Passa ai contenuti principali

 LAURA ADANI, "NOBILE" ATTRICE


Non si può dire che fosse bella, eppure il suo volto affilato e deciso brillava di una luce incantevole. Elegante nei gesti e negli abiti, aristocratica nel portamento, prima di diventare nobile per vincoli coniugali Laura Adani aveva già svelato le sue regali doti artistiche. 



Nata a Modena centodieci anni fa, il 7 ottobre 1913, figlia di famiglia modesta, la Adani si dimostrò precocemente interessata a quelle assi di legno che per decenni avrebbe calcato con rigore e maestria. Appena quindicenne esordì nella compagnia di Tatiana Pavlova, poi passò alla "Zabum" di Mario Mattòli e da lì in seguito, tra drammi e commedie, tra gravità e leggerezza, divise le quinte con i più grandi attori italiani, da Umberto Melnati a Vittorio De Sica, da Ernesto Calindri a Vittorio Gassman passando per Renzo Ricci, con il quale diede vita ad un lungo e proficuo sodalizio artistico. 


Laura Adani in scena con Renzo Ricci in "Noi giovani" di Giuseppe Adami nel 1938.

                           

Dotata di una vis recitativa non comune, di forte presenza e grande temperamento, Laura Adani ha recitato Shakespeare, Pirandello, Cocteau, Beckett (la prima a farlo in Italia), passando con disinvoltura dai ruoli brillanti - a lei più congeniali - a quelli drammatici. 


Laura Adani in scena con Vittorio Gassman ne "La macchina da scrivere" di Cocteau nel 1945.


Molto attiva anche in televisione, tra pièce e sceneggiati, lavorò meno sul grande schermo dove però offrì una gradevole e incisiva interpretazione in "Arrangiatevi" di Mauro Bolognini, nei panni della disperata moglie di un callista (Peppino De Filippo) che, in una Roma del Dopoguerra povera di soldi ma ricca di speranza, si ritrova a vivere in una ex casa di tolleranza con due figlie illibate scambiate per "signorine" e un anziano padre (Totò) che in quel luogo rivive ricordi di gaia gioventù. 


Da sinistra, Totò, Laura Adani e Peppino De Filippo in "Arrangiatevi" (1959) di Mauro Bolognini.

                                 

Una delle sue rarissime parti di rilievo al cinema ma sicuramente quella più intensa, espressa in volto, corpo e animo come se si trovasse sul palcoscenico. Quel palcoscenico che lasciò per amore, dopo la morte del primo marito, il duca Luigi Visconti di Modrone (fratello del regista Luchino) e le seconde nozze con l'ammiraglio Ernesto Balbo Bertone conte di Sambuy, col quale visse in una villa ai piedi della collina torinese - dove se ne andò il 30 agosto 1996. Ma più che duchessa, più che contessa, Laura Adani era una "nobile" attrice: raffinata ed energica, misurata e passionale. Qualità da incoronare sul sacro altare dell'arte scenica nazionale a perenne memoria.





Commenti

Post popolari in questo blog

DON CARLO CASCONE, IL RICORDO DI UN SORRISO DOLCE Braccia dietro la schiena, busto leggermente inclinato in avanti e su, un piede dopo l’altro, per la salita di Sant’Antuono, col basco calcato in testa e la tonaca svolazzante. Me lo ricordo così, don Carlo Cascone, quando la mattina, con la pioggia o con il sole, veniva a celebrare la messa feriale a pochi passi da casa mia, nella chiesetta di Sant'Antuono. Ci incontravamo sempre: io andavo a scuola e lui usciva dalla chiesa, a messa finita, fermandosi a parlare con i suoi parrocchiani, tra cui c’erano anche le mie nonne, Rosa e Assunta. Classe 1920, nativo di Lettere, vicino Napoli, don Carlo ha trascorso per oltre cinquant’anni la sua vita, terrena, spirituale e missionaria, a Lagonegro, in provincia di Potenza, dove è stato ordinato sacerdote nel 1943.  Monsignore per merito e per grazia dei suoi fedeli, prete saggio, generoso e popolare, devotissimo della Madonna di Sirino, al cui seguito, per decenni, è salito sulla vetta del ...
LILIANA RIMINI, LA MERAVIGLIA DI UN SOGNO « Non sembra ma ho tanti, tanti anni e tante esperienze […] di coraggio e di forza ». Non sembra, per davvero, osservandola nella sua figura minuta, nel suo sguardo limpido, da anziana rimasta bambina nell’animo, con la capacità di “filosofare”, come avrebbe detto Aristotele, ovvero di guardare il mondo con gli occhi della meraviglia. Liliana Rimini, classe 1929, milanese doc, esuberante ed elegante in un tailleur bianco e nero sembrava una ragazzina nel paese dei balocchi martedì mattina, quando all’Ospedale Antonio Cardarell i di Napoli, frutto dell’estro, della passione e dell’impegno del suo papà, l’architetto Alessandro Rimini, ha visto prendere forma quel sogno custodito per anni in un cassetto e ormai quasi assuefattosi alla polvere del tempo e del rimpianto mai svanito.  Liliana Rimini. Il suo papà, diplomato all’Accademia di Belle Arti di Venezia, soprintendente ai monumenti di Trieste e Venezia Giulia, uno degli architetti più br...
GRAZIE, PAPA FRANCESCO! Ho fatto quello che abbiamo fatto un po’ tutti, quello che lui stesso ci ha sempre chiesto. Ho pregato per lui. L’ho fatto per stima, fede e paura.  La paura che potesse abbandonarsi, che la sua ultima immagine rimanesse celata nelle stanze del Policlinico Gemelli. Oggi molti di noi potrebbero  pensare che sia stato tutto vano. E invece no, perché ciò gli ha permesso di resistere e non risparmiarsi fino alla fine. Papa Francesco ha lasciato  quell’ospedale: provato, stanco, aggrappato alla sedia a rotelle come a quella speranza che non ha perso mai. È tornato a casa sua. Ha continuato   a lavorare, anche durante la sua lunga degenza. Ha nominato nuovi cardinali, ha lanciato messaggi di pace.  Ha parlato di guerre inutili, di atroci   sofferenze. Ha incontrato i Reali e il Vice Presidente americano Vance. Ha parlato di Pasqua e di Resurrezione. Ieri mattina ha augurato Buona   Pasqua al popolo di Dio riunito a San Pietro e ha vol...