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 RENATO RASCEL, ISTRIONICO "FANCIULLO"


Un casco di capelli sopra le orecchie a sventola e gli occhietti vispi. Il sorriso e il corpo di un "ragazzino" per un artista immenso forse troppo dimenticato. Renato Rascel è stato un piccolo-grande istrione. Torinese di nascita ma romano nel cuore - il suo "Arrivederci" alla Capitale è una dichiarazione d'amore -, Renato Ranucci (per l'anagrafe) ha segnato indissolubilmente il panorama artistico nazionale.



Dalle origini con l'avanspettacolo e il varietà, fino alla maturità con la prosa (memorabile con Chiari in "Finale di partita" di Beckett). Dalla commedia musicale con Garinei & Giovannini al cinema, passando per lo straordinario padre Brown portato sul piccolo schermo nel 1972. Un concentrato di estro, simpatia e dolcezza in un uomo rimasto bimbo nell'animo oltre che nell'altezza (un "corazziere" di appena un metro e cinquantotto), con quella fanciullesca voglia di divertirsi e divertire. Ebbene, per rendergli i dovuti onori a centodieci anni dalla sua nascita, voglio omaggiare Renato Rascel riproponendovi un articolo redatto qualche tempo fa, in cui ho raccontato le "gesta" di questo piccolo guerriero della scena. L'articolo è fruibile al seguente link:

https://ilrestodelmarino.blogspot.com/2021/01/piccolo-grande-rascel-sono-cosi.html

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