CIAO, BEPPE!
Non prendersi mai troppo sul serio. Credo sia stato questo il suo segreto. Un uomo gentile, in abiti, gesti e parole. Preparatissimo, con una carriera intensa e soddisfacente, passando dalla direzione d’orchestra all’arrangiamento musicale fino alla musicoterapia. Un maestro che non si è mai vantato di sé. Beppe Vessicchio è stato l’incarnazione stessa del pop, del popolare.
La barba curata, i papillon, gli immancabili panciotti sotto giacche sobrie sono stati il suo tratto distintivo, oltre la musica. La musica che amava, la musica per cui viveva. E che si trattasse di comporre, di studiare armonie che favorissero la coltivazione del pomodoro o di dirigere l’orchestra al Festival di Sanremo, era la medesima cosa. Beppe Vessicchio faceva tutto in punta di piedi e in punta di bacchetta: con professionalità, garbo e ironia. Sì, perché un uomo che non si prende troppo sul serio è disposto anche a diventare un fenomeno di costume, a giocare su se stesso e con se stesso, senza mai perdere il suo aplomb. Anche quando commentava le canzoni in gara a Sanremo sul divano dei The Jackal. Perché sì, Vessicchio all’Ariston ci ha lasciato il cuore, oltre la bacchetta da direttore d’orchestra. Non escludo, tra qualche mese, possa tornare a riprenderli. Ciao, Beppe!
A.M.M.

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