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 TITINA DE FILIPPO: COL CUORE IN SCENA


Cuore grande, cuore umile, cuore appassionato. Battiti feroci, forti e decisi fino allo stremo. Forse anche per questo quel cuore la tradì, sessant'anni fa, portandosela via per sempre. Eppure Titina De Filippo, con quel cuore, costruì una carriera senza precedenti. Vero che era figlia di Scarpetta. Vero che aveva iniziato a recitare da bambina perfino in ruoli maschili (Peppiniello di "Miseria e nobiltà"). Vero anche che fosse un'artista a tutto tondo (scrittrice, poetessa, pittrice), ma la verità è che Titina De Filippo metteva il cuore in tutto ciò che faceva. Filumena Marturano, il personaggio che il caro fratello Eduardo ideò per lei, esprime forse al meglio ciò che è stata Titina per il teatro italiano. 




Un'attrice superba, una interprete vera. Una che viveva tutto con intensità, con ogni singolo battito di cuore. E non solo quando recitava un dramma, una pièce teatrale. Anche al cinema, in ruoli comici, come quello della tirchia moglie di Totò che finge di essere stato rapito da un bandito per estorcerle soldi ("Totò, Peppino e i fuorilegge"), Titina De Filippo dimostrava ad ogni battuta una naturalezza espressiva e interpretativa tipica di chi ci mette il cuore. E con amore, con tenerezza ma anche con fermezza, da brava sorella maggiore, Titina gestì il difficile rapporto tra i suoi fratelli, Eduardo e Peppino, anche dopo il celebre litigio che vide sciogliersi la Compagnia "I De Filippo" e i due uomini intraprendere strade diverse (sebbene con ottimi risultati per entrambi). Ma si sa, quando un cuore batte troppo, troppo forte, in scena o fuori, prima o poi si ferma. E si fermò, quel 26 dicembre 1963, dopo un'esistenza vissuta pulsazione dopo pulsazione, palpito dopo palpito. Palpiti d'arte in cui Titina De Filippo, ancora oggi, racconta la sua storia.

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