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 ORIANA FALLACI: DIGNITA' DI DONNA

Quando si parla di Oriana Fallaci non si parla soltanto di una grande giornalista. Si parla soprattutto di una donna: bella e capace, rude e tenace. Proprio come le strade e le campagne della sua Firenze, dove nacque il 29 giugno 1929.





La piccola Oriana dimostrò fin da subito la voglia di lottare per ciò in cui credeva. Come durante la guerra, quando col nome di battaglia di "Emilia" faceva da staffetta ai combattenti di Giustizia e Libertà - di cui era membro il padre - andando su e giù lungo l'Arno per portare notizie e munizioni ai partigiani.
Fin da allora, Oriana aveva ben chiaro quel che voleva. Fare la scrittrice era il suo sogno. Cominciò così affacciandosi al giornalismo ancora studentessa, scrivendo per il quotidiano fiorentino "Mattino dell'Italia centrale".
Successivamente si trasferì a Milano, collaborando con il settimanale "Epoca", ma il suo trampolino di lancio fu la collaborazione con "L'Europeo". Qui realizzò le sue prime interviste: prima ai protagonisti della "dolce vita" romana, poi alle star di Hollywood, con un viaggio a New York.
E numerosi furono i viaggi compiuti dalla giornalista, la prima donna in assoluto ad essere ammessa come inviata in zone di guerra: da quella del Vietnam, nel 1967, fino a quella del Golfo, nel 1991.
Furono proprio i suoi reportage a permetterle di esordire come scrittrice raggiungendo oltre venti milioni di copie vendute nel mondo. Tra i più noti: "Il sesso inutile" - risultato di un reportage sulla condizione della donna in Oriente -, "Niente e così sia" e  "Insciallah".



                               
                                          Oriana Fallaci con il compagno Alexandros Panagulis.



Inoltre, nel corso della sua carriera, Oriana Fallaci intervistò le più grandi personalità del mondo, da Henry Kissinger a Indira Gandhi, da Mu'ammar Gheddafi  all'ayatollah Khomeini.
Ma, come già detto, Oriana Fallaci era prima di tutto una donna forte, sicura delle sue idee e pronta a farsi rispettare. Dotata di un carattere scontroso - dietro cui si celava una profonda sensibilità - non rinunciò mai a dire la sua.
Come quando - all'indomani dell'attentato dell '11 settembre 2001 - da New York - dove si era trasferita - dichiarò apertamente la sua avversione all'Islam, o quando si schierò contro l'aborto o il matrimonio omosessuale.
Anche la sua vita sentimentale fu molto complessa, caratterizzata da pagine dolorose, come due aborti - uno dei quali finì in un libro, "Lettera a un bambino mai nato" - e la scomparsa del compagno, il poeta greco Alexandros Panagulis - leader dell'opposizione al regime dei Colonnelli -, morto in un misterioso incidente stradale nel 1976 - e a cui è dedicato il libro "Un uomo", del 1979.
L'unica battaglia che Oriana non riuscì a vincere, fu quella contro "l'alieno": quel cancro ai polmoni che se la portò via il 15 settembre del 2006,  nella clinica Santa Chiara di Firenze, dove era stata ricoverata dopo l'aggravarsi delle sue condizioni di salute.
Oriana, però, non smise mai di lottare, fino all'ultimo, sempre convinta che, dovere dell'uomo e della donna, fosse quello di battersi per le proprie passioni.
Una volta disse: "Non si fa il proprio dovere perché qualcuno ci dica grazie...lo si fa per principio, per se stessi, per la propria dignità". Ebbene, Oriana Fallaci ha sempre tenuto fede alle sue parole, battendosi per ciò in cui credeva, a qualunque costo, ma senza mai calpestare la propria dignità: di donna, prima che di giornalista.

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