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CARLO LIMA, UN FIGLIO TRA I FIGLI DEL “MAESTRO” EDUARDO


Bello, elegante, raffinato. Recitazione calda e misurata. Uno dei più promettenti attori eduardiani, ma anche l’unico ad aver abbandonato tutto nel pieno del successo e per un atto d’amore. Pur continuando altrove a raccogliere lodi e apprezzamenti sinceri. Carlo Lima era un giovane di limpidissime speranze quando, a metà anni ‘50, ebbe l’occasione di entrare nel mondo del teatro napoletano dalla porta principale.




Nato a Napoli novant’anni fa, l’8 maggio del 1935, nipote di un celebre tenore, Carlo Lima si appassionò alla recitazione fin dall’adolescenza. A notarlo fu Pietro Carloni, marito di Titina De Filippo, garantendo per lui e presentandolo al “maestro” e cognato Eduardo, che lo accolse prima nella Scarpettiana, poi nella sua compagnia, dove Carlo Lima riuscì a esprimere al meglio il proprio talento. Diventò così uno dei bravissimi, intensi e naturalmente appassionati giovani interpreti delle più belle commedie di Eduardo De Filippo. Assieme a Gennarino Palumbo e ad Antonio Casagrande, Carlo Lima apparve nelle primissime trasposizioni televisive delle sue opere. È stato Vittorio Elia in Natale in casa Cupiello. Riccardo, il camiciaio dongiovanni, uno dei tre figli di Filumena Marturano. Il feritore ‘O Nait ne Il sindaco del Rione Sanità, ma soprattutto Amerigo Paternò in Peppino Girella



In alto, da sinistra, Pietro Carloni, Carlo Lima e Eduardo De Filippo in “Natale in casa Cupiello” (1962).
In basso, da destra, Antonio Casagrande, Regina Bianchi, Gennarino Palumbo e Carlo Lima in “Filumena Marturano”(1962).


Alto, distinto, di gran bell’aspetto, Carlo Lima riuscì a farsi strada, ma nella sua vita c’era qualcosa che contava molto di più. L’amore di sua moglie, e di sua figlia. Dopo il matrimonio con una soubrette americana, da cui ebbe una figlia, Valentina, Carlo Lima decise di lasciare Napoli e trasferirsi negli Stati Uniti per seguire la sua famiglia, abbandonando così il teatro e una carriera in piena ascesa. 


In alto, Carlo Lima e Giuliana Lojodice in “Peppino Girella” (1963).
In basso, Carlo Lima e Ugo D’Alessio ne “Il sindaco del Rione Sanità”(1964).


Tuttavia, oltreoceano, Carlo Lima ebbe modo di reinventarsi. Dotato di una bella voce, avvolgente, morbida, da buon nipote d’arte, si diede alla lirica col nome di Giancarlo Lima, incidendo dischi e esibendosi in lunghe tournée portando in alto la bandiera della canzone italiana (e napoletana). In Italia, però, di tutto questo si è sempre saputo poco. Carlo Lima se ne è andato a ottantatré anni, il 25 febbraio 2018, lontano da quella Napoli che aveva visto emergere il suo talento. Ma il teatro napoletano in generale, quello di Eduardo De Filippo in particolare, non può e non deve dimenticare. Perché Gennarino Palumbo, Antonio Casagrande e tanti altri giovani “più giovani”, come Luca De Filippo e Marzio Onorato,  sono ancora oggi conosciuti e apprezzati come “figli” di Eduardo e della sua immensa scuola. E Carlo Lima non è stato mai da meno, come è ancora oggi provato dalle primissime edizioni televisive di quelle straordinarie commedie. D’altra parte, fu Eduardo stesso a scriverlo: «E figlie so’ figlie, e so’ tutte eguale».

A.M.M.

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