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Visualizzazione dei post da dicembre, 2022
  "ANCHE QUEST'ANNO SARÀ COME GLI UOMINI LO FARANNO": AUGURI! "Indovinami, Indovino, tu che leggi nel destino: l'anno nuovo come sarà? Bello, brutto o metà e metà? Trovo stampato nei miei libroni che avrà di certo quattro stagioni, dodici mesi, ciascuno al suo posto, un Carnevale e un Ferragosto e il giorno dopo del lunedì sarà sempre un martedì.  Di più per ora scritto non trovo nel destino dell'anno nuovo: per il resto anche quest'anno sarà come gli uomini lo faranno!" Sarebbe bello poterlo sapere. O forse no. Forse il dubbio rende tutto più interessante e avvincente? Non lo so, però su una cosa Gianni Rodari aveva ragione da vendere: "anche quest'anno sarà come gli uomini lo faranno!". Sono leggermente immalinconito, più del solito. Credo sia una cosa normale a poche ore dalla mezzanotte del 31. "Anno nuovo, vita nuova!", brindisi, auguri, buoni propositi. Tutto bellissimo, naturalmente. Ma basta? Basta questo a garantirci
 GRAZIE, SANTITÀ! Non era facile. Non era semplice accogliere un'eredità così importante. Quando, nel 2005, il cardinale Ratzinger salì al Soglio di Pietro dopo la morte di Giovanni Paolo II, sostituire uno dei Pontefici più amati di sempre non era cosa da poco. Col nome di Benedetto XVI - che richiamava alla mente epoche remote -, Papa Ratzinger ha guidato la Chiesa in anni difficili, con la fermezza e la tenacia che soltanto un tedesco bavarese poteva possedere.  Sì, forse non ha mai suscitato molta simpatia, per quanto, dietro il suo sguardo freddo e austero si nascondesse tanta dolcezza - ricordo, da bambino, il racconto delle sue serate trascorse a vedere "Un medico in famiglia", la storica fiction di Rai1, e la sua ammirazione per Lino Banfi "nonno d'Italia". Ma Papa Benedetto XVI ha saputo farsi carico di un fardello importante, facendo passi avanti, riprendendo antiche tradizioni, lottando contro il Male che imperversava (e imperversa) negli ambienti
 PAOLO VILLAGGIO, GENIO E SREGOLATEZZA Non era un uomo facile. Come tutti i geni, Paolo Villaggio aveva, al di là della sua "maschera", una personalità molto forte, decisa. Era una persona intelligente, un attento osservatore in grado di estrapolare dalla quotidianità gesti ed espressioni da portare in scena con maestria. Nacque novant'anni fa, il 30 dicembre 1932, in quella Genova "grigia come il vento che gonfia il cuore al marinaio", come cantava l'amico Gino Paoli. Solo che, col tempo, il grigio del cielo divenne quello delle ciminiere dell'Italsider, dove il giovane Villaggio trovò un impiego nel Dopoguerra. Quella stessa azienda che, sotto le mentite spoglie della "Megaditta", sarebbe divenuto il luogo perfetto per raccontare le sue vicissitudine da "mezzamanica", oppresso dal circuito burocratico-amministrativo del settore impiegatizio.  Basco nero in testa, completo grigio o color pastello, a bordo di una bianca Bianchina - ca
  ADEUS , PELÉ! Profilo scuro, sorriso bianco. Eleganza, signorilità, talento. Un pallone che corre e dietro lui, a guidarlo sul campo, seguendo tragitti dal sapore della fatica e della tenacia. Nessuno più di lui ha rappresentato il Calcio, lo Sport puro e genuino prima che diventasse un business . Dagli stenti dell'infanzia alla gloria delle arene calcistiche più prestigiose, tra goal stupefacenti e titoli conquistati col sudore e col sorriso. Sì, un sorriso che possiede soltanto chi è in pace con se stesso, chi si è guadagnato tutto da solo, con la testa e con i piedi.   Quel sorriso, ieri, si è spento, ma la sua leggenda prosegue altrove. Perché Lassù, tra palleggi e passaggi, Pelé ha ritrovato un altro eroe normale con cui continuare a giocare: Diego Armando Maradona. " Maradona è megl' 'e Pelé ", sentenziava un vecchio coro qualche decennio fa. Da profano, non saprei dire se fosse vero oppure no. Di sicuro, nello "Stadio Paradiso" questa rivalità n
 BUON NATALE E BUON "RIPOSO"! "Ho sempre pensato che Benino sia straordinario, forse il più simpatico dei pastori che vanno ad adorare Cristo, perché dovete sapere che lui è il pastore che dorme. Proprio così, se ne sta in alto sul presepe, quindi in un luogo molto lontano dalla Grotta, ed è impegnato in un sonno profondo [...] Benino è il sognatore del presepe, si può quasi dire che il suo lungo percorso in discesa verso Gesù sia a metà fra realtà e sogno". Da queste parole di Luciano De Crescenzo scaturisce la riflessione che mi appresto a fare. Per chi ama le tradizioni e per chi vive il Natale per quel che è sempre stato, ovvero una festa religiosa, il presepe è qualcosa di speciale. Un vero uomo d'amore, direbbe ancora De Crescenzo, non può che essere presepista e non alberista. Ebbene, nel presepe - la raffigurazione della nascita di Gesù che si celebra oggi, 25 dicembre - c'è un personaggio che ha radici lontane e una modernità, a mio avviso, sconvolg
 NATALINO OTTO: RITMO DI VITA Brio, allegria, ritmo. Sono (o dovrebbero essere) i principali "condimenti" di una festa. Non è un caso dunque che Natalino Otto, uno che di ritmo se ne intendeva, fosse nato proprio alla Vigilia di Natale di centodieci anni fa, il 24 dicembre 1912. Si dice che nelle date e nei luoghi spesso si nasconda la vera essenza delle persone e il loro destino. Ebbene, Natale Codognotto - per l'anagrafe - nacque a Cogoleto, in provincia di Genova, luogo di mare, di partenze e di arrivi. Come molti genovesi, anche Natalino si imbarcò giovanissimo sul transatlantico "Conte di Savoia", dove cominciò ad esibirsi come cantante e batterista. Attraversando più e più volte l'Atlantico, tra New York e Genova, Natalino Otto conobbe la musica jazz e se ne innamorò. Così, quando con un ricco bagaglio di esperienze fece ritorno nella sua terra iniziò a collaborare con diverse orchestre, spostandosi prima a Roma, poi a Milano, dove fece un incontro de
  AVA, LA DIVA Affascinante, tenebrosa, libera. Un viso da vera diva, dallo sguardo seducente e fiero. Ava Gardner ha incarnato per due decenni la donna che tutti avrebbero voluto al proprio fianco. Bellissima come poche, sfortunata come tante. Da una fotografia esposta in una vetrina di New York - scattatale dal cognato - ai più bei fotogrammi del cinema hollywoodiano. Da Robert Siodmak - che la fece esordire ne "I gangster" accanto a Burt Lancaster - a John Ford, da Gregory Peck a Clark Gable.  Tutti, registi e attori, erano attratti da lei. Un'attrazione non solo fisica, ma soprattutto intellettiva. Ava Gardner arrivò sul grande schermo per caso, ma studiò tanto per mantenere quel posto che si era guadagnata di diritto. Interpretò la donna fatale, mangiatrice di uomini, spietata e " dark " come il nero dei suoi capelli o degli abiti più belli indossati dentro e fuori la scena. Ma, in realtà, Ava Gardner era una donna semplice, forse più fragile di quel che cr
 PARENTI SERPENTI: TRENT'ANNI DI UN CAPOLAVORO DI AMARE VERITÀ Sorrisi e amarezze. Possiamo scegliere un film a caso "firmato" da Mario Monicelli per constatare che questi due "ingredienti" non mancano mai. Ma se prendiamo "Parenti serpenti", un classico natalizio che quest'anno ha compiuto trent'anni - uscì nelle sale nel marzo del 1992 -, allora a sorrisi e amarezze va aggiunta anche un'altra parola: crudeltà. Il colpo di scena, sicuramente, è uno dei segreti del "maestro" Monicelli che in questo film non si smentisce per l'ennesima volta. La pellicola viene narrata dalla voce fuori campo di uno dei protagonisti, Mauro, un ragazzino che come ogni anno si appresta a trascorrere il Natale a casa dei nonni, insieme ai genitori e agli zii. La storia comincia il 24 dicembre, a Sulmona, in una famiglia apparentemente come tante. I capostipiti sono Saverio (Paolo Panelli), ex sottufficiale dei carabinieri lievemente rimbambito, e T
 GRAZIE, LANDO! È vero, quando qualcuno muore chiunque è pronto a tesserne lodi. "Era una brava persona", la più gettonata. Ma qui non si tratta di buonismo. Si tratta semplicemente di dire le cose come stanno, senza retorica e senza reticenze. Lando Buzzanca è stato un grande attore. Lo è stato, appunto, perché la sua tragica scomparsa, tra malattie e trascorsi clinici ancora non perfettamente chiariti (se ne parlava da tempo) non ha svelato nulla di più di quel che già si sapeva. Lando Buzzanca ha avuto una sola colpa: quella di essersi legato per tanto, troppo tempo all'immagine dell' " homo italicus ", donnaiolo incallito, maschio geloso e virile, che la commedia sexy e l'" eroticus " sdoganarono a mani basse nei "caldi" (in tutti i sensi) anni '70. Che "Il merlo maschio" (1971) di Pasquale Festa Campanile gli abbia dato la fama internazionale è la verità, come è vero che sono tante le pellicole di "genere"
 ANTONIO AMURRI, IL "SIGNOR HUMOR" "La morte è il momento più importante della vita: godiamocelo. Bisogna che mi concentri. Non voglio perderne neanche un attimo: si muore una volta sola". A giudicare da quanto scrisse in uno dei suoi surreali e irriverenti libri umoristici, non  è difficile credere che trent'anni fa, il 18 dicembre 1992, Antonio Amurri sia riuscito, nonostante la malattia, ad andarsene via col sorriso stampato sulle labbra. Lo stesso sorriso, "umoristico", di scherno ma sincero con cui ha saputo farci divertire facendo, consapevolmente o inconsapevolmente, la storia dello spettacolo nazionale.  Marchigiano, di Ancona - città in cui nacque il 28 giugno 1925 -, Antonio Amurri ha fatto dell'" Urbe " la Capitale dell'Umorismo italiano, grazie a compagni di bisboccia come Dino Verde, Bruno Broccoli, Maurizio Jurgens, Faele, Mario Landi, Antonello Falqui e tanti, tanti altri. Fin dagli anni '50, la sua "firma"
 ABBE LANE, NOVANT'ANNI DI UN DESIDERIO PROIBITO Era l'Italia degli anni '50. Quella di "Lascia o raddoppia?" in tv, del varietà e dell'avanspettacolo in teatro, delle commedie farsesche e sentimentali al cinema. L'Italia ingenua e pura che si scandalizzava o eccitava per poco. Anche per una scollatura un po' troppo audace e un paio d'occhi ammaliatori. Era l'Italia "povera ma bella" di Marisa Allasio, ma oltre alla formosa attrice torinese, a infiammare i cuori degli italiani c'era un prodotto d'importazione. Abbe Lane, prorompente ballerina e cantante newyorkese che con le sue forme sinuose avrebbe convinto qualunque italiano ad essere atlantista e filoamericano. Capelli rossi e vaporosi, occhi neri e felini, fisico da  pin-up , la Lane ha ammaliato giovani e meno giovani con la sua femminilità cosi accentuata ma mai volgare. Dai palcoscenici di Broadway, Abbe Lane approdò alla televisione italiana, esibendosi in numerosi tr
   LUCIANO BONANNI: L' UOMO DELLE MILLE APPARIZIONI Al giorno d'oggi, che si parli di piccolo o di grande schermo, basta un solo ruolo, una breve apparizione per sentirsi un divo. Ebbene, c'è chi un divo non lo è mai stato, pur avendo partecipato a decine e decine di pellicole, eppure lo è diventato  ad honorem , per la sua longeva e talentuosa presenza. Luciano Bonanni, "romano de Roma" - città in cui nacque il 13 dicembre 1922 -, ha un record di presenze al cinema da fare invidia ad una star hollywoodiana. Come Mimmo Poli e Gianni Baghino, diventò di casa a Cinecittà fin dal Dopoguerra e vi restò per oltre trent'anni, maturando un'esperienza tale da permettergli di scavalcare via via posizioni sul set, passando dalla semplice genericata a piccoli ruoli parlati.  Basso, dal naso importante e il capello fluente - prima bruno, poi bianco -, Bonanni è apparso in pellicole di diverso genere, dalla commedia farsesca a quella "all'italiana", dal f
 FRANCO FRANCHI, IL VOLTO PIU' COMICO DEL MONDO  Urla isteriche e smorfie facciali. Frenesia nei movimenti, occhi fuori dalle orbite, singulti e offese ingenue all' "intelligente" compagno d'arte. Franco Franchi è stato tutto questo: un concentrato di ironia, di genio, di atletica padronanza della scena. Accanto al suo "Cicciuzzo" sbancò ai botteghini italiani interpretando fessacchiotti siculi, improbabili cowboy , ingenui ladruncoli di polli e stralunati agenti segreti in leggendarie parodie di celebri pellicole. Ma la sua fine, sopraggiunta trent'anni fa esatti, il 9 dicembre 1992, non fu per niente giusta. Francesco Benenato - per l'anagrafe - non aveva avuto una vita semplice. Quarto di quattordici figli, nato e cresciuto nei vicoli di Palermo - dove nacque il 18 settembre 1928 -, iniziò a lavorare giovanissimo, svolgendo molteplici mestieri, dal muratore al facchino.  La strada fu la sua palestra artistica, e proprio lì nacque il Franco Fra