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 UN "SORPASSO" LUNGO SESSANT'ANNI: BUON FERRAGOSTO!


 Era il 15 agosto 1962, giorno più, giorno meno, quando Dino Risi girò le primissime riprese di quello che sarebbe diventato un capolavoro: "Il sorpasso". Più che un film un documentario storico-sociale, un'analisi sociologica e antropologica del "Boom economico" e dell'Italia dei primi anni '60, quella della "Supercortemaggiore, la potente benzina italiana" e delle Fiat 600 sovraccaricate, tra uomini e bagagli, contro ogni legge di gravità. A raccontare quel Paese, quello delle autostrade ancora assenti (la A1, l'Autostrada del Sole, era in costruzione), sono le strade "consolari", che si riempivano di piccole e grandi auto, di camion coi rimorchi, di Lambrette, Vespe,  side-car e qualche bicicletta. Loro, le "consolari", sono le vere protagoniste di un progresso che correva veloce, come le auto nei giorni di festa, verso freschi lidi e amene località montane. 



Le Aurelia, la strada e l'auto omonima guidata dal "fanfarone" Bruno Cortona/Gassman, rappresentano l'emblema di un film che racconta, on the road, atmosfere e sentimenti di un Paese attraverso gli occhi di un giovane studente universitario, Roberto/Jean-Louis Trintignant, in preda a timori e insicurezze, battezzato alla vita da un donnaiolo e incallito macinatore di chilometri e di avventure, sicuro di sé, spavaldo, apparentemente interessato solo al divertimento. Un po' come quell'Italia lì, ben diversa da quella agricola e provinciale che era stata soltanto qualche anno prima, quando si costruiva mattone su mattone, sacrificio su sacrificio per allontanare i ricordi bui della guerra. Sono passati sessant'anni da quel Ferragosto. Tanto è cambiato, in meglio e in peggio, ma le paure e le insicurezze di quel Roberto e la strafottenza di Bruno sono caratteri ancora vivi nel popolo italiano. Quel che manca, però, è la spensieratezza di quel tempo dove tutto sembrava possibile, anche girovagare tra il litorale romano e la Toscana senza una meta, in un caldo giorno d'estate, per capire e per capirsi, come quello studente che, prima di schiantarsi e morire per colpa dell'eccessiva  sicumera del suo incauto compagno di viaggio, comprende che la vita è troppo breve (e lo prova sulla sua pelle) per lasciarsi sopraffare dalla paura. Il prossimo dicembre, saranno esattamente sessant'anni dall'uscita de "Il sorpasso" nelle sale italiane e ne riparleremo. Ci tenevo però, in questa precisa data, a ricordare quanto accadde sessant'anni fa, anche perché ci troviamo in un momento veramente particolare. Poco tempo fa, Jean-Louis Trintignant è volato via, quasi sessant'anni dopo il "suo" Roberto. Il primo settembre, invece, saranno cento anni dalla nascita del "fanfarone" Vittorio Gassman. Solo coincidenze? Può darsi, ma è di sicuro un motivo in più, in questo giorno speciale, per rendere omaggio a due grandi protagonisti del nostro cinema e ad un film straordinario. Buon Ferragosto!


      A.M.M.

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