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 "LA SOLITUDINE" DI UN NUMERO PRIMO


Sono trascorsi trent'anni eppure quella melodia, così dolce, semplice e orecchiabile appare ancora moderna. Era il 27 febbraio 1993 quando, sul palco dell'Ariston, "La solitudine", brano d'esordio della cantante Laura Pausini, si aggiudicava il primo posto nella sezione "Novità". Osservando immagini e video dell'epoca, emerge chiaramente quanto tempo sia passato da allora. La Laura Pausini di oggi è molto diversa. Rivederla neanche ventenne, con un pettinatissimo "caschettone" e la giacca dalle grosse spalline e dal bavero bordato d'oro, grintosa ma anche timida, sembra lontana anni luce dalla "regina" delle arene e degli stadi che abbiamo imparato ad amare in questi tre decenni. 




Laura Pausini non è più la scolaretta delusa dal suo ragazzo, Marco, che "se n'è andato" perché la famiglia di lui si è trasferita in un'altra città. La paura di stare da soli, di aver perso chi si ama, il bisogno di chiedersi se l'altro provi gli stessi sentimenti, il "cuore" di quel brano (scritto e musicato da Pietro Cremonesi con la collaborazione di Federico Cavalli) così caro alla cantante romagnola era adatto ad una ragazza che si affacciava per la prima volta al mondo della musica con tante speranze e mille paure. Il talento, la voce inconfondibile, la tenacia ce li ha dimostrati fin da quel lontano febbraio, quando Pippo Baudo, in elegante smoking, presentò a tutti quello "scricciolo" destinato a diventare una "fiera" volitiva e decisa, orgoglio italiano dai palcoscenici di tutto il mondo, pluripremiata e applaudita. Ma c'è una cosa, c'è una cosa che non è per niente cambiata in tutti questi anni: la luce nei suoi occhi. La luce dell'ingenuità, della meraviglia, dell'amore. Laura Pausini è sempre rimasta fedele a se stessa, conservando l'umiltà e la gentilezza di una ragazza che, da buon "numero primo", come scriveva qualcuno, ha saputo fare de "La solitudine" la rampa di lancio verso un futuro di buona musica, affetti, passione e successo.

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