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 VALERIA VALERI, ENERGIA IN SCENA


Ironica, sorridente, elegante, raffinata ma anche esuberante. Valeria Valeri ha incarnato l'artista eclettica per eccellenza. Muovendosi con disinvoltura dal comico al drammatico, dal palcoscenico alla televisione, ha saputo regalarci momenti di spettacolo indimenticabili, dosando con gusto competenza e passione. Una passione coltivata fin da giovanissima nella sua Roma - dove nacque l'8 dicembre 1921 -, diplomandosi in recitazione sotto la guida di Elsa Merlini. Il suo debutto avvenne nella Compagnia di Laura Carli nel 1948 e da lì il palcoscenico divenne la sua dimora.



Per oltre cinquant'anni, dal Dopoguerra ai primi due decenni del nuovo millennio, Valeria Tulli - questo il suo vero nome - calcò i palcoscenici di tutta Italia, dividendo la scena con artisti del calibro di Gino Cervi e Andreina Pagnani, ma soprattutto con la Compagnia Attori Associati, fondata da Ivo Garrani, Giancarlo Sbragia e dal suo grande amore, Enrico Maria Salerno. Con quest'ultimo, la Valeri ebbe infatti una lunga relazione sentimentale dalla quale nacque la figlia Chiara - che ha seguito le orme dei genitori. 


Da sinistra, Massimo Farinelli, Valeria Valeri ed Enrico Maria Salerno ne "La famiglia Benvenuti" (1968).

La Valeri e Salerno furono più volte partner in scena sul palcoscenico (ad esempio nel "Sacco e Vanzetti" (1960) di Bragia), ma anche in televisione, dove interpretarono due coniugi in una tipica famiglia borghese degli anni '60 alle prese con i problemi della quotidianità tra figli, lavoro e litigi di coppia nello storico sceneggiato Rai "La famiglia Benvenuti" (1968-1970), diretto da Alfredo Giannetti.


Valeria Valeri con Alberto Lionello ne "L'anatra all'arancia" di Sauvajon (1973).


Ma sul piccolo schermo la Valeri ottenne numerosi consensi non solo da giovane (fu una memorabile madre di Gian Burrasca nel quasi omonimo sceneggiato diretto da Lina Wertmüller) ma soprattutto in età matura, interpretando nonne e madri sui generis in fiction Rai di gran successo come "Compagni di scuola" (2001) e "La Tassista"(2004). Al cinema, invece, la sua presenza fu meno incisiva, ma ebbe un buon riscontro di pubblico e critica nel capolavoro di Vancini "Le stagioni del nostro amore" (1966), ancora accanto a Salerno.



Valeria Valeri ed Enrico Maria Salerno ne "Le stagioni del nostro amore" (1966) di Florestano Vancini.



La sua vera passione, però, rimase fino alla fine il palcoscenico. Tra gli anni '60 e '80 la sua figura energica e volitiva apparve sui più celebri palcoscenici nazionali, non solo con gli "Associati" ma anche con altri grandi interpreti del teatro come Alberto Lionello e Paolo Ferrari. Proprio con quest'ultimo, pochi anni prima dalla sua scomparsa - avvenuta l'11 giugno 2019 -, la Valeri tornò tra le ultime volte in scena, ormai novantenne, prima che una brutta caduta la costringesse a ritirarsi, nonostante una viva volontà di donare ancora tutta se stessa a quelle assi di legno che tanto le avevano dato. 


Valeria Valeri con Paolo Ferrari in "Gin Game" di Coburn  (2013).


Ma sempre meno, rispetto a quanto Valeria Valeri ha dato al teatro e al suo pubblico. Lo stesso che, ad un secolo dalla sua nascita, continua a ricordarla con affetto non solo per la sua immensa bravura ma soprattutto per la sua spontaneità di donna e d'artista.

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