SORA LELLA, NONNA FELICITÀ
Una vita di privazioni, di sofferenze, di dolori, ma senza mai perdere la speranza. E infatti, sul viale del tramonto, quando ormai non ci si aspetterebbe più nulla, su quel volto pacioso solcato dai segni del tempo si aprì un sorriso. Non perché Elena Fabrizi non avesse sorriso mai prima, anzi. Da buona romana cresciuta a due passi da Campo de’ Fiori, madre di famiglia, proprietaria di una piccola trattoria divenuto un celebre e rinomato ristorante, la Sora Lella conosceva bene le difficoltà dell’esistenza umana. Proprio per questo esorcizzava tutto con battute lapidarie, pillole di saggezza, consigli sinceri rafforzati con parole forti e quella grassa risata che ancora riecheggia nelle nostre orecchie.
Sorella piccola del grande Aldo, figlia di un vetturino morto quando lei aveva appena due anni, cresciuta nel cuore della vecchia Roma, Elena Fabrizi aveva un sogno: raccontare la propria esperienza. Non recitare, perché di finto in lei non c’è mai stato nulla. La Sora Lella ha semplicemente portato in scena ciò che aveva dentro. La sua esperienza personale, le sue avventure, i suoi piatti prelibati, la sua voce roboante e caciarona che dai microfoni di Radio Lazio suggeriva a mogli cornute di dare una bella “pizza” ai loro mariti e metterli alla porta se si comportavano male. Carlo Verdone, all’ascolto, rimase affascinato da quella vecchia romana burbera e tenera al tempo stesso e così la consacrò per sempre alla fama cinematografica nazionale prima con Bianco, rosso e Verdone, poi con Acqua e sapone, che valsero alla Sora Lella rispettivamente un Nastro d’argento e un David di Donatello tra il 1981 e il 1984. Elena Fabrizi diventò così una piccola-grande star, tra ospitate a Bontà loro e Maurizio Costanzo Show, trippe alla romana e succulenti bucatini all’amatriciana preparati a favore di telecamera nelle primissime trasmissioni di cucina, ma anche spettacoli teatrali e qualche altro film di minor interesse. Una breve ma intensa parentesi felice per una donna che non aveva mai preteso tanto. La felicità della nonna romana che tutti avremmo voluto avere: affettuosa, sincera e risoluta. Ebbene, a centodieci anni dalla sua nascita, vi invito a leggere al link seguente l’ampio articolo che le dedicai nel trentennale della sua scomparsa. Un po’ per piacere di chi conosce già, un po’ per curiosità di chi non conosce appieno la sua storia e un po’ per rendere grazie di quella felicità a lei stessa, che l’ha desiderata, l’ha vissuta e l’ha saputa ricambiare.
https://ilrestodelmarino.blogspot.com/2023/08/fabrizi-pillole-di-esistenza-umana-sul.html
A.M.M.
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