ADDIO, KESSLER!
Insieme, sempre. E non solo per genetica simbiosi, come ci si aspetterebbe da due gemelle omozigoti. Insieme perché solo così, insieme, sono riuscite a vivere come volevano. Insieme sono venute al mondo, nell’agosto del 1936 in Sassonia, nella Germania Orientale. Insieme sono fuggite da lì, verso Ovest, e insieme hanno abbandonato una famiglia difficile e un destino che non volevano fosse il loro.
Insieme hanno iniziato a danzare. E poi a cantare, sedurre e affascinare, con quelle gambe che sembravano infinite, come il vortice della perdizione. Insieme hanno esordito sui palcoscenici germanici, insieme si sono fatte ammirare al Lido di Parigi tra le Bluebell e infine insieme sono approdate lì dove hanno conosciuto la fama, quella eterna: la televisione italiana. Quando il varietà si chiamava Antonello Falqui, gli schermi erano in bianco e nero e per non essere giudicate troppo “audaci” bisognava coprirle, quelle gambe, con dei pesanti collant neri che non riuscivano a contenere l’incontenibile leggerezza della fantasia. Studio Uno, Canzonissima, Milleluci. Da-da-un-pa, Pollo e champagne, La notte è piccola. Gli sketch con Sordi (anche al cinema), le sfide musicali con Mina e Raffaella Carrà. Biondi capelli, sorrisi splendenti, stacchi di cosce su passi di Don Lurio. Sempre unite, sempre insieme. Insieme hanno gioito, desiderato, amato. Insieme hanno voluto lasciare questo mondo. Eppure, insieme, sono rimaste qui. Insieme nei ricordi, insieme nella storia della Radiotelevisione italiana. Insieme in un passo di danza infinito quanto le loro gambe. Infinito come il sospiro di chi, insieme a loro, ha osato sognare la libertà. Addio, Kessler!
A.M.M.

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