, debuttando prima da dilettante e poi entrando, insieme all’amato Checco, nella compagnia di Ettore Petrolini, col quale portarono la tradizione teatrale romana in giro per il mondo, dall’Europa al Sud America.  Anita Durante con il marito Checco. Negli anni ’20, poi, Anita e Checco fondarono una propria compagnia dando inizio a una lunga e proficua attività - passando di compagnia in compagnia - proseguita anche dopo la
 CARLETTO SPOSITO, BRILLANTE ECLETTISMO  È passato alla storia come un caratterista, ma la sua vita artistica lo ha visto presente un po' dappertutto. Dagli spettacoli radiofonici al cabaret , dal teatro di rivista a quello di prosa, prima ancora di arrivare al cinema e alla televisione.  Siciliano di Palermo - dove nacque un secolo fa, il 1° maggio 1924 -, fratello minore del celebre paroliere Raffaele Sposito (in arte Faele), Carletto Sposito ha rappresentato per anni il ragazzotto ingenuo e bonaccione, dal volto paffuto e sincero. Ha lavorato con registi come Luciano Emmer, Carlo Ludovico Bragaglia, Marino Girolami, Luigi Comencini, ma anche Alberto Lattuada, Giuseppe De Santis e Mauro Bolognini, passando dal comico al drammatico.  Da sinistra, Toni Ucci, Carletto Sposito ed Enzo Garinei in scena nel 1961. Ma Carletto Sposito ha lasciato soprattutto il segno in commedie brillanti e commerciali, passando dal fidanzato siculo geloso all'amico tonto e generoso, recitando al fia
 AUGURONI, ROBY! È sempre stato il più carismatico, forse anche il più amato dei "fantastici quattro". Con i suoi occhioni azzurri, le sue urla iconiche sopra le tastiere, Roby Facchinetti, ottanta primavere oggi, ha rappresentato e rappresenta il volto glamour dei Pooh, la band più longeva della musica italiana.  Dodi Battaglia alla chitarra, Stefano D'Orazio alla batteria (perché nessuno l'ha mai dimenticato), Red Canzian al basso e Roby Facchinetti piano e voce. E che voce! Una voce indimenticabile, resa ancora più autentica nell'interpretazione di brani che hanno fatto la storia della musica italiana, come " La donna del mio amico " e " Uomini soli ", la loro vittoria al Festival di Sanremo 1990. " Non si può, non si può, no non si può " e " Dio delle città e dell'immensità " noi non riusciamo proprio a immaginarceli intonati da altri. Perché Roby Facchinetti è Roby Facchinetti. È il volto "figo" dei Pooh