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 IN FEDE, GIORGIO LA PIRA


"L'impegno politico, è un impegno di umanità e di santità: è un impegno che deve poter convogliare verso di sé gli sforzi di una vita tutta tessuta di preghiera e meditazione, di prudenza, di fortezza, di giustizia e di carità". Preghiera e meditazione: parole chiave per una politica volta al benessere sociale, nel senso più evangelico del termine. Non stupisce che a pronunciarsi in questo modo sia stato un uomo che prima di essere un politico, un deputato della Costituente, uno dei fondatori della Democrazia cristiana, era un uomo di fede. Fede sincera, fede incrollabile, fede profonda. 



La stessa fede che portò Giorgio La Pira ai vertici della politica nazionale come umile servitore del popolo. La fede che lo aveva reso illustre e apprezzato docente universitario. La fede che lo aveva portato a consacrarsi, prima come terziario domenicano, poi come francescano. E con la medesima fede guidò Firenze, la sua patria - benché fosse nato a Pozzallo, in Sicilia, il 9 gennaio di centoventi anni fa -, tra gli anni '50 e '60, passando alla storia come il "sindaco santo" e rendendosi artefice di importanti imprese, come il salvataggio della Fonderia del Pignone con l'aiuto dell'Eni di Enrico Mattei. E se si parla di imprese non si può non citare una delle ultime, l'incontro con Ho Chi Minh per chiedere la fine della Guerra del Vietnam. Non si direbbe, a rivederlo in foto e filmati d'epoca: un uomo gracile, dalle grosse lenti e dal sorriso timido, ma dotato di una grande forza conservata anche durante la malattia che se lo portò via a settantatré anni: la fede. Fede nella vita e fede nella sua missione politica. Sempre "in fede", Giorgio La Pira.





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