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Visualizzazione dei post da dicembre, 2020
BUONA FINE E BUON PRINCIPIO !   "Non solo non esiste il 31 dicembre, ma non esiste nessun giorno del calendario per cui tu possa dire 'questo è il 31 dicembre!' Sarebbe più corretto dire che è sempre il 32 dicembre!". Diceva così l'astronomo/Luciano De Crescenzo in "32 dicembre", allo scopo di consolare il povero Alfonso Caputo/Enzo Cannavale, disoccupato napoletano preoccupato per non essere riuscito a procurarsi i soldi necessari per comprare i "botti". Effettivamente la teoria di De Crescenzo, sebbene ironica, era frutto di dati tangibili: il tempo è una convenzione, ciascun Paese e ciascuna religione ha un proprio calendario e pertanto ha fissato la fine dell'anno a suo piacere. Ma mai come in questo caso, sapere che una "fine" ci sia è soltanto una consolazione. È stato un anno difficile, dal punto di vista umano oltre che sociale ed economico. Il coronavirus, la "bestia nera" che continua a tormentarci, ci ha dato
ADDIO A CORRADO OLMI: UNA VITA PER IL TEATRO Quest'anno pare non darci tregua neanche alle ultime battute. In un periodo in cui cinema e teatri sono ancora chiusi, se ne va un altro grande interprete del nostro spettacolo. Ieri infatti è venuto a mancare Corrado Olmi, artista raffinato, re del palcoscenico del secondo Novecento e brillante presenza del grande e del piccolo schermo, scomparso ieri mattina per complicazioni dovute al coronavirus. Marchigiano, di Jesi (Ancona) - dove era nato il 24 ottobre 1926 -, aveva iniziato giovanissimo a recitare nella sua città, frequentando diverse filodrammatiche. Ma la vera svolta arrivò dopo il trasferimento a Roma, città in cui viveva ancora oggi. Dopo una laurea in Legge ed alcuni corsi di recitazione, Olmi entrò nel mondo del teatro, cimentandosi con la prosa ma anche col teatro di rivista, accanto ad interpreti come Carlo Dapporto e Walter Chiari. Il suo volto, tuttavia, era celebre soprattutto per la sua lunga carriera televisiva e cin
  CON TUTTI I SENTIMENTI...BUON NATALE! "Questo Natale si è presentato come comanda Iddio, con tutti i sentimenti si è presentato!", diceva Eduardo in "Natale in casa Cupiello" e qualcuno potrebbe obiettare che quest'anno non è affatto così. Niente cenone della vigilia, niente tombolate con amici e parenti, alcuni magari anche lontani dal proprio paese o dalla propria città per ovvie ragioni (e restrizioni). Niente abbracci e "baci" sotto il vischio e neanche scambi di regali al di fuori del proprio nucleo familiare.  Eppure, forse mai come adesso, lo spirito del Natale, quello "vero", è più vivo che mai. Finalmente all'ombra delle "luci" di abitudini consumistiche e - per quanto innocenti - fuorvianti, abbiamo la possibilità di vivere questa festività per quel che è: la nascita di Gesù dentro ognuno di noi. L'esplodere di un sentimento d'amore, comprensione, rispetto e vicinanza con l'altro più forte di qualsiasi co
 MEMMO CAROTENUTO, "VOCE DI POPOLO"  È uno dei miei miti. Uno di quei caratteristi di una volta, formatisi sulle tavole del palcoscenico, figlio d'arte e detentore di un record di presenza in oltre cento pellicole tra gli anni '50 e '70, molte delle quali famosissime. Sono passati quarant'anni dalla scomparsa di Memmo Carotenuto - avvenuta il 23 dicembre 1980, a causa di un infarto -, ma il suo volto spigoloso dal grande naso e il suo sguardo torvo sono indelebili nella mente di tutti noi. La sua fu una carriera fortunata, fatta di partecipazioni quasi sempre raffinate, frutto di una lunga gavetta iniziata da bambino, nella sua Roma - città in cui nacque il 23 agosto 1908. Figlio di Nello, attore teatrale, e fratellastro maggiore di Mario - anch'egli grande interprete cinematografico e teatrale -, Guglielmo Carotenuto, per tutti "Memmo", esordì sulle assi del palcoscenico nella Compagnia Bacci-Gambini a soli otto anni. Trascorse la gioventù passa
  LIANELLA CARELL, "PERLA" NEOREALISTA   Non fu mai una diva, non era un'attrice e non lo diventò neanche dopo i circa venti film a cui prese parte. Eppure Lianella Carell fu una piccola "stella" nel grande panorama cinematografico nazionale, risaltando alle cronache con un ruolo che la consacrò alla storia: Maria, la moglie del povero Antonio Ricci (Lamberto Maggiorani) a cui fregano sotto il naso la bicicletta in quel piccolo capolavoro diretto da Vittorio De Sica che fu "Ladri di biciclette". Il 1948, anno di uscita del film, segnò una svolta nella vita di Lianella Carell. Una ragazza poco appariscente, di una bellezza semplice e senza pretese. Una donna qualunque, insomma, come ce n'erano tante in quegli anni a Roma - dove lei nacque il 6 maggio 1927. La Carell, però, non era del tutto estranea al mondo dello spettacolo. Faceva la giornalista e si occupava della stesura di copioni e piccole sceneggiature collaborando alla realizzazione di alcun
 TRILUSSA, ANIMA DE ROMA  "L’ Omo disse a la Scimmia:  -Sei brutta, dispettosa: ma come sei ridicola!  ma quanto sei curiosa! Quann’ io te vedo, rido: rido nun se sa quanto!… La Scimmia disse : – Sfido! T’ arissomijo tanto!".  Avevo una decina d'anni, frequentavo le elementari, e da allora questi versi non l'ho mai più dimenticati. Già allora apprezzavo la poesia, ma ciò che mi colpì in particolar modo fu innanzitutto il romanesco (lingua che adoro tuttora) e poi questa ironia fatta di animali personificati, in grado di esprimete i difetti e le ipocrisie di noi cosiddetti "esseri superiori". Infatti, il suo autore, Trilussa, amava ricorrere al regno animale per poter descrivere ciò che vedeva intorno a sé. Uomini e donne, adulti e bambini, poveri e ricchi, conosciuti ed osservati nella sua Roma, dove nacque il 26 ottobre 1871, e dove visse fino alla fine dei suoi giorni, sopraggiunta settant'anni fa esatti, il 21 dicembre 1950. Carlo Alberto Camillo Mari
  ADDIO A "PEPE" SALVADERI: I DIK DIK E IL "SOGNO" CALIFORNIANO  "Cielo grigio su, foglie gialle giù, cerco un po' di blu dove il blu non c'è". D'ora in poi, di "blu" ne avrà a disposizione quanto ne vuole Erminio Salvaderi, per tutti "Pepe", volato via ieri in quel cielo che grigio lo è come nel lontano 1966, quando il suo gruppo, i Dik Dik, portò in Italia un po' del sole della California, con una cover che ha fatto storia, quanto se non di più de "L'Isola di Wight", altro brano di successo uscito quattro anni dopo.  Lallo, Pietruccio e Pepe: i Dik Dik. Era il periodo dei "capelloni", delle ragazze in minigonna, dei 45 giri "a palla" nei juke-box, e dei primi locali notturni di tendenza. Erano gli anni dei Rokes, degli Equipe '84, dei Camaleonti, ma anche quelli di "Pepe", "Pietruccio" e "Lallo" (al secolo Pietro Montalbetti e Giancarlo Sbriziolo), ami
 ORAZIO, "L'ORLANDO" DEL TEATRO ITALIANO  Tutti gli artisti lo vorrebbero: morire in scena, mentre il sipario si chiude e sotto uno scroscio d'applausi. Ad Orazio Orlando questa "fortuna" capitò, anche se non fece in tempo neanche ad iniziare la sua pièce . Era la sera del 18 dicembre 1990 e al Teatro Flaiano di Roma andava in scena la prima di "Ad Eva aggiungi Eva" di Claudia Poggiani. Orlando era in palcoscenico con Valeria Ciangottini quando, d'un tratto, si accasciò al suolo colpito da infarto. Venne soccorso immediatamente e portato in ospedale, ma vi giunse già morto. Si concluse così una carriera brillante ma poco "appariscente". Nonostante il suo nome richiami alla poetica classica e al poema cavalleresco, "L'Orlando" nostrano - nato a Napoli il 14 giugno 1933 - non ebbe di certo la fama che meritava. Provò di tutto: dal teatro al cinema fino alla televisione, ma senza mai raggiungere grande popolarità. Sebbene i
  GÉRARD BLAIN, INQUIETO RIBELLE Il cinema del secolo scorso è stato ricco, oltre che di pellicole straordinarie, anche di grandi attori che hanno saputo regalarci sorrisi, emozioni, turbamenti e riflessioni. E il "nostro" cinema, spesso e volentieri, ha potuto gioire della presenza di alcuni interpreti stranieri di grande pregio. Se prendiamo la Francia, ad esempio, abbiamo potuto ridere con Louis de Funès e Fernandel, divertirci e riflettere con Philippe Noiret, "tormentarci" con la malinconia di Jean-Louis Trintignant e la tenebrosa bellezza di Alain Delon. Ognuno di loro ha avuto modo di lavorare con i più grandi registi italiani e raggiungere una fama che - spesso - ha superato la loro celebrità d'oltralpe.  E tra questi, un posto di primo piano merita un altro indimenticabile interprete "gallico": Gérard Blain, scomparso esattamente vent'anni fa, il 17 dicembre 2000. Come Trintignant e Delon, anche Blain portava in scena una "maschera&qu
AUGURONI, NINO!  "L'arte si divide in: intera e parzialmente scremata", disse una volta, e noi sappiamo per certo quale sia la sua. Perché Antonino Frassica da Messina, detto Nino, artista lo è "interamente". Dalla punta dei suoi bei ricci di un tempo - oggi pochi ed ormai imbiancati - fino alle dita dei piedi. A settant'anni di età, portati divinamente, conserva la grinta e la verve di quel ragazzo siciliano che dai teatri e dalle tv private della sua terra approdò in Rai, scoperto da Renzo Arbore e portato in seconda serata nel suo celebre programma "Quelli della notte", nel 1985.     Nino Frassica nei panni di frate Antonino da Scasazza in "Quelli della notte". Da allora, Nino Frassica ha saputo farsi strada passando da eccentrici personaggi come frate Antonino da Scasazza e il "bravo presentatore" di "Indietro tutta!" - altra "perla" televisiva di Arbore - ad importanti interpretazioni cinematografiche e
JEAN-LOUIS TRINTIGNANT, NOVANT'ANNI DI UN "BRAVO RAGAZZO" Nonostante l'età - ha raggiunto la novantina due giorni fa -, un cancro e i drammi vissuti (come la tragica morte della figlia Marie), appare sempre quel giovane di un tempo.  I suoi occhi, limpidi e malinconici, il suo sorriso ingenuo, sembrano tratti da una istantanea de "Il sorpasso" di Dino Risi: il capolavoro della commedia all'italiana in cui era Roberto Mariani, il timido studente trasportato dalla foga e dal fascino del fanfarone Bruno Cortona/Gassman in un viaggio folle lungo la consolare Aurelia in pieno "Miracolo Economico". Quel ruolo, probabilmente, gli rimase cucito addosso, forse perché lo ha in qualche modo rappresentato. A dispetto di una carriera coronata di successi, Jean-Louis Trintignant è rimasto un ragazzo gentile e sorridente, schivo, non troppo amante dell'apparire.  In alto, Jean-Louis Trintignant con Eleonora Rossi Drago in "Estate violenta" (1959
CIAO, PAOLO!  Erano i Mondiali 1982. Quelli del 3 a 1 contro la Germania dell'Ovest (c'era ancora il Muro). Quelli del presidente Pertini che esultava dagli spalti del Santiago Bernabéu come un tifoso qualunque. Ebbene lì, su quel prato verde che vide gli azzurri "campioni del mondo", tutti gli occhi erano puntati su di lui: quel ragazzo dalla folta chioma, agile come una gazzella, che aveva consegnato tre reti contro il Brasile, e che nella sopracitata partita conclusiva segnò il primo dei tre goal che aggiudicarono la vittoria all'Italia in un mondiale entrato nella storia nazionale, non solo in ambito calcistico. Era l'Italia di Enzo Bearzot, Dino Zoff, Franco Causio e anche lui, Paolo Rossi, che ebbe la sua rivincita in quel campionato leggendario. Ne aveva fatta di strada da quando giocava dilettante nella sua Prato. A sedici anni era già alla Juventus, poi il Lanerossi Vicenza e infine il Perugia, dove nel 1980 era stato squalificato (con l'accusa di
 FRANCO SPORTELLI, UN "ANIMALETTO" DA PALCOSCENICO  "Vincenzo m'è padre a me!", cantilenava Peppeniello, per convincere il suo datore di lavoro ("Il cuoco") che suo padre fosse il maggiordomo e non lo scrivano Felice Sciosciammocca. Stiamo parlando, ovviamente, della trasposizione cinematografica della celebre commedia scarpettiana "Miseria e nobiltà", diretta da Mario Mattòli ed interpretata da Totò e Sophia Loren. Ma in quel film, a vestire i panni del maggiordomo dal cuore tenero Vincenzo, c'era un attore a cui, forse, la memoria storica ha dedicato poco spazio.  Eppure sono convinto che la sagoma di Franco Sportelli la ricordano in molti. Piccolo di statura, dagli occhi vispi e l'aria furbesca, ha preso parte a numerose pellicole e a diversi sceneggiati tv, ma la sua fama - almeno tra la critica - è legata soprattutto al palcoscenico. Proprio su quelle assi di legno, nella sua Napoli - città in cui nacque il 27 novembre 1908 - com