IL DOGUI, UN SORRISO DA POLE POSITION
Rolex d’oro al polso, sigaretta nella mano sinistra, bicchiere di whisky nella destra. Sembra di vederlo, Guido Nicheli, tra le spiagge della Costa Azzurra e le baite di Cortina e St. Moritz. A bordo di auto sportive di “grande libidine”, che fosse un’Alfa o una Porsche, con la moglie bella ma frigida e l’amante giovane e disponibile. Il “cumenda” per antonomasia, sicuro di sé e della propria presunta superiorità,
pronto ad apostrofare, con la sua tipica calata milanese infarcita di parole “british”, l’”animale” di turno, che fosse un domestico di colore o il borgataro romano arricchito che ha occupato il suo posto barca a Montecarlo.
Guido Nicheli, per tutti il Dogui, avrebbe compiuto novant’anni oggi e sicuramente ci avrebbe ancora regalato perle di straordinaria comicità. Battute entrate nella storia del cinema come “Alboreto is nothing!”, dopo una performance di 2 ore, 54 minuti e 27 secondi alla guida per fare Milano-Cortina, oppure “Sole, whisky e sei in Pole Position!”, prendendo il sole sulla neve.
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| Guido Nicheli, in alto, con Stefania Sandrelli, in basso, con Roberto Della Casa in "Vacanze di Natale" (1983) di Carlo Vanzina. |
Battute tratte da uno dei suoi film più celebri “Vacanze di Natale" ’83 dei fratelli Vanzina, come un altro capolavoro in cui ebbe un suo ruolo, “Sapore di mare” - sempre dei Vanzina -, dove era il marito di una bellissima e annoiata Virna Lisi. E come dimenticare il mitico commendator Zampetti, produttore di insaccati, padre della bella Sharon ne “I ragazzi della 3a C”, serie di culto quasi quanto lui.
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| Da sinistra, Gianni Ansaldi, Virna Lisi e Guido Nicheli in "Sapore di mare" (1983) di Carlo Vanzina. |
Perché il Dogui è diventato egli stesso un simbolo: quello della Milano da bere, il “cumendatur” anni ’80, brillante, arrivista, impeccabile nei suoi abiti, sportivi o eleganti, a seconda delle esigenze. Un po’ razzista, donnaiolo incallito, ma dotato della sicumera della parola pungente e ironica da strapparti sempre un sorriso. Un sorriso come il suo, ironico, beffardo, malizioso e irresistibile.
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| Guido Nicheli con Sharon Gusberti ne "I ragazzi della 3a C"(1987-1989). |
La parabola del Dogui si concluse tristemente nel 2007, quando venne colpito da un ictus. Ma anche alla fine, nel passaggio dal mondo dei vivi a quello dei morti, volle avere un’ultima lapidaria parola, anzi tre, facendo scrivere sulla sua lapide un’altra celebre frase del suo repertorio: See you later, ci vediamo presto. E per chi l’ha amato e crede in una vita altrove, è una grande consolazione.





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