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 TONI UCCI, "CARATTERE" ROMANO


 Io adoro i caratteristi. Quel grande popolo di attori, noti e meno noti, apparsi e riapparsi in decine di pellicole in ruoli più o meno significativi. Dai generici Mimmo Poli, Gianni Baghino e Luciano Bonanni, a veri coprotagonisti come i fratelli Mario e Memmo Carotenuto - che definire caratteristi è forse riduttivo -, Nando Bruno, Luigi Pavese e Nino Terzo, solo per citarne alcuni. Molti romani ed espressione di quella romanità, ora popolare ora signorile, che ha contribuito alla ricostruzione fedele di una realtà che il cinema del Dopoguerra ha saputo descrivere bene, dal neorealismo alla commedia sentimentale per finire a quella molto più chic, "all'italiana".



Ebbene, tra questi interpreti straordinari un posto di tutto rispetto merita anche Toni Ucci: un attore dimenticato tanto quanto molte delle sue molteplici comparsate nei film. Nato a Roma il 13 gennaio 1922, Antonio "Toni" Ucci iniziò la sua carriera poco più che ventenne in teatro. Calcò i palcoscenici dell'avanspettacolo prima e della rivista poi, dividendo la scena con artisti del calibro di Carlo Dapporto, Walter Chiari, Nino Taranto e perfino la più straordinaria tra le straordinarie soubrette, Wanda Osiris. Poi, la consacrazione con la commedia musicale targata Garinei & Giovannini, per cui fu un applaudito "Rugantino" (sostituendo per un po' Nino Manfredi) nella celebre rappresentazione teatrale del 1962. Ma fu anche partner di Delia Scala in "Buonanotte Bettina" (con Walter Chiari) e  "Delia Scala Show", sempre diretti da G& G. E proprio sulla falsariga delle sue performance teatrali, Toni Ucci apparve di frequente sul piccolo schermo in numerosi varietà, partecipando anche ad alcuni celebri sceneggiati come "La famiglia Benvenuti" (1969) e "Quei trentasei gradini" (1984).


In alto, Toni Ucci con Totò ne "I due colonnelli" (1962) di Steno.
In basso, con Totò e Franco Sportelli in "Totò e Cleopatra" (1963) di Fernando Cerchio.



La sua fortuna, tuttavia, fu il cinema. Alto, allampanato, volto oblungo dominato da uno sguardo azzurro sopra il naso grosso e lungo, divenne l'archetipo del romano d'estrazione popolare. Prese parte ad oltre ottanta pellicole, passando dalla commedia romantico-sentimentale a parodie e "B-movie".


Toni Ucci con Tomas Milias in "Squadra antifurto" (1976) di Bruno Corbucci.

Fu al fianco di Totò in numerosi film. Era tra i soldati dello sgangherato reggimento del colonnello Di Maggio, impegnato sul fronte Greco nel '43 nell'esilarante "I due colonnelli" (1962) di Steno. Ma fu anche Publio Nasone, l'ambasciatore inviato in Egitto in veste diplomatica per recuperare il folle Marco Antonio invaghitosi di "Cleo", la regina Cleopatra, nella parodia peplum "Totò e Cleopatra" (1963) di Fernando Cerchio. Ma in molti lo ricorderanno anche nelle vesti del ladruncolo nei primi due film della serie del maresciallo Giraldi /Tomas Milian diretti da Bruno Corbucci. 


Toni Ucci con Ferruccio Amendola e Marisa Merlini nello sceneggiato "Quei trentasei gradini" (1984) di Luigi Perelli.


La sua carriera, tra alti e bassi, proseguì fino alla fine degli anni '90. La sua ultima apparizione fu in "Ponte Milvio" di Roberto Meddi. Forse un involontario addio a quella Roma che scorreva, in spirito e temperamento, nelle sue vene e che lasciò per sempre il 17 febbraio 2014, all'età di 92 anni.


Toni Ucci in "Ponte Milvio" (2000) di Roberto Meddi.


Io adoro i caratteristi, l'ho detto all'inizio, e non potevo di certo dimenticarmi di Toni Ucci, della sua simpatia e di quel "carattere" romano che ha saputo portare avanti con orgoglio in anni di successi. Successi che, ad un secolo esatto dalla sua nascita, sono fiero di aver omaggiato.

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