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LUCIANO SALCE, FINE UMORISTA


 
Sono passati trent'anni. Era il 17 dicembre del 1989 quando ci lasciava un grande regista e attore italiano: Luciano Salce. Il suo nome è legato a film di successo e altrettanti programmi radiofonici e televisivi, ma anche a numerose opere teatrali.




Fu proprio il palcoscenico il suo trampolino di lancio, dopo il diploma in regia all'Accademia d'arte drammatica di Roma - dove nacque il 25 settembre 1922 -, dove ebbe illustri compagni di corso quali Vittorio Gassman e Luigi Squarzina.


 Da destra, Luciano Salce, Franca Valeri e Vittorio Caprioli.

                                                


"Racconto per un funerale", composta nel 1942, fu la sua prima opera teatrale, seguita da moltissime altre, scritte ma soprattutto dirette nel corso della sua lunga carriera. Importante anche il sodalizio artistico, nei primi anni '50, con il famoso "Teatro dei Gobbi", accanto a Vittorio Caprioli e Franca Valeri - subentrando ad Alberto Bonucci. Come attore, invece, esordì nel 1946 in "Un americano in vacanza" di Luigi Zampa. La sua carriera d'interprete cinematografico - affiancata dall'immancabile palcoscenico - proseguì per ben quattro decenni, spesso con apparizioni all'interno delle sue stesse pellicole.



                                                                                       





In alto, alcune delle locandine dei film più celebri diretti da Luciano Salce.




                                       
I primi due film, realizzati durante un soggiorno in Sudamerica, furono "Uma Pulga na Balança" (1953) e "Floradas na serra" (1954), mentre la prima pellicola nazionale fu "Le pillole di Ercole" (1960) interpretata da Nino Manfredi, Vittorio De Sica e Andreina Pagnani. La popolarità arrivò invece nel 1961, col film "Il federale" - ironico fotogramma sul fascismo nel periodo precedente la Liberazione -, interpretato da un superlativo Ugo Tognazzi, che sarà ancora protagonista accanto ad una giovanissima Catherine Spaak nello "scandaloso" "La voglia matta", uscito l'anno successivo.
Grande successo di botteghino fu poi il celebre cult "Il prof. dott. Guido Tersilli primario della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue" (1969), sequel de "Il medico della mutua" di Zampa,
interpretato da un immenso Alberto Sordi.
E fu sempre Salce a "posare la prima pietra" della saga cinematografica più famosa d'Italia, quella sulle mirabolanti avventure del ragionier Ugo Fantozzi, interpretato da Paolo Villaggio (autore anche del libro da cui è tratto il soggetto). Salce infatti firmò la regia dei primi due film della serie: "Fantozzi" e "Il secondo tragico Fantozzi", rispettivamente del 1975 e del 1976. Tra gli altri film di notevole successo anche "Vieni avanti cretino" (1982) - un omaggio all'avanspettacolo e agli sketch dei fratelli De Rege - con protagonista Lino Banfi. "Quelli del casco", nel 1987, fu invece il suo "ultimo atto" dietro una cinepresa, due anni prima della sua morte - avvenuta a seguito di un attacco cardiaco dopo una lunga malattia.

Sono ormai passati diversi anni dalla sua scomparsa. È cambiato il cinema, com'era già cambiato nei suoi ultimi tempi di attività, ma è ancor più cambiata l'Italia. Eppure Luciano Salce, col
suo fine umorismo, elegante ma anche "sfacciato" e grottesco, mai identico a se stesso nel corso di ben tre decenni, continua a fornirci spunti di riflessioni, a regalarci sorrisi, pensando a quei vizi, ma anche a quelle virtù che dopo trent'anni risultano ancora invariati.

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