MARIO, IL COMMENDATOR CAROTENUTO Aveva una eleganza innata e una disinvoltura che risplendevano, in tutta la sua massiccia corporatura, in abiti distinti e in sorrisi beffardi. Non a caso la fama di Mario Carotenuto è legata alla riproposizione, quasi ciclica e costante, dei medesimi personaggi. L’industriale, il commerciante, il discografico, il padre di famiglia benestante, il seduttore di provincia con la moglie insipida e l’amante maliarda. Tra gli anni ’50 e ’60 non c’è commedia farsesca, musicarello o melodramma sentimentale che non l’abbia visto tra i protagonisti. Capello brizzolato, ventre pingue elegantemente avvolto in immacolate camicie e giacche su misura, cravatta ben annodata al collo. Busto eretto, mani in tasca e quello sguardo fiero e buffo dietro spesse lenti che divennero il suo tratto distintivo. L’inconfondibile figura di Mario Carotenuto è stata senza dubbio tra le migliori del nostro cinema, ma la sua esperienza artistica lo ha visto esprimersi ...
CIAO, ANTONELLO! « Ci sono della gente che stanno a pezzi » diceva il “suo” Cesare Cesaroni, oste della Garbatella. E quella gente sta o meglio “stanno” soffrendo davvero. Perché Antonello Fassari era un volto molto amato. La televisione, dai tempi di Avanzi , fucina di comici e talenti insuperati, dove “osò” imitare la Sora Lella, lo ha reso una piccola celebrità, dandogli la definitiva affermazione nei panni del fratello maggiore di Giulio (Claudio Amendola) nella fiction Mediaset I Cesaroni che prossimamente tornerà sui nostri schermi. Zio Cesare, tirchio, burbero, apparentemente antipatico ma in realtà uomo dal core grande era pronto a indossare di nuovo la parannanze per spillare birre e svuotare damigiane di vino novello dietro a un bancone, con la stessa gioia di molti altri protagonisti della serie. Antonello Fassari, va detto, al di fuori di quei panni, è stato molto altro. Il diploma all’Accademia d’arte drammatica, gli esordi in teatro con Luca Ronconi e ...