PINO: SETTANT’ANNI TRA NOI
«E vivrò, sì vivrò […]/Fra i ricordi e questa strana pazzia/ E il paradiso, che forse esiste». Tra le righe, quasi sibillino, con quella voce sottile, inconfondibile, ma ce l’aveva annunciato. Perché nella sua musica, tra note e parole, svelava sempre la parte più profonda di sé. Pino Daniele si raccontava: tra i suoi amori senza fine, le sue pazzie, tazzulelle ‘e café e l’affetto profondo, misto a rabbia mai divenuta rassegnazione, per la sua adorata Napoli.
E così in Quando, un brano che parla d’amore, di malinconia, ma anche di speranza, Pino ci aveva preannunciato che la sua vita non avrebbe mai avuto fine. Che in sostanza avrebbe vissuto in eterno. Tra gli arpeggi di una chitarra su una melodia blues. Fra i ricordi dei suoi cari, dei suoi amici e della gente che gli ha sempre dimostrato il proprio affetto. Nella «strana pazzia» che dilaga nei vicoli e nel ventre vulcanico della vecchia Napoli, chiassosa, colorata, vergine immacolata e donna viziosa, delinquente e onesta, gentile e scostumata. Ma ci parlò anche del Paradiso. Ebbene, andare in Paradiso, in qualche modo, non significa forse continuare a vivere sotto altre forme? Chi crede lo sa, ma chiunque può assentirlo col beneficio del dubbio. E allora sì, Pino sta vivendo. Quaggiù tra ricordi e follie. Lassù, invece, con la chitarra in mano per festeggiare i suoi settant’anni e il suo onomastico, magari in compagnia del “suo” santo, San Giuseppe. Perché si sa, per i napoletani e per i popoli del Sud in generale i santi sono amici con cui parlare, discutere e confidarsi. E Pino parla e ride con San Giuseppe, si scambia gli auguri di buon onomastico e gli canta qualcosa alla chitarra, mentre il falegname posa la “mazzarella” sulle ginocchia e porta il tempo con le mani. La canzone di Pino preferita da San Giuseppe? Direi Yes I Know My Way, perché sicuramente questa frase gli ricorda tanto la determinazione e la tenacia del proprio “Figlio”. Ma battute a parte, sono convinto davvero che Pino Daniele sia in Paradiso. Come sono convinto che sia ancora presente tra noi. Perché Pino è vivo. Lo sono il suo sorriso, la sua musica, i suoi ricordi e le sue pazzie. Come sono “vivi” i suoi settant’anni. E allora auguri, Pino!
A.M.M.
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