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 NUNZIA FUMO, VEGLIARDA "D'AUTORE"


  La mano sinistra poggiata sulla ringhiera, la destra volteggiante nell'aria, dall'alto del suo balcone, a dirigere lo spazzino che sta pulendo il vicolo su cui affaccia la sua casa, e una frase lapidaria e definitiva sugli inquilini del palazzo che hanno buttato le cartacce dalla finestra. Sporchi per progenie perché "Si nasce fetient'!". Così, dopo decenni di successi in teatro, Nunzia Fumo arrivò alla popolarità cinematografica. Non fu quella l'unica sua parte in quel film, "Così parlò Bellavista" del grande De Crescenzo, perché  indimenticabile rimane anche il siparietto al "banco lotto" con la sorella minore Nuccia, ma di sicuro quella sorta di monologo - accompagnato da un silenzioso sbuffare del netturbino Saverio/Sergio Solli - ne metteva in risalto un talento e una presenza scenica senza pari. Perché prima di quel balcone popolare napoletano, Nunzia Fumo calcò le più prestigiose arene teatrali nazionali.


Nunzia Fumo in "Così parlò Bellavista" (1984) di Luciano De Crescenzo.

Nata a Frattamaggiore, il 14 agosto 1913, Annunziata "Nunzia" Fumo era figlia d'arte: suo padre, Eugenio Fumo, fu il fondatore della celebre Compagnia Cafiero-Fumo, e la madre, Linda Moretti, proveniva da una famiglia di attori. Esordì ancora bambina nella compagnia paterna, specializzandosi nella sceneggiata, per poi dedicarsi al varietà. Sul palcoscenico recitò con Nino Taranto, i fratelli Giuffré, Peppino De Filippo e naturalmente Eduardo, che la volle con sé anche in alcune trasposizioni televisive delle sue opere. Poi, in età matura, la popolarità al cinema, dove già aveva fatto la sua comparsa fin dagli anni '50, ma sempre in ruoli marginali. Nelle vesti della vecchietta nubile, simpatica, e svampita, invece, la Fumo ottenne una grande fama tra il pubblico, non solo napoletano, diventando quasi un simbolo.


Nunzia Fumo con la sorella Nuccia (a destra) ne "Il mistero di Bellavista" (1985) di Luciano De Crescenzo.

Sempre con Luciano De Crescenzo e insieme all'inseparabile Nuccia, recitò ne "Il mistero di Bellavista" - dove interpretavano le signorine Finizio che, con la complicità di un truffatore ed altri anziani, spillavano soldi all'ATAN, l'azienda di trasporto locale, simulando finti incidenti con relative fratture multiple - e "32 dicembre".


Nunzia e Nuccia Fumo ne "La casa del sorriso" (1991) di Marco Ferreri.

Film geniali, vitali e spontanei, proprio come la sua recitazione, per quanto frutto di anni e anni di gavetta e di palcoscenico. Fin quando, trent'anni fa, il 17 gennaio 1992, Nunzia Fumo se ne andò, abbandonando per sempre le scene. Non prima, però, di aver lasciato un ultimo ricordo al suo pubblico, con "La casa del sorriso" di Ferreri, dove sempre con Nuccia, interpretava un'anziana ricoverata in una casa di riposo. Ancora una volta una vegliarda, ironica e spiritosa, quasi "d'autore", come la sua immensa carriera d'artista ancora oggi indimenticabile.

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