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 LA "REGINA" DI EDUARDO


Scrivere un articolo in onore di una Signora come lei credo sia il modo migliore per cominciare questo 2021. Perché Regina Bianchi - di cui oggi ricorre il centenario della nascita - è stata una vera Dama del palcoscenico. Una donna forte, passionale, all'occorrenza spregiudicata (Amalia in "Napoli milionaria!" la dice lunga), ma anche materna, amorevole, a seconda delle esigenze sceniche.



D'altra parte, la recitazione Regina D'Antigny - questo il suo vero nome - l'aveva nel sangue. I suoi genitori, entrambi napoletani (il padre di origini francesi), erano attori e la piccola nacque - il 1° gennaio 1921 - a Lecce, in un camerino, durante una tournée di una compagnia itinerante. Regina stessa esordì sul palcoscenico ad appena otto mesi. La stessa sorte, quasi, della "Pupella" nazionale, anch'ella nata dietro le quinte di un teatro e "regina" delle assi di legno di Eduardo De Filippo. Perché è vero che Regina Bianchi fece il suo debutto ufficiale ancora adolescente, scritturata da Raffaele Viviani e lavorò anche con Peppino De Filippo - nella compagnia fondata da questi dopo la rottura con il fratello - e con Nino Taranto, ma fu Eduardo a farne l'artista che tutti noi abbiamo amato. Regina Bianchi, infatti, dopo essersi sposata ed aver avuto due figlie, lasciò il teatro per ben quindici anni, tornandovi soltanto alla fine degli anni '50. Fu quello il momento esatto in cui divenne "Regina Bianchi". Proprio Eduardo fece sbocciare il fiore del suo talento dandole una parte delicata, scritta per Titina De Filippo e da questa interpretata per la prima volta: Filumena Marturano.


Regina ed Eduardo. In alto in "Filumena Marturano", in basso in "Napoli milionaria!".



La Bianchi nei panni della prostituta innamorata di Domenico Soriano che cerca in tutti i modi di dare un "nome" ai suoi tre figli, così carica di passione, di sentimento, di rabbia e tenerezza, offuscò quasi la magistrale "figura" di Titina tanto è vero che, ad oggi, la sua interpretazione - consacrata anche dalla celebre versione televisiva del 1962 - è quella più amata e ricordata. Ma degna di lode anche nelle vesti di Amalia, la donna incattivita dalla povertà della guerra e dedita alla borsa nera in "Napoli milionaria!".


 Regina Bianchi ne "Le quattro giornate di Napoli".



Tuttavia, Regina Bianchi ebbe anche una discreta carriera sul piccolo e sul grande schermo. Prese parte a diverse opere televisive (anche alcune fiction dei primi anni 2000) e partecipò a numerose pellicole cinematografiche. Tra le tante interpretazioni si ricorda quella di Rosa Capuozzo ne  "Le quattro giornate di Napoli" (1962) di Nanni Loy: la madre del povero Gennarino Capuozzo, il bambino che perse la vita affrontando le barricate degli insorti contro l'occupazione nazista della città, durante la Seconda Guerra Mondiale. Ruolo che le valse un Nastro d'argento come migliore attrice non protagonista. 


Regina Bianchi con Nino D'Angelo in "Celebrità".

Ma recitò anche in alcuni film del genere "sceneggiata" accanto a Mario Merola e Nino D'Angelo, come "Zappatore" (1980) di Alfonso Brescia e "Celebrità" (1981) di Ninì Grassia. E la sua carriera in video, tra alti e bassi, si interruppe solo pochi anni prima della sua scomparsa, avvenuta il 5 aprile del 2013 lasciando un grande vuoto, soprattutto nel mondo teatrale.

 Infatti, nonostante la sua grandezza d'artista in senso ampio, ciò che si ricorda di lei è soprattutto la sua presenza scenica, l'umanità delle sue interpretazioni nelle opere eduardiane. E sono fiero di aver dedicato proprio a lei, straordinaria "Musa" del teatro partenopeo, il primo articolo del nuovo anno.

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