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TONINO GUERRA, IL POETA DELL'OTTIMISMO

 
Quasi mi vergogno a dirlo, eppure non è stato così soltanto per me. Siamo infatti in molti ad aver conosciuto Tonino Guerra - poeta dell'animo e sceneggiatore attento - grazie agli spot "UniEuro" andati in onda agli inizi del Nuovo Millennio. Per anni, Tonino Guerra è stato per me il vecchietto coi baffi che ci spingeva ad essere ottimisti, andando ben oltre il semplice invito ad acquistare elettrodomestici, computer e cellulari.



Dopo, crescendo, l'immagine che ne avevo avuto da bambino ha lasciato spazio a qualcosa di più.
Dal simpatico "nonno" che ci accompagnava mano nella mano verso "L'ottimismo" del Ventunesimo secolo appena iniziato, Tonino era diventato l'uomo, il poeta dal cuore puro, che ci spingeva a guardare al futuro con fiducia, come aveva sempre fatto lui attraverso la sua arte. Un'arte che lo aveva visto comporre poesie, scrivere libri e sceneggiare film. La sua vita cominciò esattamente cento anni fa, il 16 marzo 1920, a Santarcangelo di Romagna. Frequentò le Magistrali a Forlì, per poi iscriversi all'Università di Venezia prima, a quella di Urbino poi laureandosi in Pedagogia nel 1945, alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Proprio negli anni bui della guerra, prigioniero in Germania, Tonino Guerra diede inizio alla sua produzione letteraria, componendo le prime poesie romagnole, pubblicate poi nella raccolta "I scarabòcc", nel 1946, grazie a Carlo Bo che ne scoprì il talento. Da allora Tonino Guerra pubblicò decine di libri di poesie, ma anche racconti, sia in dialetto romagnolo che in italiano, con uno stile unico, sognante, a tratti paradisiaco. Ma la sua fama internazionale è legata al cinema.


A sinistra, Tonino Guerra con Federico Fellini. A destra, con Michelangelo Antonioni.

                        
Agli inizi degli anni '50, dopo aver lasciato la professione di insegnante, Tonino si trasferì a Roma, firmando sceneggiature per i più grandi registi italiani: da "La notte" e "Blow-Up" di Michelangelo Antonioni a "Matrimonio all'italiana" e "I girasoli" di Vittorio De Sica ", da "La notte di San Lorenzo" e "Kaos" dei Fratelli Taviani fino ad "Amarcord", "E la nave va" e "Ginger e Fred" dell'amico e conterraneo Federico Fellini. Ma lavorò anche con Mario Monicelli, Francesco Rosi, Elio Petri e molti registi stranieri come Andrej Tarkovskij ("Nostalghia") e Theo Angelopoulos.
 Oltre a numerosi premi per singole sceneggiature - come l'Oscar per "Amarcord"-, nel 2010 venne premiato con il David di Donatello alla carriera.


Tonino Guerra in uno dei famosi spot "UniEuro".

                                              
Dopo numerosi viaggi in Russia, che ha sempre considerato la sua seconda patria, alla fine degli anni'80 Tonino Guerra si stabilì definitivamente a Pennabili, paesino arroccato sull'Appennino riminese, dove trascorse il resto della sua vita. Negli ultimi vent'anni della sua carriera, Guerra continuò ancora a dedicarsi al cinema, alla poesia, ma si concentrò soprattutto sulla pittura, passione che aveva sempre avuto fin da giovanissimo. Dopo aver accolto con "ottimismo" gli anni 2000, entrando nelle nostre case col suo volto buono e il sorriso dolce sotto i folti baffi, Tonino Guerra scomparve il 21 marzo 2012.

In questo momento così difficile, in cui siamo segregati nelle nostre abitazioni, timorosi di ciò che accadrà domani, mi ricapita di pensare alla mia prima "idea" di Tonino Guerra, quella del nonno buono convinto che l'ottimismo fosse il profumo della vita, come diceva al suo amico Gianni. Ebbene, io credo che nelle sua poesie, nelle sue sceneggiature, nella sua carriera che va ben oltre quei cinque minuti di spot pubblicitario, ci sia proprio quello spirito. Lo stesso spirito che, sono sicuro, Tonino Guerra avrebbe ancora oggi e col quale ci contagerebbe: fiducia in noi stessi e nel futuro!

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