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Visualizzazione dei post da novembre, 2024
LILIANA RIMINI, LA MERAVIGLIA DI UN SOGNO « Non sembra ma ho tanti, tanti anni e tante esperienze […] di coraggio e di forza ». Non sembra, per davvero, osservandola nella sua figura minuta, nel suo sguardo limpido, da anziana rimasta bambina nell’animo, con la capacità di “filosofare”, come avrebbe detto Aristotele, ovvero di guardare il mondo con gli occhi della meraviglia. Liliana Rimini, classe 1929, milanese doc, esuberante ed elegante in un tailleur bianco e nero sembrava una ragazzina nel paese dei balocchi martedì mattina, quando all’Ospedale Antonio Cardarell i di Napoli, frutto dell’estro, della passione e dell’impegno del suo papà, l’architetto Alessandro Rimini, ha visto prendere forma quel sogno custodito per anni in un cassetto e ormai quasi assuefattosi alla polvere del tempo e del rimpianto mai svanito.  Liliana Rimini. Il suo papà, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, soprintendente ai monumenti di Trieste e Venezia Giulia, uno degli architetti più br...
PINO LOCCHI, LA VOCE Era una voce “grande”. Talmente immensa da sentirsi costretta in un corpo elegante, distinto, ma troppo piccolo per le sue potenzialità. È per questo che quando l’’’anima” di Pino Locchi si incarnava nei corpi di uomini prestanti e affascinanti sembrava trovare finalmente soddisfazione. Una voce calda, seducente, ma anche allegra e ironica, specialmente quando si concedeva piacevolmente nel far sentire il suo forte accento romano.  Come nel corpo di Maurizio Arena, il fusto “povero ma bello” protagonista di decine di pellicole di ambientazione popolare romana. Ma quando entrava nel petto di Sean Connery nei panni di James Bond , che sorseggiava Vodka-Martini agitato e non mescolato in dolce compagnia, essa si faceva seria, ammaliatrice ma, a modo suo, anche spiritosa. Come lo era nei panni luridi di Trinità e in tutte le altre vesti  di Terence Hill nelle rocambolesche avventure in coppia con Bud Spencer (la cui “anima”, invece, era quella di Glauco Onorat...
CARLO CAMPANINI: COL SORRISO, COL CUORE Il sorriso del comico e il cuore dell’uomo. Sorriso e cuore erano la sintesi perfetta dell’uomo Carlo Campanini e dell’attore, il grande attore. Il sorriso del comico di talento, che aveva fatto tutto da solo. Imparò il mestiere osservando gli altri, da dietro le quinte, mentre vendeva gazzose in un teatro della sua Torino, tra spettatori pronti ad applaudire o a fischiare con la stessa nonchalance . Poi la grande occasione a vent’anni: Mario Casaleggio, una compagnia prestigiosa, una tournée in Sud America e una commedia che l’avrebbe per sempre legato alla tradizione teatrale piemontese,  Le miserie  ‘ d Monsù Travet . L’impiegato meticoloso, onesto e impacciato a cui ne capitano di tutti i colori.  Quel personaggio si prestava bene alla sua figura grassoccia, a quel faccione che si apriva facilmente al sorriso o declinava in smorfie di tenerezza o disappunto. Il signor Travet rimase per sempre legato al volto di Carlo Campanini...
SERGIO SOLLI, UN GIOVANE APPASSIONATO Ottant’anni. Una cifra importante. Una cifra che avrebbe meritato lusinghieri festeggiamenti per Sergio Solli, un attore che non si è mai “esibito”, se non nel senso prettamente recitativo del termine. Ma purtroppo, un anno e mezzo fa, se n’è andato via, all’improvviso, senza neanche dare il tempo di prenderne piena coscienza. Era tuttavia nel suo stile. Perché per quanto Sergio Solli sia stato un artista trasversale, in grado di esprimersi al meglio a teatro come in una fiction televisiva, non ha mai preteso di apparire a tutti i costi. Merito della lunga e soddisfacente palestra del palcoscenico, che cominciò a calcare giovanissimo, a livello amatoriale, mentre aiutava il suo papà, parrucchiere per signore, nell’antico ed elegante quartiere di Chiaia. D’altra parte, i suoi capelli corvini, pettinati con la brillantina e portati lunghi al punto giusto, lasciavano intendere che fosse un esperto di acconciature. Ma per quanto per un ragazzo nato e c...
BUON COMPLEANNO, GIUSEPPE! Se è vero, come è vero, che egli ha da sempre una profonda gratitudine nei confronti della televisione, posso allora esordire dicendo, con orgoglio e nostalgia, di averlo conosciuto negli eleganti completi del professor Diego Olivares, titolare della prestigiosa Clinica Life in Incantesimo , una delle prime fiction Rai ancora fortemente legate allo “spirito” degli sceneggiati: espressione, in volti e voci, dei più grandi interpreti del teatro nazionale.  Giuseppe Pambieri, infatti, tra i protagonisti di quella serie di successo, condivideva quella esperienza con Paola Pitagora (l’indimenticata Lucia dei Promessi Sposi di Bolchi) e Delia Boccardo, anch’esse formatesi artisticamente sui palcoscenici più prestigiosi. E tanti, di quei palcoscenici, ne ha calcati anche lui, nelle sue ottanta primavere trascorse per lo più sulle quinte, a partire dal “Piccolo” di Milano, sotto la direzione di Giorgio Strehler. Da giovane di bell’aspetto e di ottime promesse pe...
ANDREA BARONI, L’UOMO DEI “TEMPI” In principio, fu Edmondo Bernacca. Alla fine, Guido Caroselli. Ma se è vero che “ in medio stat virtus” , ecco che Andrea Baroni assume un ruolo cardine, come anello di congiunzione tra il passato e il futuro, tra il bianco e nero e il colore, tra la cartina e le immagini satellitari nella storia della meteorologia televisiva. Era il 1973 quando Che tempo fa , la rubrica della Rete uno (poi divenuta Rai 1) dedicata alle previsioni del tempo e affidata alla sapienza, al rigore e alla simpatia del colonnello Bernacca, acquisiva un altro uomo dell’Aeronautica destinato a diventare familiare agli occhi dei telespettatori.  Baffuto, altrettanto elegante, apparentemente più serioso ma in realtà affabile come il collega, Andrea Baroni, classe 1917, dopo una lunga e onorevole carriera militare conclusa col grado di colonnello cominciò ad entrare nelle nostre case con professionalità, certo, ma anche con la giusta dose di ironia. Fu così che Bernacca e Baro...
VITTORIO DE SICA: VOLTO, GESTI E PAROLE DEL CINEMA ITALIANO C’è chi ha amato il cineasta: il pittore degli affreschi neorealisti come Ladri di biciclette e Sciuscià , oppure il “padrino” di Sophia Loren, tra il dramma della Ciociara e la commedia all’italiana di Ieri, oggi, domani . C’è chi ha amato il nobile spiantato, il giocatore d’azzardo e il donnaiolo incallito (in scena come nella vita) di decine di commedie leggere, dove la sua elegante figura, il suo sorriso magnetico e la sicumera dello sguardo lo rendevano innocente davanti a qualunque raggiro o buffo imbroglio. C’è poi chi, come chi sta scrivendo, pur avendolo adorato nei panni di eccentrici e attempati personaggi come il maresciallo Carotenuto cavalier Antonio dei  Pane, amore… , l’ha apprezzato maggiormente da giovane attore, nelle commedie borghesi degli anni ‘30, da Gli uomini, che mascalzoni...  a Il Signor Max , per la regia di Mario Camerini. Ma tutti, tutti quelli che hanno conosciuto l’estro, il talento ...