RINO BARILLARI, OTTANT’ANNI IN UN FLASH
La sua vita è corsa veloce, al ritmo del flash delle sue Rolleiflex. Di scatti ne ha fatti milioni, di anni ne sono trascorsi ottanta, compiuti oggi, la maggior parte dei quali passati in strada, appostato negli angoli più belli di Roma, in cerca della “foto giusta”. Rino Barillari era solo un ragazzino calabrese quando, alla fine degli anni ‘50, arrivò a Roma e cominciò il suo apprendistato alla fotografia con gli “scattini”, i fotografi che vendevano scatti personalizzati ai turisti nei pressi di Fontana di Trevi.
La prima macchina fotografica la acquistò al mercatino di Porta Portese. Fu l’inizio di tutto. Rino Barillari divenne in breve tempo uno dei più amati e odiati “paparazzi” della Dolce Vita, guadagnandosi sul campo il titolo di The King, il re. Via Veneto con i suoi caffè e il passeggio delle celebrità celava momenti di segreta intimità che il suo obiettivo era pronto a scovare e a consegnare alla Storia. Il bel Walter Chiari in tenere effusioni con Ava Gardner, Marcello Mastroianni in dolce compagnia, Alberto Sordi in tutta la sua effervescente verve romanesca, ma anche bellissime donne rilassate in sorrisi sinceri, spesso ignare di essere fotografate: orgogli nostrani come Gina Lollobrigida e Claudia Cardinale, oppure affascinanti dive d’importazione, come B.B. e Audrey Hepburn. Un alterco, finito alle mani, con Peter O’ Toole, nel 1963 - conclusosi con un orecchio rotto e un cospicuo risarcimento per il fotografo -, diede a Rino Barillari la consacrazione definitiva nella Eterna Città del cinema e degli scoop. Da allora, quei flash sono entrati in azione più e più volte, fissando nella memoria anche tragici momenti di cronaca, negli anni di piombo. Ciononostante Barillari è rimasto sempre il fotografo dei Vip, anche se in una Roma diversa. E per quanto si incontrino ancora gentleman come George Clooney, che si lasciano fotografare e posano scherzosamente davanti all’obiettivo, c’è anche chi, ieri come oggi, non apprezza incursioni nel proprio privato e spesso esagera nel reagire, come Gérard Depardieu, a causa del quale The King, lo scorso anno, è finito per l’ennesima volta in pronto soccorso. Ma sono i rischi del mestiere: cose che possono capitare e si mettono in conto. È il prezzo da pagare quando si vuole essere testimoni al servizio della Storia, anche quella di costume. E Rino Barillari lo è stato. Le sue macchine fotografiche hanno raccontato attimi preziosi. Hanno reso indelebili, in un fermoimmagine, baci appassionati, liti furibonde, risate di gusto e malinconici e segreti pensieri di volti noti. E flash dopo flash, la Storia si compie, diventa leggenda prima e memoria poi, passa dalla discrezione del bianco e nero alla vistosità del colore, attraverso gli occhi di chi ha saputo cogliere l’essenza di un istante e custodirla per l’eternità.
A.M.M.
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