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 SANDRO BOLCHI: LA CULTURA TELEVISIVA COME "MISSIONE"


La cultura per tutti, la cultura per gli altri. Sarebbe lo slogan più adatto per celebrare degnamente il centenario di Sandro Bolchi (nasceva, a Voghera, il 18 gennaio 1924). Certo, che la cultura fosse al centro dei "pensieri" della Rai delle origini è vero. Ma è anche vero che Bolchi, in vent'anni e più di carriera televisiva, ha dato il contributo maggiore, regalando pagine di letteratura trasformate in immagini vere, intense, affidandosi ai più grandi volti del teatro nazionale. 



Giovane attore, giornalista, critico, regista, Sandro Bolchi ha legato indissolubilmente il suo nome ai grandi sceneggiati, condividendo il primato con altri illustri nomi del piccolo schermo, come Anton Giulio Majano e Daniele D'Anza. Da "Il mulino del Po" con Raf Vallone a "La coscienza di Zeno" con Johnny Dorelli, da "I promessi sposi" con Paola Pitagora e Nino Castelnuovo ad "Anna Karenina" con Lea Massari e Sergio Fantoni, passando per "I miserabili" con Gastone Moschin, Sandro Bolchi ha realizzato piccoli capolavori televisivi. 


In alto, Nino Castelnuovo e Paola Pitagora ne "I promessi sposi" (1968).
In basso, Lea Massari e Giancarlo Sbragia in "Anna Karenina" (1974).


Sequenze di grande impatto e semplicità, frutto di un abile lavoro di sceneggiatura e del talento di grandi interpreti del teatro nazionale magistralmente diretti da Bolchi, sempre attento a ogni dettaglio. Cultura per tutti, cultura per gli altri come missione di vita, la sua, conclusasi nel 2005 ma ancora "viva" in quelle immagini storiche, specchio di una televisione illustre come i suoi grandi protagonisti.

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