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GIORGIO NAPOLITANO: CULTURA, INTELLIGENZA E MORALE POLITICA


«Nessuno stato europeo può illudersi di contare solo sulle sue forze». Partire da tale concetto per ricordarlo in un momento storico come questo, credo sia quanto mai illuminante nel nostro grigio presente. Giorgio Napolitano nasceva cento anni fa, in quella Napoli culla di culture, di artisti, teatranti, musicisti ma anche di giuristi, uomini politici e delle istituzioni. Egli è stato indubbiamente uno dei più carismatici, autorevoli e ironici presidenti della Repubblica. Forse tra i più amati, assieme a Sandro Pertini, Carlo Azeglio Ciampi e al nostro “indispensabile” Sergio Mattarella, che come Napolitano ha avuto il coraggio di accettare un secondo mandato presidenziale. 



Egli è stato un uomo concreto, un comunista che non ha mai rinnegato i propri valori ma che ha anche saputo riconoscere gli errori del partito sovietico, come fatto anche da Togliatti e da Berlinguer (in condizioni differenti). Giorgio Napolitano, però, è stato un politico di ampio respiro. Dalla Camera dei Deputati al Parlamento Europeo, ha affrontato un lungo percorso ai vertici dei sacri scranni, fino a quando, nel 2006, salì al Quirinale con la consapevolezza che non sarebbe stato facile assurgere al delicato compito. Così come, nel 2013, decise di restare al suo posto, accettando un secondo incarico in un periodo ancora più critico. Ma Giorgio Napolitano era un uomo di cultura e di concretezza, un comunista coriaceo e un uomo politico spinto dalla passione per una missione tanto affascinante quanto “sporcata” dal senso comune, che vede nella gestione della cosa pubblica tutti i mali del secolo. E non perché non ci siano, tutt’altro. Ma perché pur essendoci essi non potranno mai distruggere lo spirito puro e onesto della politica tout court. Giorgio Napolitano è stato anche, come rivelato dalle sue parole, un convinto europeista. Nel 2010, dopo un incontro con l’allora presidente americano Barack Obama, Giorgio Napolitano disse a chiare lettere che gli stati europei non esistono se continuano a pensare ciascuno con la propria testa senza tenere conto della opinione altrui. Sergio Mattarella, in questi mesi e nelle ultime settimane, nel paventato scenario che vede l’Europa sgretolarsi davanti allo strapotere dell’America trumpiana, della Russia di Putin e delle singole nazioni del Vecchio Continente che non riescono a trovare un accordo che permetta loro di vivere pacificamente sotto le loro bandiere issate a Bruxelles, ha ribadito il medesimo concetto quasi con le stesse parole. Eppure, dall’alto dell’imparzialità di una figura extra partitica come il Capo di Stato, qualcuno potrebbe obiettare che le stesse cose, dette da un comunista e da un democristiano, siano quanto meno insolite. Ma ciò significherebbe dimenticare la Storia (e non è così insolito al giorno d’oggi), quella che ha visto comunisti, democristiani, socialisti, liberali fondare la Repubblica. Significherebbe rinnegare che, su fronti opposti, il Partito Comunista e la Democrazia Cristiana hanno retto il fragile equilibrio su cui si è sempre adagiato il nostro Paese, al confine tra Occidente e Oriente, tra ovest ed est. E significherebbe rinnegare anche la nostra Madre Europa, figlia del lavoro collettivo di uomini di idee, principi e risorse differenti, ma uniti da un pensiero comune: il benessere transnazionale. Giorgio Napolitano si è nutrito di questo pensiero e lo ha fatto proprio. Ha guidato l’Italia in balia di professori, leader carismatici dalla sorridente faccia di bronzo, tecnici e “rottamatori” facendosi garante anche delle loro debolezze. Ma ha soprattutto operato affinché il nostro Paese conservasse la propria posizione sullo scacchiere internazionale nel rispetto dell’interesse dei singoli e di quello globale. La Storia prosegue, tra evoluzioni e involuzioni, tra piedi in fallo e salti mortali. La politica resta sempre qualcosa, per molti, di dubbia moralità. Ma la morale politica esiste e non è roba da bacchettoni. La morale politica è figlia della cultura e dell’intelligenza. Tramandare memoria viva di chi, al netto di errori umani, non l’ha mai dimenticato operando sempre secondo coscienza, serve a mantenere accesa la speranza di un futuro diverso.


A.M.M.



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