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Visualizzazione dei post da febbraio, 2019
PAOLO FERRARI: IL "PORTAMENTO" DELLO SPETTACOLO ITALIANO  Presenza, eleganza, una voce pacata, gentile e inconfondibile. Paolo Ferrari è stato un grande protagonista del secolo scorso. Il suo fascino, accresciutosi col passare degli anni, gli ha permesso di trovare sempre - nel corso di oltre tre decenni - un ruolo adatto alle proprie doti fisiche, che hanno contribuito non poco alla massima espressione delle eccellenti doti artistiche. Esordì nel mondo dello spettacolo ancora bambino, nel 1938. Prima in radio, all'allora EIAR, in un programma dove interpretava il ruolo del balilla Paolo. Poi al cinema, con un film di Alessandro Blasetti, "Ettore Fieramosca". Da lì, la sua carriera fu una continua ascesa. Continuò con la radio, conducendo diverse trasmissioni tra gli anni '50 e '70. Ma continuò soprattutto col cinema, prendendo parte a circa quaranta film, tra gli anni '40 e i primi del nuovo millennio, recitando al fianco dei più grandi attor
SETTANT'ANNI PER PAOLO MIELI: ILLUSTRE "FIRMA" DEL GIORNALISMO ITALIANO Ci sono stati giornalisti la cui personalità e professionalità ne hanno fatto veri e propri "miti". Penso a Enzo Biagi, Indro Montanelli, Giorgio Bocca. Tra questi, a mio avviso, un posto di rilievo merita anche Paolo Mieli, giornalista, saggista, storico e volto noto della Rai, per la quale ha realizzato programmi straordinari. Di origine ebraica, Mieli nacque a Milano il 25 febbraio di settant'anni fa. La sua formazione, però, si svolse a Roma dove, dopo il diploma, si laureò in "Storia moderna e contemporanea" sotto la guida dello storico Renzo De Felice. Esordì nel giornalismo a soli 18 anni, a "L'Espresso" di Eugenio Scalfari. Collaborò poi con "La Repubblica", "La Stampa" (che diresse dal 1990 al 1992) e infine col "Corriere della Sera". Qui fu direttore ben due volte, dal '92 al '97 e dal 2004 al 2009. Per la
ADDIO A MARELLA AGNELLI: LO STILE ITALIANO CHE CONQUISTO' IL MONDO "Dietro un grande uomo, c'è sempre una grande donna". E se quell'uomo è Gianni Agnelli, "Il signor Fiat" - come lo definì Enzo Biagi nella biografia a lui dedicata -, allora quella donna, "grande" lo è stata davvero. Sto parlando di Marella Agnelli, moglie dell'Avvocato, venuta a mancare quest'oggi a Torino, all'età di 91 anni, dopo una lunga malattia. Donna di nobili origini - discendeva da un'antica famiglia aristocratica napoletana -, Marella Caracciolo nacque a Firenze il 4 maggio del 1927, ma fu cittadina del mondo. Figlia di Filippo Caracciolo di Castagneto, un diplomatico, e di Margharet Clarke, girò per mezza Europa al seguito dei genitori. Conobbe Gianni Agnelli, allora scapolo d'oro e amatore incallito, sposandolo a Strasburgo nel 1953, ed entrando a far parte di quella famiglia considerata l'ultima "dinastia" della Città Saba
NIKI LAUDA: SETTANT'ANNI DI PASSIONE Ci sono dei personaggi che è difficile trovare nei libri di storia. Eppure, alcuni di questi meriterebbero un posto d'onore. Perché se pensiamo al mondo della Formula 1, alle gare automobilistiche su pista, e alle vittorie conseguite dalla Scuderia Ferrari, non si può non parlare di Niki Lauda come di un personaggio storico. Che ci sia un interesse o meno da parte nostra nei confronti di questo sport, non si può non riconoscere a Lauda un gran merito: quello di aver contribuito a fare della Ferrari quello che è oggi, dopo novant'anni di attività. Niki Lauda era appassionato di automobilismo fin da piccolo. I genitori però - ricchi banchieri viennesi - non accettavano questa sua passione. Lui, però, non si arrese. Riuscì invece a trovare i finanziamenti necessari per comprarsi un' auto e cominciare a gareggiare. Fece molta gavetta. Cominciò con la Formula Vee, poi la 3, la 2, fino al 1971, quando approdò alla Formula 1, al Gra
ORESTE LIONELLO: SOTTILE IRONIA Quel 19 febbraio del 2009 lo ricordo benissimo. Aveva nevicato ed io ero in attesa del Tg3 Regionale, nella speranza di ascoltare la lieta novella: "scuole chiuse anche domani". Tanta era l'ansia che, in attesa delle 19:30, avevo sintonizzato il televisore su Rai 3 in anticipo. Così, senza dare troppo ascolto a quel che si diceva, stavo guardando il Tg3 nazionale. Ma, all'improvviso, una notizia mi distolse subito dai miei pensieri: Oreste Lionello, noto attore e cabarettista, era morto, a causa di un tumore  con cui conviveva da tempo. Per qualche secondo la scuola, la neve e l'interrogazione che mi attendeva il giorno dopo, passarono in secondo piano. Infatti, la morte di uno dei miei idoli della Compagnia del Bagaglino di Pingitore mi scosse profondamente. Quando il sabato sera c'erano loro in Tv, per me era una festa. Il mio primo approccio con il mondo della politica l'ho avuto grazie alla loro satira, in dirett
GEORGE MENDONSA: UN MARINAIO E IL SUO "GESTO" CHE HA FATTO EPOCA Dopo i dipinti di Francesco Hayez e di Gustav Klimt, "Il bacio" fotografato a Times square, a Manhattan, nell'agosto del 1945, è senza dubbio tra i più conosciuti al mondo. Lo scatto, opera del fotografo Alfred Eisenstaedt, ritrae un marinaio che bacia con passione una giovane infermiera. Quel marinaio si chiamava George Mendonsa e proprio quest'oggi è venuto a mancare, all'età di 95 anni. La sua identità e quella della sua "partner d'occasione", Greta Zimmer Friedman, vennero fuori non molti anni fa, rivelando a tutti come effettivamente andarono le cose quel giorno. I due, infatti, non erano fidanzati, né si conoscevano prima di allora. Truman, il presidente degli Usa, aveva appena annunciato la fine della Seconda Guerra Mondiale - dopo la vittoria contro il Giappone. Tutti erano scesi in piazza a festeggiare. E George, in preda all'euforia, istintivamente, aff
ANGELO INFANTI: "L'UOMO CHE NON DEVE CHIEDERE MAI" Barbone e capelli brizzolati, un fisico prestante e il sorriso di chi la sa lunga. È bastato questo a fare di Angelo Infanti un vero sex-symbol del cinema italiano. O meglio, anche questo. Perché un particolare contributo va riconosciuto alla sua voce: calda, suadente, sicura. Infanti nacque ottant'anni fa, a circa quaranta chilometri dalla Capitale, a Zagarolo, il 16 febbraio del 1939. Cominciò la sua carriera a partire dagli anni '60, districandosi tra produzioni nazionali ed internazionali. Prese parte anche ad un "colosso" della cinematografia mondiale, "Il padrino" di Francis Ford Coppola, nel 1972, al fianco di Marlon Brando ed Al Pacino. Lì era Fabrizio, un "picciotto" che guardava le spalle a Michael Corleone (Pacino), il figlio del padrino, che si rifugiò in Sicilia, nel paese paterno, dopo aver commesso un duplice omicidio negli Stati Uniti. Tra gli anni '70 ed
IL CORAGGIO D'AMARE   Il 14 febbraio dovrebbe essere un giorno bellissimo. Invece, per molti di noi, diventa semplicemente un supplizio: una scusa buona per spendere soldi o prendere consapevolezza della propria "condizione" di single - che sia o meno per scelta. L'errore, però, sta a mio avviso nell'interpretazione sbagliata di questa festività. Il fatto che a San Valentino - precisamente Valentino da Terni, vescovo e martire cristiano del III secolo - sia stata associata la festa degli innamorati è dovuto ad una leggenda. In realtà ce ne sono diverse. Tra queste, l'episodio secondo il quale il santo avrebbe donato del denaro ad una fanciulla che, essendo in gravi difficoltà economiche, non possedeva una dote e quindi non aveva possibilità di sposarsi. Da ciò, San Valentino è stato quindi elevato a "protettore" degli innamorati. Ed è proprio su questo che è opportuno soffermarsi: "innamorati" e non solo "fidanzati". I d
GLI ULTIMI FUOCHI DI UN'INFINITA GUERRA La natura, si sa, non sfida mai l'uomo. È piuttosto quest'ultimo, nella maggioranza dei casi, che tenta di piegarla ai propri scopi. Proprio come una settantina di anni fa, quando l'umanità le chiese di fagocitare le prove della sua follia. Allora le "foibe" - caratteristiche voragini rocciose scavate dalle acque - erano semplici "caratterizzazioni" del paesaggio carsico, ai confini tra l'Italia e la Penisola Balcanica. Fin quando, divennero simbolo di dolore e morte. In quegli inghiottitoi, infatti , migliaia di uomini e donne vennero gettati, vivi, morti o semplicemente tramortiti, per il solo fatto di essere italiani in terra straniera. Allora, negli anni '40, l'Istria, la Dalmazia e gran parte della Venezia Giulia erano italiane. Ma la Juogoslavia, guidata dal maresciallo Tito, mise in moto una dura spedizione armata, con lo scopo di recuperare territori di cui rivendicava proprietà. L&#
 "FERRIBOTTE": IL SARDO CHE INVENTO' "IL SICILIANO"   Piccolo di statura, scuro di carnagione. I capelli neri tirati all'indietro con la brillantina ed un paio di baffetti appuntiti, sotto uno sguardo furbo e circospetto. Tiberio Murgia - attore di cinema e televisione - ha per decenni interpretato una maschera: quella del maschio siciliano, geloso e possessivo. Eppure, incredibile a dirsi, era sardo. Precisamente di Oristano, dove nacque il 5 febbraio di novant'anni fa. Dietro quello stereotipo, però, si nascondeva una grande verità: la rabbia, la determinazione e la voglia di riscatto che solo chi ha vissuto la fame del Dopoguerra è in grado di comprendere. Tiberio, infatti, nato in una famiglia numerosa, ebbe un'infanzia difficile, fatta di stenti e miseria. Militante nel Pci - frequentò la famosa "Scuola delle Frattocchie", vicino Roma -, divenne segretario dei Giovani Comunisti, salvo essere poi espulso a causa di una relazion
LASSU' "SI REPLICA"!   Musica, battute esilaranti, coreografie minuziose e tanti, tanti applausi. Era questo il teatro di Pietro Garinei che, insieme al fidato compagno Sandro Giovannini, ha scritto indimenticabili pagine dello spettacolo del secolo scorso.                                                     Pietro Garinei, a sinistra, Sandro Giovannini, a destra. Si conobbero per caso. O forse per destino. Perché a partire da quell'unione artistica, negli anni '40, fu un susseguirsi di successi straordinari per oltre trent'anni. Con la tradizionale rivista, cominciarono a calcare i palcoscenici di tutta Italia. "Cantachiaro numero 1" fu la prima opera, scritta per l'immensa Anna Magnani. La vera svolta, però, arrivò negli anni '50, quando la coppia esportò in Italia la commedia musicale americana.  La prima opera venne presentata nel 1952: "Attanasio cavallo vanesio" con Renato Rascel. Da allora, il marchio "Garinei