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Visualizzazione dei post da novembre, 2019
LEA, DONNE, LIBERTA'  Nulla è semplice, ma neanche impossibile: Lea lo sa. È consapevole di quanto sia difficile, doloroso, complicato. Ma sa anche che è l'unica speranza per sua figlia Denise, per darle un futuro degno di essere vissuto, dignitoso ed onesto. Lea Garofalo è la figlia del boss della 'Ndrangheta di Petilia Policastro, un piccolo paese in provincia di Crotone. Suo fratello gestisce il traffico di droga a Milano per conto della sua famiglia. Anche Lea vive lì, insieme al suo compagno, Carlo Cosco, anche lui 'ndranghetista, braccio destro di suo fratello. Lea però capisce che non può andare avanti così. Deve farlo per sua figlia Denise, avuta a soli 17 anni. Non vuole che lei cresca in una famiglia del genere. Così "Maria coraggio" - come la definiscono i Litfiba nella canzone a lei dedicata - "rompe la gabbia" perché "ci crede e ci prova". Svela i loschi traffici della sua famiglia, denuncia il fratello e il marito, man
ISA BARZIZZA, NOVANT'ANNI DI MERAVIGLIE Per lei il tempo sembra non passare mai. Eppure Isa Barzizza, grande attrice di cinema e teatro, compie oggi ben novant'anni conservando la bellezza - un tempo fatale, oggi raffinata - e l'ironia che ne hanno fatta un'icona dello spettacolo italiano. Figlia del noto compositore Pippo Barzizza, Luisita - per l'anagrafe - nasce a Sanremo il 22 novembre del 1929. Esordisce giovanissima nel teatro di rivista, scelta da Erminio Macario con cui debutta prima in "Le educande di San Babila" e poi in "Follie di Amleto", tra il 1947 e il 1948. Ben presto, per via delle sue doti artistiche e per la sua avvenenza - alta, bella e bionda - diventa una delle soubrette più quotate del teatro brillante. La sua popolarità, però, è legata soprattutto al cinema e al brillante sodalizio con Totò, col quale lavora anche in teatro. A sinistra, Isa Barzizza con Totò ne "Le sei mogli di Barbablù"; a destra, c
MAURIZIO ARENA, IL PRINCIPE FUSTO Alto, moro, bello. Un fisico scolpito e il sorriso "piacione". Maurizio Arena, giovane divo degli anni '50, scompariva esattamente quarant'anni fa, quando ormai da tempo aveva diradato la sua presenza sul grande schermo. Se ne andò, per un attacco cardiaco, nella notte tra il 20 e il 21 novembre del 1979, nella sua sontuosa villa a Casal Palocco, alla periferia di Roma, dove da qualche tempo svolgeva l'attività di guaritore. Era da poco riapparso in televisione, nella trasmissione Rai "Acquario" condotta da Maurizio Costanzo, per parlare della sua nuova "vita". La sua vita precedente, invece, era quella di un giovanotto aitante che, dal popolare quartiere della Garbatella, a Roma - dove nacque il 26 dicembre 1933 -, era approdato nel mondo del cinema dopo aver svolto diversi mestieri. Il suo esordio risale ai primi anni '50 ma Maurizio Di Lorenzo, in arte Arena, raggiunse la popolarità nazional
SCIASCIA: IL MIO "MAESTRO" Ho "conosciuto" Leonardo Sciascia circa tredici anni fa, durante un lungo viaggio in treno. Erano ancora i tempi in cui - per fortuna - non c'erano gli smartphone e la cosa più piacevole da fare per non annoiarsi era osservare il paesaggio dal finestrino oppure leggere. Non ero ancora un accanito lettore allora e infatti cominciai a leggere spinto più dalla noia che dalla curiosità. Mi venne dato questo libro e così, anche se controvoglia, lo aprii. Mi bastarono poche righe per appassionarmi alla storia del professor Laurana, investigatore per caso, alla ricerca delle ragioni di un delitto politico-mafioso fatto passare per passionale: era "A ciascuno il suo", il secondo romanzo scritto da Sciascia. Da allora in poi ne ho letti molti altri: "Il giorno della civetta" - il romanzo d'esordio -, "Una storia semplice", "Il contesto", i saggi "La scomparsa di Majorana" e "L&#
ADDIO AD ANTONELLO FALQUI: IL "SIGNOR VARIETA' "  Era il simbolo della televisione perbene: quella in bianco e nero, con un unico canale nazionale, il "Telegiornale della sera", "Carosello" e il Varietà. Quest'ultimo, in particolare, è proprio stato inventato da lui, Antonello Falqui, regista e autore televisivo, scomparso ieri all'età di novantaquattro anni. Nato a Roma il 6 novembre 1925, Falqui frequentò per due anni il corso di regia al Centro Sperimentale di Cinematografia. Appassionato di cinema, esordì come aiuto regista di Curzio Malaparte durante la realizzazione del film "Cristo proibito", nel 1950. Due anni dopo, fu assunto alla sede Rai di Milano e cominciò a collaborare realizzando alcuni documentari. Con l'inizio delle "regolari trasmissioni", il 3 gennaio del 1954, Falqui divenne uno degli autori di punta. Suo il primo programma di successo della neonata Tv, il celebre "Il Musichiere&q
9 NOVEMBRE 1989: QUEL "WIND OF CHANGE" CHE SA DI LIBERTA'    Nessuno ci sperava più, dopo quasi trent'anni fatti di dolore e rassegnazione. Tutti si erano ormai assuefatti a quel "Gigante" in cemento armato che aveva spaccato in due sogni, speranze e desideri.   Quel 9 novembre del 1989, però, accadde l'impossibile: il Muro di Berlino, simbolo di un mondo diviso in due, cadeva giù, quasi all'improvviso. Esattamente come era stato tirato su, nella notte tra il 12 e il 13 agosto del 1961, quando la DDR (la Repubblica Democratica Tedesca) aveva deciso di "marcare" i confini tra la Germania Est, sotto controllo sovietico, e la Germania Ovest, sotto controllo americano, dividendo in due la città di Berlino. Alle ore 18 del 9 novembre del 1989, Günter Schabowski - membro del politburo, l'ufficio politico della SED - comunicò che il Governo aveva stabilito che i berlinesi dell'Est avrebbero potuto valicare i confini. Riccardo
CIAO FRED! Se n'è andato via questa notte, in punta di piedi, Fred Bongusto una delle "voci" più amate della musica italiana degli anni '60: quella dei juke-box, delle serate danzanti in spiaggia e delle "rotonde sul mare". E proprio con "Una rotonda sul mare", nel 1964, Fred raggiunse il successo nazionale, dopo il suo esordio nel 1962 col brano "Bella bellissima". Con la sua voce calda, profonda, Antonio Alfredo Carlo, per tutti Fred - nato a Campobasso il 6 aprile del 1935 -, divenne uno dei cantanti più amati dell'Italia anni '60, accanto a nomi come Sergio Endrigo, Teddy Reno e Peppino Di Capri. "Abbracciami forte" (1965), "Gi" (1967), "Balliamo" (1977), "Cantare" (1986), "Scusa" (1989) sono soltanto alcuni dei brani più conosciuti di Fred Bongusto. Brani indimenticabili, impressi nelle nostre menti, capaci di ricondurci verso atmosfere ormai lontane, ma non poi così
RUGGERO MASTROIANNI: TALENTO "NASCOSTO"  Suo fratello dominò il grande schermo tra gli anni '60 e '80 del secolo scorso, ma anche lui fu un protagonista della cinematografia nazionale, sebbene "da dietro".  Ruggero Mastroianni, fratello di Marcello, fu uno dei più capaci montatori del nostro cinema. Scene, sequenze e musiche dei più bei film del Novecento vennero assemblate da lui, con una bravura senza pari. Ruggero Mastrojanni (per l'anagrafe) nacque il 7 novembre del 1929 a Torino, luogo dove la famiglia si era trasferita momentaneamente dalla Ciociaria (Fontana Liri, dove nacque Marcello) per poi stabilirsi qualche tempo dopo a Roma. La sua carriera fu quasi parallela a quella del fratello. Cominciò la sua attività negli anni '50, montando il film "Vento del Sud" (1959) di Enzo Provenzale. Da lì, Ruggero e Marcello Mastroianni - molto legati tra di loro - divennero nomi ricorrenti del cinema italiano, sebbene in ruoli dif
ADDIO AD OMERO ANTONUTTI: ULTIMO "GRANDE" INTERPRETE La sua voce, la sua recitazione intensa e il suo sguardo hanno fatto grande il cinema italiano. Omero Antonutti - scomparso la scorsa notte all'ospedale di Udine a causa di un tumore contro cui lottava da tempo - era, a mio avviso, uno degli ultimi grandi interpreti italiani ancora in vita. Una carriera ricca di esperienze - divisa tra cinema, teatro, Tv e doppiaggio - cominciata nella seconda metà degli anni '60 e che ha raggiunto l'apice tra gli anni '70 ed '80, soprattutto in collaborazione con i Fratelli Taviani.  Nato a Basiliano, in Friuli, il 3 agosto del 1935, esordì nel cinema con un piccolo ruolo ne "Le piacevoli notti" (1966) di Armando Crispini e Luciano Lucignani, accanto a Vittorio Gassman  e Ugo Tognazzi. Il suo primo grande successo è però considerata l'interpretazione di Efisio Ledda in "Padre padrone" (1977) dei fratelli Taviani.              
PAOLO CARLINI, SORRISO E SIMPATIA "IN SCENA"    Alto, giovane, gioviale ed elegante. La sua presenza ha dato lustro a innumerevoli pièce  in tutti i teatri italiani, ma la sua popolarità nazionale è legata soprattutto agli sceneggiati della neonata Tv degli anni '50. Sto parlando di Paolo Carlini, attore scomparso esattamente quarant'anni fa, il 3 novembre del 1979. Nato a Santarcangelo di Romagna il 6 gennaio del 1922, Carlini esordì giovanissimo al cinema nel 1940, con una piccola parte nel film "Addio giovinezza! di Ferdinando Maria Poggioli.  Da allora prenderà parte nel corso della sua carriera a circa quaranta film, senza mai però ottenere ruoli di rilievo. Senza dubbio, tutti lo ricorderanno nel ruolo di Mario Delani, il simpatico e brillante parrucchiere che taglia i capelli alla principessa Ania (Audrey Hepburn) per poi invitarla a ballare durante la sua "libera uscita" per le strade di Roma nel capolavoro di William Wyler "Vaca
IL NOSTRO SORRISO, LA LORO PACE!  Stamattina, come ogni anno, sono stato al cimitero in virtù di quella "crianza" che ognuno " adda fa'" in questo giorno, come diceva Totò in " 'A livella". Non che durante il resto dell'anno non lo faccia mai, anzi. Però ritengo sia giusto, dal momento che c'è questa ricorrenza, rendere omaggio ai nostri parenti defunti anche in questa occasione.  L'atmosfera, come sempre, non è delle migliori: cielo grigio, pioggerellina di circostanza (nel migliore dei casi), ma nulla che possa impedirci di portare un fiore, un saluto o un "pensiero" a chi non è più con noi.  Quest'anno, però, ho notato una cosa che mi ha fatto riflettere. Mentre camminavo per far "visita" ai miei cari, un leggero e freddo vento avvolgeva me ed altri come me che si trovavano lì. Mia nonna Rosa - anche lei ormai da quattro anni non più qui con me - quando mi mostravo triste per non aver potuto conoscere
SARO URZI': IL "BRACCIO DESTRO" DI PEPPONE   Non bisogna per forza svolgere ruoli di primo piano per diventare "qualcuno" nel cinema. A volte bastano piccole parti, caratterizzazioni anche apparentemente poco importanti, per guadagnarsi un posto nel cuore dello spettatore e un plauso dalla critica. Saro Urzì faceva parte sicuramente di questi: un attore impiegato quasi esclusivamente come caratterista ma in grado di dar vita a personaggi straordinari, ancora oggi ricordati da tutti. Siciliano - di Catania, dove nacque il 24 febbraio 1913 - , Saro Urzì (Rosario per l'anagrafe) cominciò a lavorare giovanissimo, dilettandosi a fare qualsiasi cosa, persino l'acrobata. Trasferitosi a Roma in cerca di fortuna, cominciò a frequentare Cinecittà, rendendosi disponibile come comparsa o controfigura. Così diede inizio alla sua carriera, caratterizzando alcune pellicole, anche di gran successo come "Campo de' fiori" (1943) di Mario Bonnard, acc