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 ROCKY ROBERTS: UN RAGAZZO TREMENDO

Con tutte le ragazze era sempre tremendo, ed era pronto a “buttarsi” per stare con loro. Profilo scuro, occhiali neri, grandi sorrisi e abiti scintillanti. Si piegava, si contorceva, urlava con la sua voce blues carica di energia.



Parlare di Rocky Roberts significa rivivere pagine di musica italiana per nulla dimenticate. Juke-box perennemente ingozzati di cento lire, piste gremite di ragazzi in blu jeans e signorine in minigonna e radio sintonizzate sulle frequenze di Bandiera gialla con Arbore e Boncompagni che portarono nel Belpaese quel ragazzone americano dinoccolato che aveva un passato da marinaio, pugile e cantante sulle navi da crociera, prima di spiaggiarsi sulla Costa Azzurra e diventare il re del rock’n’ roll dopo un premio a Cannes. Rocky Roberts deve la sua fama all’Italia, alle ragazzine Yé-Yé, ai musicarelli di Fizzarotti, al Festivalbar e a Canzonissima, al Piper Club di Roma e alla Bussola di Viareggio. La sua è stata una vita ricca di musica e di esperienze, di tournée tra Europa e America, ma con un cuore che ha sempre parlato un italiano maccheronico e che ha smesso di battere il 14 gennaio 2005, stroncato da un tumore nella sua casa romana. Ciononostante, vent’anni dopo, Rocky Roberts continua ad essere quel “ragazzo tremendo” che dispensava sorrisi e simpatia al ritmo di musica nell’Italia di fine anni ‘60, tra 45 giri e hit-parade. Tra emozioni e ricordi.

A.M.M.

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