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Visualizzazione dei post da agosto, 2020
FRANCO BASAGLIA: LA RIVINCITA DEI "PAZZI" "Il mondo non è meno strano fuori dei manicomi che dentro". A dirlo fu Hermann Hesse, eppure sembrano parole di Franco Basaglia, lo psichiatra ispiratore dell'omonima legge che chiuse definitivamente i cancelli dei manicomi alla fine degli anni '70. In questa frase, infatti, è contenuta la sintesi delle sue idee sull'assistenza psichiatrica, frutto di studi ed esperienze trasformatisi in una dura battaglia. Nato a Venezia l'11 marzo 1924, Basaglia si iscrisse alla facoltà di medicina all'Università di Padova, laureandosi nel 1949. Nel 1953 si specializzò in malattie nervose e mentali, e dopo una piccola esperienza come docente di psichiatria all' università, lasciò la carriera accademica e divenne direttore dell'ospedale psichiatrico di Gorizia prima, di Trieste poi. Come diceva anche Hesse, nella frase sopracitata, Basaglia era convinto che la follia fosse una componente naturale comune
CESARE PAVESE, IL MESTIERE DI SCRIVERE "Ho condiviso le pene di molti" e "ho cercato me stesso". Frasi che sintetizzano - a mio avviso - la vita e la scrittura di Cesare Pavese. Quelle due frasi erano state da lui vergate a penna su un foglietto, ritrovato all'interno del suo libro, "Dialoghi con Leucò", poggiato sul comodino della camera 346 dell'Hotel Roma, a Torino. Sulla prima pagina di quel libro, il suo "epitaffio": "Perdono tutti e a tutti chiedo perdono. Va bene? Non fate troppi pettegolezzi". Era il 27 agosto 1950 e l'Italia perdeva uno dei suoi più grandi narratori, che aveva deciso di porre fine alla sua esistenza ingerendo una grande quantità di sonniferi. Lo aveva "annunciato", diverse volte, anche in quel suo "Diario" ("Il mestiere di vivere") che verrà poi pubblicato soltanto dopo la sua morte. Cesare Pavese aveva avuto molte volte il desiderio di "farla finita&
 MADRE TERESA: UNA PICCOLA DONNA DAL CUORE GRANDE  Quando si parla di donne "che hanno cambiato il mondo" non si può non citare anche lei. Perché Madre Teresa, prima di tutto, è stata una donna, una donna speciale. Una donna che ha fatto una scelta di vita, quella di seguire Dio e di lasciarsi guidare dal suo amore. Ma questo ovviamente non basta. Sarebbe passata alla storia semplicemente come una delle tantissime suore che, con sentimento e devozione, hanno dato ascolto alla propria vocazione. Madre Teresa, invece, è andata oltre. La sua era una famiglia benestante e numerosa di origini albanesi che viveva a Skopje, nell'attuale Macedonia, dove nacque il 26 agosto 1910. Rimasta orfana di padre a soli otto anni, cominciò a frequentare la parrocchia locale, prendendo parte a tutte le attività della comunità cristiana. A diciott'anni, prese consapevolezza della sua vocazione, iniziando il suo percorso tra le "Suore di Loreto". Dopo aver preso i v
SEAN CONNERY: NOVANT'ANNI DI UN "MITO" Il suo nome è Connery, Sean Connery, e proprio come il suo alter ego James Bond anche lui sembra resistere a tutto: perfino all'età. Nonostante nove decenni di vita e la lontananza dal set da ben quattordici anni, il celebre attore britannico riceve ancora oggi stima e ammirazione da parte del pubblico. Una popolarità mondiale esplosa nei primi anni '60 quando la sua carriera si lega indissolubilmente (ed anche eccessivamente) al personaggio dell'agente segreto di Sua Maestà britannica nato dall'estro di Ian Fleming e portato sul grande schermo dai produttori britannici Harry Saltzam e Albert Broccoli. È anche vero però che deve molto a quel personaggio. Nato ad Edimburgo, nella sua amata Scozia, il 25 agosto 1930 - da padre camionista e madre cameriera -, Sean Connery era reduce da una modesta carriera nel mondo dello spettacolo, tra teatro, cinema e televisione, dopo un passato nella Royal Navy (la marina
TIBERIO MURGIA, IN ARTE "FERRIBOTTE"   È stato l'ultimo ad andarsene via: l'ultimo componente della gloriosa banda di ladruncoli ("I soliti ignoti" di Monicelli) che nel lontano 1958 tentarono il colpo al Monte di pietà conquistando un piatto di pasta e ceci. E, forse, Tiberio Murgia è stato anche l'unico - insieme a Pisacane/Capannelle - ad essere rimasto legato a quell' interpretazione per tutta la vita. D'altra parte, è proprio grazie al personaggio di Michele detto "Ferribotte" se Murgia riuscì a improvvisarsi attore cinematografico per caso: scoperto da Monicelli in una trattoria romana dove lavorava come lavapiatti. Murgia era arrivato lì dalla sua Sardegna - dove era nato, ad Oristano, il 5 febbraio 1929 - dopo un passato rocambolesco: figlio di povera gente che pativa la miseria e la fame, giovanissimo militante nel Pci, minatore a Marcinelle (sopravvissuto per miracolo al disastro del '56), e marito con figli a c
CHARLES BUKOWSKI: L'ARTE DI SOPRAV-VIVERE " Avrei anche potuto accontentarmi, ma è così che si diventa infelici ". Sembra quasi una contraddizione detta da lui. Lo sembra perché in realtà Charles Bukowski felice, "felice" davvero, probabilmente non lo è stato mai. Nei suoi racconti, nei suoi romanzi e nelle sue poesie emerge l'animo di un uomo tormentato, un uomo sofferente. Un malessere che, probabilmente, si è portato dentro fino alla fine, nonostante tutto. La felicità, però, l'ha sempre cercata e non se n'è mai pentito. Henry Charles Bukowski nasce ad Andrenach, in Germania, il 16 agosto 1920, da madre tedesca e padre americano di origini polacche, ma si trasferisce ancora bambino in America: prima a Baltimora, poi a Los Angeles, dove praticamente passa il resto della sua esistenza. Il piccolo Charles è un ragazzo intelligente, un po' timido. Frequenta la locale High School, prendendo il diploma, per poi iscriversi alla Los Angeles
OTTANT'ANNI PER MARIA GRAZIA BUCCELLA: LA "DOLCE ESUBERANZA" DEL CINEMA ITALIANO Dolce, ironica e bella. Una bellezza prorompente: quella delle "maggiorate" che andavano tanto di moda tra gli anni '50 e '60. Maria Grazia Buccella, però, alla lodevole età di ottant'anni, rischia di essere dimenticata rispetto a sue illustri colleghe "di taglia", come Sophia Loren e Gina Lollobrigida. Sicuramente, la sua carriera è stata meno intensa, più breve, ma il suo sguardo limpido e le sue curve sinuose sono riusciti a conquistarsi un posto negli annali del cinema e nel cuore degli italiani. È indubbio, infatti, che la bellezza abbia avuto un ruolo importante nella sua carriera. Nata a Milano - il 15 agosto 1940 - ma cresciuta a Trento, ha ancora diciassette anni quando viene eletta Miss Venezia Tridentina, arrivando sesta, due anni dopo, nella finale di Miss Universo. Il suo primo approccio al cinema, in realtà, risale a qualche anno prima,
GIULIANA LOJODICE, OTTANT'ANNI DI "PASSIONE"  "Quanto ti ho amato e quanto t'amo non lo sai". Lui lo sapeva bene invece, esattamente come noi. Era a "Domenica in", nel 1997, quando Giuliana Lojodice dedicò questa canzone al suo grande amore, Aroldo Tieri: un vero "signore" dello spettacolo con il quale ha condiviso la scena per quasi quarant'anni, la metà della sua vita. Difatti questa donna passionale, determinata, forte, compie oggi ottant'anni e la sua grande voglia d'amare è ancora viva nei suoi grandi occhi chiari. Dicevo, noi sappiamo bene quanto "amore" c'è stato tra lei ed Aroldo. Una passione grande, messa in luce anche sulle tavole del palcoscenico, dando vita ad una compagnia teatrale (la Tieri-Lojodice) che è stata tra le più attive in Italia nel secondo Novecento. La sua vicenda artistica, però, comincia molti anni prima, a Roma, dove si trasferisce da Bari - città in cui è nata il 12 agosto
LUI, L'EREDE: LUIGI DE FILIPPO Ho avuto la fortuna di vederlo di persona, quattro anni fa. Si trovava all'Università degli Studi della Basilicata, a Potenza, dove gli venne conferita la laurea honoris causa in "Scienze Filosofiche e della Comunicazione". La cosa che mi colpì subito di Luigi De Filippo fu la fierezza. Non era una cosa semplice portare un cognome che da solo significava "arte". Un onore, certo, ma anche un grosso onere. Lui ci riuscì, con grande dignità, e in qualche modo quella laurea fu anche un premio al suo impegno e alla sua tenacia. Luigi De Filippo seppe dimostrarsi all'altezza della sua illustre famiglia. Il padre era il celeberrimo Peppino De Filippo, fratello del "maestro" Eduardo e della indimenticabile Titina, figli del grande commediografo Eduardo Scarpetta. La madre, invece, era Adele Carloni, anch'ella attrice come i suoi fratelli, tra cui il più noto Pietro Carloni - che sposò Titina. Si può dire c
 ENZO BIAGI, IL MIO "MAESTRO" Confesso che aspettavo questo momento fin dalla creazione del blog, ovvero due anni fa. Aspettavo l'istante in cui mi sarei seduto davanti al Pc per scrivere un articolo dedicato ad Enzo Biagi. E non "semplicemente" perché è stato uno dei più grandi giornalisti d'Italia, un vero "padre" della comunicazione - che si parli di televisione o di carta stampata. Per me, infatti, Biagi è sempre stato "Il" giornalista. La figura del cronista - quello che va a caccia di informazioni, quello che indaga, domanda, ascolta e poi scrive, seduto alla macchina - l'ho sempre identificata con la sua: con quel volto rotondo, lo sguardo sornione dietro gli occhiali grandi, con il suo vestire sobrio ed elegante, ma anche con quella capacità d'ascolto che soltanto chi ama raccontare sa quanto sia importante. Credo, e non penso di sbagliare, che Enzo Biagi sia stato uno dei "responsabili" della mia passio
CIAO, FRANCA! In fondo me lo aspettavo. Sapevo che, da un momento all'altro, se ne sarebbe andata via. Ha fatto appena in tempo a raggiungere il traguardo dei "cento", cosa che non è capitata a tanti altri protagonisti del suo stesso mondo. D'altro canto, cosa ci faceva ancora qui? In un'epoca in cui, obiettivamente, sembrava uno di quegli oggetti d'antiquariato di una bellezza particolare, raffinata ed elegante, completamente dissonante dal contesto in cui, per forza di cose, si era ritrovata. Ha resistito finché ha potuto, conservando quell'ironia e quel garbo che abbiamo sempre amato. Ora però anche per Franca Valeri è arrivato il momento dell'addio, e non credo sia neanche tanto casuale. Pochi giorni fa se ne è andato anche Gianrico Tedeschi - anch'egli neo centenario - un altro decano di un tempo perduto. In questi mesi abbiamo anche ricordato altri "grandi" come Alberto Sordi - suo illustre partner sulla scena - e Federic
LEO CHIOSSO: "L'ANIMA" DI FRED Bulli e pupe, scazzottate e sparatorie, fiumi di sangue e whisky. Il tutto, però, sul filo del sorriso: sebbene quello beffardo e malizioso di Fred Buscaglione. Nelle parole di Leo Chiosso c'era tutto questo: un mondo fantasioso che faceva il verso ai gangster d'oltreceano portati al successo dal cinema e dai romanzi polizieschi (di cui lui era accanito lettore). Fu proprio lui a lanciare - grazie anche al contributo di Gino Latilla, che li introdusse alla CETRA - il "mito" Fred Buscaglione nell'Italia degli anni '50, portando un po' di "ritmo" nella musica melodica. Si conobbero a Torino, prima della Seconda guerra, nel 1936, quando Ferdinando Buscaglione - non ancora diventato "Fred" - iniziava ad esibirsi nei night della città. Chiosso - nato a Chieri l'8 agosto 1920 - scriveva già poesie e frequentava la Facoltà di Giurisprudenza (dove si laureò poco dopo), giocando anche
SERGIO FANTONI, L'ELEGANZA FATTA "ARTE" Se ne è andato all'improvviso, quasi in silenzio, circa quattro mesi fa. Talmente in silenzio che tra mille bollettini, avvisi, opinioni e comunicati sull'epidemia da Covid non me ne sono neanche accorto, scoprendolo circa un mese dopo, con grande rammarico. Meritava qualche parola di commiato qui sul mio blog. La meritava la sua gentile persona e la sua professionalità. La meritava la sua arte, così versatile da permettergli di passare dal teatro al cinema, dalla radio alla televisione con naturalezza. Un' arte respirata a pieni polmoni fin dai vagiti dell'infanzia, trascorsa nella sua Roma - città in cui nacque il 7 agosto 1930. Suo padre, Cesare Fantoni, era un grande attore di teatro, così come la madre, Afra Arrigoni. La sua famiglia, in realtà, desiderava che lui facesse un lavoro "normale", magari l' ingegnere o l'architetto. Il richiamo del sangue, però, si fece sentire ben prest