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 FIORENZO FIORENTINI, "ER PIU'" DE ROMA



"Din don, din don, amore. Cento campane stanno a di' de no". Chi non ricorda queste parole, colonna sonora di un glorioso sceneggiato Rai dei primi anni '70. Chi non ricorda il romanticismo, la dolcezza e il mistero della sigla di chiusura de "Il segno del comando". Parole indimenticabili, a differenza del loro autore. Un grande cultore di cultura. Un attento conoscitore e custode della tradizione poetica e musicale della sua Roma, da Gioacchino Belli a Trilussa e a Ettore Petrolini, passando dall'eleganza di Gastone al "burino" Sor Clemente, da lui ideato e personificato da Alberto Talegalli in voce e volto, tra radio e cinema. 



Fiorenzo Fiorentini, romano di Prati, se ne andava vent'anni fa, il 27 marzo 2003, dopo più di ottant'anni di vita vissuta per amore dell'arte e della cultura romane. Sguardo limpido su un corpo smilzo, Fiorentini ha vissuto più esistenze in una. Paroliere, compositore, sceneggiatore, attore di rivista, teatro e cinema, custode e divulgatore dell'opera petroliniana attraverso un Centro Studi (nel quartiere Testaccio) gestito con passione e impegno fino alla fine. Un artista polivalente, "Er Più" dell'arte scenica romana - potremmo dire citando una celebre pellicola storica di ambientazione capitolina a cui prese parte -, ingiustamente dimenticato. Nel mio piccolo, provo a dare un modesto contributo, riproponendovi l'ampio articolo da me redatto tre anni fa, nell'anniversario della sua nascita. L'articolo è fruibile al seguente link:

https://ilrestodelmarino.blogspot.com/2020/04/fiorenzo-fiorentini-maschera-popolare.html


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