MIMMO POLI, "IL" CARATTERISTA
Si potrebbe fare un gioco. Prendere un film qualsiasi, che si tratti di una commedia sentimentale, di un "musicarello" o di una parodia western, di un film commerciale o d'autore, di una pellicola degli anni '50 come degli anni '70, e verificare se ci sia anche lui. È difficile, infatti, che qualcuno non lo riconosca, che non l'abbia mai visto. Perché Mimmo Poli non è stato semplicemente un caratterista, è stato "Il" caratterista. Un generico di casa a Cinecittà, come Luciano Bonanni e Gianni Baghino.
Un "pezzo" di storia della cinematografia nazionale, a volte più celebre degli stessi film a cui ha partecipato. Abbastanza alto, grassoccio, dall'aria simpatica e gioviale, popolano e romano verace, Domenico "Mimmo" Poli nacque nella "Citta Eterna" un secolo fa, l'11 aprile 1922.
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In alto, Mimmo Poli con Audrey Hepburn e Gregory Peck in "Vacanze romane" (1953) di William Wyler. In basso, con Renato Salvatori e Maurizio Arena in "Poveri milionari" (1958) di Dino Risi. |
Iniziò ad esibirsi fin da giovane sulle tavole del palcoscenico, nel repertorio vernacolare, ma fu il cinema a consacrarlo al successo. Nel 1951 fu Totò a volerlo con sé in "Totò e i re di Roma", diretto da Steno e Monicelli, e da allora la sua carriera fu lunga e ricca di soddisfazioni.
Grazie al suo fisico corpulento e a quel volto rotondo e sornione, Mimmo Poli si ritrovò ad interpretare oltre duecento film, quasi sempre in ruoli di piccolo spessore, a volte semplici comparsate: dal barista al bagnino, dal postino (vessato da Totò ne "I due marescialli" e "Totò diabolicus") al gelataio, dal cameriere al soldato tedesco ("La feldmarescialla" con Rita Pavone) e al venditore di ricambi per auto rubati ("I motorizzati"), dal passeggero ingombrante ("Poveri milionari" con Arena e Salvatori) al cocomeraio (investito in Vespa con tutta la bancarella da Audrey Hepburn in "Vacanze romane"). E poi detenuti, banditi, monaci e chi più ne ha più ne metta.
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In alto, Mimmo Poli con Bice Valori in "Caccia al marito" (1960) di Marino Girolami. In basso, con Rita Pavone ne "La feldmarescialla. Rita fugge...lui corre...egli scappa" (1967) di Steno. |
In oltre trent'anni di carriera, Mimmo Poli riuscì a guadagnarsi un posto in molteplici pellicole, non solo comiche ma anche di taglio differente, come ad esempio "Le notti di Cabiria" (1957) di Fellini. E la sua indimenticabile presenza continuò a dar sfoggio di sé fino quasi alla fine dei suoi giorni.
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Mimmo Poli con Marcello Mastroianni ne "I soliti ignoti vent'anni dopo" (1985) di Amanzio Todini. |
Il suo ultimo film fu infatti "I soliti ignoti vent'anni dopo" di Amanzio Todini, nel 1985, circa un anno prima di morire (il 4 aprile 1986), a causa di un infarto. Ma la memoria di lui, sono certo, è ancora viva, perché ha lasciato più di un segno della sua presenza. Lo dicevo prima: basta prendere a caso un film qualsiasi, di qualunque genere, e lo vedrete palesarsi di fronte ai vostri occhi. Con quel sorriso ingenuo e spensierato come quel cinema italiano di cui fu, indubbiamente, figlio "di carattere".
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