Passa ai contenuti principali
ROMOLO VALLI: OLTRE IL "SILENZIO"

Fu un artista con la "A" maiuscola: un indiscusso protagonista del teatro nazionale, interprete di indimenticabili pièce. Ma il nome di Romolo Valli è anche legato al cinema, nel quale ebbe una discreta popolarità ottenendo anche importanti riconoscimenti.



Sono passati quarant'anni dalla sua scomparsa - avvenuta in un incidente stradale il 1° febbraio 1980 -, eppure la sua presenza - distinta, affabile, elegante -, rimane indelebile nella mente di chi lo ha visto non solo al cinema ma soprattutto in teatro, la sua grande passione. Cominciò a recitare giovanissimo, nella sua Emilia (nacque infatti a Reggio il 7 febbraio 1925), ancor prima di prendere la laurea in giurisprudenza per accontentare i desideri paterni. Esordì ufficialmente in teatro nel Miles gloriosus grazie alla compagnia "Il Carrozzone" di Fantasio Piccoli. Tre anni dopo, entrò invece al "Piccolo" di Milano sotto la direzione di Giorgio Strehler, col quale compì una lunga tournée in Sudamerica. Rientrato in Italia, nel 1954 fondò la "Compagnia dei Giovani", assieme a Giorgio De Lullo, Rossella Falk, Elsa Albani e Anna Maria Guarnieri.



 Romolo Valli con Rossella Falk ne "Il gioco delle parti".



La compagnia divenne un punto di riferimento del teatro per circa vent'anni e Romolo Valli, "L' anima" del gruppo, seppe dar prova del suo grande talento, soprattutto nel repertorio pirandelliano:
da Sei personaggi in cerca d'autore a Enrico IV fino a Così è (se vi pare).


Romolo Valli ne "Il Gattopardo".


Accanto al palcoscenico, però, Valli ebbe anche una parallela carriera sul grande schermo, prendendo parte a più di trenta pellicole dagli anni '50 fino alla morte. Molti i film celebri a cui partecipò: da Il Gattopardo di Visconti - nel ruolo di padre Pirrone - a Il giardino dei Finzi Contini di De Sica, da Giù la testa di Sergio Leone a Un borghese piccolo piccolo di Monicelli.


Romolo Valli con Lino Capolicchio ne "Il giardino dei Finzi Contini".
                                

E nonostante il cinema non fosse il suo "habitat" naturale, Valli ottenne ben tre Nastri d'argento nel corso della sua carriera (1963, 1971, 1977) e altrettante candidature.


In alto, Romolo Valli con Alberto Sordi in "Un borghese piccolo piccolo".
In basso (col cappello bianco), con Rod Steiger e James Coburn in "Giù la testa".




Il teatro, però, restò sempre la sua principale occupazione e fu anche l'ultima in assoluto. Quella notte di quarant'anni fa, infatti, quando Romolo Valli si schiantò contro un muretto lungo l'Appia Antica, a Roma, stava proprio rientrando dal Teatro Eliseo dove aveva da poco rappresentato Prima del silenzio - opera scritta per lui da Giuseppe Patroni Griffi. Un titolo, forse, profetico visto che poche ore dopo il "silenzio" avvolse davvero il mondo del teatro e dello spettacolo italiani. Lo stesso "silenzio" che, purtroppo, oggi aleggia intorno alla memoria di Romolo Valli, le cui maestria e bravura meriterebbero di andare oltre l'oblio del tempo.

Commenti

Post popolari in questo blog

DON CARLO CASCONE, IL RICORDO DI UN SORRISO DOLCE Braccia dietro la schiena, busto leggermente inclinato in avanti e su, un piede dopo l’altro, per la salita di Sant’Antuono, col basco calcato in testa e la tonaca svolazzante. Me lo ricordo così, don Carlo Cascone, quando la mattina, con la pioggia o con il sole, veniva a celebrare la messa feriale a pochi passi da casa mia, nella chiesetta di Sant'Antuono. Ci incontravamo sempre: io andavo a scuola e lui usciva dalla chiesa, a messa finita, fermandosi a parlare con i suoi parrocchiani, tra cui c’erano anche le mie nonne, Rosa e Assunta. Classe 1920, nativo di Lettere, vicino Napoli, don Carlo ha trascorso per oltre cinquant’anni la sua vita, terrena, spirituale e missionaria, a Lagonegro, in provincia di Potenza, dove è stato ordinato sacerdote nel 1943.  Monsignore per merito e per grazia dei suoi fedeli, prete saggio, generoso e popolare, devotissimo della Madonna di Sirino, al cui seguito, per decenni, è salito sulla vetta del ...
GRAZIE, PAPA FRANCESCO! Ho fatto quello che abbiamo fatto un po’ tutti, quello che lui stesso ci ha sempre chiesto. Ho pregato per lui. L’ho fatto per stima, fede e paura.  La paura che potesse abbandonarsi, che la sua ultima immagine rimanesse celata nelle stanze del Policlinico Gemelli. Oggi molti di noi potrebbero  pensare che sia stato tutto vano. E invece no, perché ciò gli ha permesso di resistere e non risparmiarsi fino alla fine. Papa Francesco ha lasciato  quell’ospedale: provato, stanco, aggrappato alla sedia a rotelle come a quella speranza che non ha perso mai. È tornato a casa sua. Ha continuato   a lavorare, anche durante la sua lunga degenza. Ha nominato nuovi cardinali, ha lanciato messaggi di pace.  Ha parlato di guerre inutili, di atroci   sofferenze. Ha incontrato i Reali e il Vice Presidente americano Vance. Ha parlato di Pasqua e di Resurrezione. Ieri mattina ha augurato Buona   Pasqua al popolo di Dio riunito a San Pietro e ha vol...
LILIANA RIMINI, LA MERAVIGLIA DI UN SOGNO « Non sembra ma ho tanti, tanti anni e tante esperienze […] di coraggio e di forza ». Non sembra, per davvero, osservandola nella sua figura minuta, nel suo sguardo limpido, da anziana rimasta bambina nell’animo, con la capacità di “filosofare”, come avrebbe detto Aristotele, ovvero di guardare il mondo con gli occhi della meraviglia. Liliana Rimini, classe 1929, milanese doc, esuberante ed elegante in un tailleur bianco e nero sembrava una ragazzina nel paese dei balocchi martedì mattina, quando all’Ospedale Antonio Cardarell i di Napoli, frutto dell’estro, della passione e dell’impegno del suo papà, l’architetto Alessandro Rimini, ha visto prendere forma quel sogno custodito per anni in un cassetto e ormai quasi assuefattosi alla polvere del tempo e del rimpianto mai svanito.  Liliana Rimini. Il suo papà, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, soprintendente ai monumenti di Trieste e Venezia Giulia, uno degli architetti più br...