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CARLO LEVI: CUORE SINCERO


Sono trascorsi cinquant’anni da quel 4 gennaio 1975. Carlo Levi lasciò questa terra e mantenne la sua promessa. Quella di ritornare dove si era sentito davvero in comunione con gli altri, prezioso e forse indispensabile. Lui che era un medico ma più che delle sofferenze del corpo amava occuparsi dei problemi dell’animo. 


Aliano, borgo della Lucania orientale, oggi meno di novecento abitanti perduti tra i Calanchi, conserva le spoglie mortali di un uomo costretto al confino in quella landa desolata ma, forse, condotto laggiù per uno strano disegno della Provvidenza. Cristo si era fermato ad Eboli, ricordava il titolo dell’opera che lo ha reso celebre, lui invece era arrivato lì, nel profondo Sud, costretto dalle leggi fasciste e aveva promesso di ritornarci. E così è stato. Perché quei volti affranti di uomini, donne e bambini consumati dalle preoccupazioni e dall’inedia, riprodotti su tele fortemente espressive e cariche di significato, gli erano rimasti nel cuore. Un cuore sincero che non ha mai smesso di battere per ciò che è giusto. Un cuore che ancora oggi è ricordato con affetto in quei luoghi un tempo patrimonio dell’indifferenza e diventati col tempo patrimonio della cultura nazionale. Il cuore di un uomo, un medico di anime, uno scrittore profondo e un pittore attento, che voglio ricordare riproponendovi un ampio articolo che gli dedicai qualche tempo fa, disponibile al link seguente: https://ilrestodelmarino.blogspot.com/2022/11/levi-medico-danime-lanima-non-e-affar.html.


A.M.M.

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