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 ANTONIO AMURRI, IL "SIGNOR HUMOR"


"La morte è il momento più importante della vita: godiamocelo. Bisogna che mi concentri. Non voglio perderne neanche un attimo: si muore una volta sola". A giudicare da quanto scrisse in uno dei suoi surreali e irriverenti libri umoristici, non  è difficile credere che trent'anni fa, il 18 dicembre 1992, Antonio Amurri sia riuscito, nonostante la malattia, ad andarsene via col sorriso stampato sulle labbra. Lo stesso sorriso, "umoristico", di scherno ma sincero con cui ha saputo farci divertire facendo, consapevolmente o inconsapevolmente, la storia dello spettacolo nazionale. 




Marchigiano, di Ancona - città in cui nacque il 28 giugno 1925 -, Antonio Amurri ha fatto dell'"Urbe" la Capitale dell'Umorismo italiano, grazie a compagni di bisboccia come Dino Verde, Bruno Broccoli, Maurizio Jurgens, Faele, Mario Landi, Antonello Falqui e tanti, tanti altri. Fin dagli anni '50, la sua "firma" è stata garanzia di raffinate risate, di ironia pungente e mai volgare. 


Da sinistra, Aroldo Tieri, Lauretta Masiero e Alberto Lionello in "Canzonissima" (1960), varietà firmato da Antonio Amurri, Faele e Mario Landi.


Forse irriverente, a volte, ma nulla che non fosse all'altezza della "candida" Tv in bianco e nero. Da "Canzonissima '60", col trio Tieri - Masiero - Lionello, a "Sabato sera" con Mina, da "Doppia coppia" con Noschese a "Speciale per noi" (programma per i "Matusa" dichiaratamente concorrenziale alla "giovanile" e quasi omonima trasmissione radiofonica di Arbore), con Aldo Fabrizi, Ave Ninchi, Paolo Panelli e Bice Valori, Antonio Amurri con Verde, Jurgens e altri, ci ha regalato momenti di spettacolo unici. 


Altri due grandi successi firmati da Amurri. In alto, "Doppia coppia" (1970) con Alighiero Noschese e Bice Valori.
In basso,  "Speciale per noi" (1971) con, da sinistra, Ave Ninchi, Aldo Fabrizi, Bice Valori e Paolo Panelli.



Per non parlare della radio, dove è stato tra le grandi "penne"  che hanno scritto un grande e impareggiabile successo degli anni '60, "Gran varietà". Ma Antonio Amurri si è anche dedicato alla musica, scrivendo i testi di canzoni famosissime, come "Piccolissima serenata" per Teddy Reno e "Sono come tu mi vuoi" per Mina. Senza contare ben quattordici libri fatti di un umorismo sagace, grottesco forse, ma proprio per questo irresistibile: da "Stavolta m'ammazzo sul serio" a "Famiglia a carico", da "Piccolissimo" a "Come ammazzare la moglie, e perché". Tuttavia, è stata senza dubbio la televisione a fare di Antonio Amurri, soprattutto in coppia con Dino Verde, uno dei grandi "artigiani" del varietà e del divertimento della Rai. Programmi ancora oggi rimpianti e ricordati con nostalgia. Quella che si prova per le cose belle, fatte con amore. Amore per la vita, quello che ti permette di scherzare su tutto (anche sulla morte). Amore per il divertimento e per l'educazione, come il Signor Humor e i suoi "compari" hanno saputo insegnarci.



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