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 ROSETTA CALAVETTA: DOLCI "CORDE", PER DOLCI DIVE


Allegra, squillante, ammaliante. Una voce inconfondibile legata per sempre al volto e alle grazie delle grandi star hollywoodiane, e non solo. Rosetta Calavetta, come molte doppiatrici, ha avuto la sfortuna di celare per decenni il suo volto. Perché ciò che il pubblico ha potuto scoprire di lei, è stata la voce: calda, sensuale, briosa. 



Palermitana di nascita - avvenuta il 27 agosto 1914 - ma romana d'adozione, sbarcò a Cinecittà negli anni '30 con l'intenzione di fare l'attrice, ma contemporaneamente alle prime pellicole iniziò a dedicarsi al doppiaggio, scoprendo ben presto che era quella la strada giusta. 


Alcuni celebri doppiaggi di Rosetta Calavetta. In alto, a sinistra, Lana Turner ne "La vedova allegra" (1952) di Curtis Bernhardt.
A destra, sempre in alto, Marylin Monroe in "A qualcuno piace caldo" (1959) di Billy Wilder.
In basso, Loris Maxwell in "Agente 007 - Licenza di uccidere" (1962) di Terence Young. 




Dalla Lana Turner di "Il postino suona sempre due volte" e "La vedova allegra" alla Marylin Monroe di "Quando la moglie è in vacanza" e "A qualcuno piace caldo" - solo per citare i più noti -, dalla Ava Gardner de "Il sole sorgerà ancora" e "Mogambo" a Loris Maxwell nei panni di Miss Moneypenny nei primi capitoli della saga di 007, Rosetta Calavetta ha interpretato, in voce, i più bei capolavori del cinema mondiale. Ma doppiò anche attrici italiane come Antonella Lualdi, Lucia Bosè e Valeria Fabrizi, e splendide attrici italiane "ad honorem", come la spagnola Maria Mercader e la statunitense Abbe Lane. Donne più o meno giovani, più o meno celebri, eleganti o sfacciate, pudiche o svampite ma sempre perfettamente "intonate" grazie alla sua splendida voce. 

                                                    
Altri celebri "volti" doppiati dalla Calavetta. Da sinistra, Lucia Bosè, Abbe Lane, Antonella Lualdi e Maria Mercader.


E passando dalla realtà alla fantasia, Rosetta Calavetta prestò la propria voce anche a celebri personaggi d'animazione, come Biancaneve nel primo doppiaggio italiano del capolavoro Disney del 1936 (una delle sue primissime prove da doppiatrice), la perfida Crudelia De Mon ne "La carica dei cento e uno" e la crudele signorina Rottermeier nella serie animata "Heidi". Ma a trent'anni dalla sua morte - avvenuta il 3 febbraio 1993 -, sarebbe giusto ricordare non solo la sua voce, ma anche e soprattutto il suo volto: così aristocratico, cosi gentile. Gentile come le sue "corde", dolci e raffinate come quelle dive che, per noi pubblico italiano, senza di lei non sarebbero state le stesse.

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