Passa ai contenuti principali

VIRNA LISI, LA DONNA DEL SORRISO


«Con quella bocca può dire ciò che vuole», sentenziava il Carosello di un dentifricio che aveva scelto il suo volto da fata turchina. Occhi azzurri, capelli biondi, elegante, raffinata, quasi eterea. Virna Lisi poteva dire davvero ciò che voleva. Bastava un suo sorriso (lavato o meno con quella specifica pasta per denti) per accendere cuori desiderosi di sognare nel suo sguardo, a sua volta, sognante. 



Classe 1936, marchigiana di Ancona, scoperta da Giacomo Rondinella che la segnalò a un produttore cinematografico quando era ancora una adolescente, Virna Pieralisi ha avuto una carriera brillante, soddisfacente e pluripremiata, perché quel sorriso, lo abbiamo detto, non conosceva ostacolo alcuno. Semmai era lei, distendendo le labbra in quel sorriso, a dire di no, se lo credeva opportuno. Dagli esordi alla maturità, dagli sceneggiati televisivi in bianco e nero come Orgoglio e pregiudizio e Una tragedia americana alle moderne fiction come Le ali della vita,  Fidati di me e Caterina e le sue figlie, dalla commedia all’italiana con Mattòli, Steno, Corbucci e Germi (Signore & signori) al cinema hollywoodiano accanto a Jack Lemmon (Come uccidere vostra moglie) e Frank Sinatra (U112- Assalto al Queen Mary), passando per il teatro, diretta da Strehler e Squarzina, Virna Lisi non ha mai lasciato nulla al caso. Ha rifiutato parti importanti, in Italia e all’estero. Ha sempre messo avanti la famiglia alla sua carriera (senza mai pentirsene). Eppure, è stata una delle attrici più straordinarie che il nostro spettacolo abbia avuto. Innanzitutto per bravura e per intensità interpretativa, soltanto in secondo luogo per la sua raffinata avvenenza. Perché, a dirla tutta, la sua vera bellezza non era nella sua figura gentile, che con l’età adulta aveva conservato lo splendore della giovinezza, il tempo in cui “ci batteva il cuore” (come sospirava in Sapore di mare di Carlo Vanzina, il cult che la rilanciò sul grande schermo negli anni ‘80), sotto il fascino della maturità. Virna Lisi era bella prima di tutto dentro. Una donna straordinaria, molto umile, che non è scesa a compromessi, che ha sempre lavorato per se stessa e mai per gli altri. Che ha mantenuto sempre distinte la sua vita pubblica da quella privata. Ecco, credo che sia questo il motivo per cui Virna Lisi è stata così amata dalla gente. Quattro David di Donatello, sei Nastri d’Argento, un Prix a Cannes, applausi e ovazioni non sono arrivati soltanto per il suo indubbio talento e per la sua elegante bellezza. Virna Lisi è stata, prima di tutto, una grande donna, una persona genuina e pura. Come il suo sorriso, che a dieci anni dalla sua scomparsa - avvenuta il 18 dicembre 2014 - è ancora vivo nella memoria di tutti noi. Nella sua brillantezza e nella sua naturale sincerità.

A.M.M.


Commenti

Post popolari in questo blog

GRAZIE, PAPA FRANCESCO! Ho fatto quello che abbiamo fatto un po’ tutti, quello che lui stesso ci ha sempre chiesto. Ho pregato per lui. L’ho fatto per stima, fede e paura.  La paura che potesse abbandonarsi, che la sua ultima immagine rimanesse celata nelle stanze del Policlinico Gemelli. Oggi molti di noi potrebbero  pensare che sia stato tutto vano. E invece no, perché ciò gli ha permesso di resistere e non risparmiarsi fino alla fine. Papa Francesco ha lasciato  quell’ospedale: provato, stanco, aggrappato alla sedia a rotelle come a quella speranza che non ha perso mai. È tornato a casa sua. Ha continuato   a lavorare, anche durante la sua lunga degenza. Ha nominato nuovi cardinali, ha lanciato messaggi di pace.  Ha parlato di guerre inutili, di atroci   sofferenze. Ha incontrato i Reali e il Vice Presidente americano Vance. Ha parlato di Pasqua e di Resurrezione. Ieri mattina ha augurato Buona   Pasqua al popolo di Dio riunito a San Pietro e ha vol...
LILIANA RIMINI, LA MERAVIGLIA DI UN SOGNO « Non sembra ma ho tanti, tanti anni e tante esperienze […] di coraggio e di forza ». Non sembra, per davvero, osservandola nella sua figura minuta, nel suo sguardo limpido, da anziana rimasta bambina nell’animo, con la capacità di “filosofare”, come avrebbe detto Aristotele, ovvero di guardare il mondo con gli occhi della meraviglia. Liliana Rimini, classe 1929, milanese doc, esuberante ed elegante in un tailleur bianco e nero sembrava una ragazzina nel paese dei balocchi martedì mattina, quando all’Ospedale Antonio Cardarell i di Napoli, frutto dell’estro, della passione e dell’impegno del suo papà, l’architetto Alessandro Rimini, ha visto prendere forma quel sogno custodito per anni in un cassetto e ormai quasi assuefattosi alla polvere del tempo e del rimpianto mai svanito.  Liliana Rimini. Il suo papà, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, soprintendente ai monumenti di Trieste e Venezia Giulia, uno degli architetti più br...
DON CARLO CASCONE, IL RICORDO DI UN SORRISO DOLCE Braccia dietro la schiena, busto leggermente inclinato in avanti e su, un piede dopo l’altro, per la salita di Sant’Antuono, col basco calcato in testa e la tonaca svolazzante. Me lo ricordo così, don Carlo Cascone, quando la mattina, con la pioggia o con il sole, veniva a celebrare la messa feriale a pochi passi da casa mia, nella chiesetta di Sant'Antuono. Ci incontravamo sempre: io andavo a scuola e lui usciva dalla chiesa, a messa finita, fermandosi a parlare con i suoi parrocchiani, tra cui c’erano anche le mie nonne, Rosa e Assunta. Classe 1920, nativo di Lettere, vicino Napoli, don Carlo ha trascorso per oltre cinquant’anni la sua vita, terrena, spirituale e missionaria, a Lagonegro, in provincia di Potenza, dove è stato ordinato sacerdote nel 1943.  Monsignore per merito e per grazia dei suoi fedeli, prete saggio, generoso e popolare, devotissimo della Madonna di Sirino, al cui seguito, per decenni, è salito sulla vetta del ...