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 ENRICO BERLINGUER, GLI IDEALI DI UN SECOLO


 Era la politica del "fare", quella degli ideali incrollabili e degli atti concreti, della democrazia e della cooperazione. La politica fatta di avversari, non di nemici. Lui e Aldo Moro furono l'esempio vivente che una collaborazione tra persone di idee e posizioni differenti fosse possibile, raggiungendo un accordo negli interessi dell'Italia. Enrico Berlinguer è stato uno dei pilastri della politica nazionale nei primi quarant'anni di storia repubblicana . Un leader carismatico, un uomo perbene, intelligente, colto. Un comunista che seppe prendere le distanze dalle direttive dell'URSS affinché il Pci potesse raggiungere quella autonomia decisionale che prese il nome di "eurocomunismo". Di origini nobili, figlio di un massone socialista, Enrico Berlinguer nacque un secolo fa, il 25 maggio 1922, in Sardegna, a Sassari. 



Dopo la maturità classica si iscrisse all'università nella sua città natale, alla Facoltà di Giurisprudenza, ma non conseguì mai la laurea. Si avvicinò all'antifascismo alla fine degli anni '30, per poi iscriversi al Partito comunista italiano nel 1943. Dopo essersi occupato della Federazione Giovani Comunisti Italiani (FGCI), promuovendone la sua ricostituzione nel Dopoguerra, entrò nella segreteria del partito nel '62, per assumerne la direzione generale dieci anni dopo. Furono quelli gli anni in cui Enrico Berlinguer si affermò in quanto "simbolo" dei comunisti italiani, nonché promotore di riforme volte alla salvaguardia dei valori della democrazia e della difesa dei diritti del popolo. Valori a cui Berlinguer rimase fedele fino alla fine dei suoi giorni. Il "compromesso storico", il paventato accordo di gestione binaria del governo tra Pci e Dc, vide lui e Aldo Moro, presidente del partito cattolico, pronti ad avviare un processo di cooperazione tra i due principali movimenti politici nazionali con la speranza di garantire un futuro di stabilità al Paese. Entrambi intelligenti, entrambi lucidi analizzatori della realtà, stimandosi a vicenda, Berlinguer e Moro agirono nell'interesse di un accordo che sembrava impossibile negli anni '50, quando i due partiti avevano diviso l'Italia, già "pressata" tra i due blocchi internazionali, quello statunitense e quello sovietico. Il cosiddetto "compromesso storico", tuttavia, non vide mai la luce, fallendo miseramente dopo il rapimento e il conseguente assassinio di Moro, nel 1978. Tuttavia, Berlinguer portò avanti il suo progetto, annullando però ogni possibilità di collaborazione col partito cattolico, ma affermando sempre di più la volontà di dare al Pci delle linee guida differenti da quelle del governo di Mosca. Il Pci con segretario Berlinguer raggiunse ottimi risultati in quasi tutti le tornate elettorali tra gli anni '70 e i primi anni '80, battendo nei consensi il partito cattolico alle elezioni europee del 1984, quelle successive alla sua prematura scomparsa. Enrico Berlinguer, infatti, morì per una emorragia cerebrale l'11 giugno 1984, dopo che un ictus lo aveva colpito nel bel mezzo di un comizio a Padova. La sua scomparsa segnò profondamente lo scenario politico nazionale, proprio pochi anni prima del progressivo "disgelo" tra i due blocchi e la conseguente fine del comunismo. Ma Berlinguer non è stato soltanto un comunista, un uomo rimasto fedele ai valori in cui aveva sempre creduto da ragazzo. Come d'altronde Aldo Moro non è mai stato soltanto un democristiano. Berlinguer, come Moro, è stato uno degli ultimi esponenti di un mondo in cui la politica era una cosa seria. Dove si combatteva ad armi pari, sfruttando dialettica e competenze nel difendere i propri ideali. In una delle sue ultime interviste, concessa a Gianni Minoli nel programma "Mixer", Enrico Berlinguer dichiarò di essere soddisfatto del suo operato in quanto, nella sua lunga e proficua militanza politica, non aveva mai tradito quei valori che lo avevano ispirato fin dalla gioventù. E non parlava soltanto degli ideali prettamente comunisti, ma anche di quei principi democratici, sociali e inclusivi che costituirono la spina dorsale della politica nella Prima Repubblica. Gli ideali del XX secolo, del secolo di Berlinguer e di tutti quegli uomini battutisi per la libertà e l'uguaglianza.

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