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"CHI HA INCASTRATO ROGER RABBIT": IL VALICABILE CONFINE TRA REALTA' E FANTASIA
 

Trent'anni e non sentirli. Alcuni non ci crederanno, eppure è passato così tanto tempo da quel 2 dicembre del 1988, quando arrivava in Italia una pellicola che ancora oggi risulta, indiscutibilmente, il miglior connubio tra animazione e cinematografia: "Chi ha incastrato Roger Rabbit".
Credo che anche le ultimissime generazioni sappiano di cosa sto parlando. E nel caso qualcuno non lo conoscesse, ben presto lo conoscerà. Infatti, siamo prossimi ormai al Natale, e sicuramente la Tv lo rimanderà in onda insieme a molti altri film d'animazione.


                                                  Eddie (Bob Hoskins) e Roger Rabbit.

Così lo conobbi io, qualche annetto fa, innamorandomi di questo coniglio in salopette rossa, guanti gialli e papillon a pois: Roger Rabbit. Gli altri protagonisti sono il detective "umano" Eddie Valiant - interpretato dall'indimenticabile Bob Hoskins - e la sexy moglie di Roger, Jessica Rabbit che, più che un roditore, ricorda le famose "conigliette" della Playboy.
Ma veniamo al film. La vicenda si svolge nei dintorni di Cartoonia - città completamente animata - dove un detective alcolizzato, Eddie Valiant, viene assunto per indagare su un probabile caso di infedeltà, da parte di Jessica Rabbit, avvenente personaggio animato e moglie di una star dei cartoni, Roger Rabbit.
Ben presto, Valiant scopre che, in realtà, dietro quell'infedeltà "mascherata", si nasconde una speculazione edilizia ad opera del giudice Morton, persona spregevole arrivata al potere comprandosi le elezioni. Il suo scopo è quello di costruire una enorme superstrada, radendo al suolo la città di Cartoonia utilizzando la famigerata salamoia, unica sostanza in grado di uccidere i cartoni.
Eddie, aiutato anche da Jessica - che sembra cattiva semplicemente perché "disegnata così" -, riesce a proteggere Roger - ricercato da Morton - e a smascherare il diabolico piano del giudice, scoprendo che, in realtà, non è un umano, ma un cartone animato pazzo, mascheratosi da uomo per portare a termine i suoi folli scopi. Ma non finisce qui: Eddie scopre anche che quel cartone è proprio lo stesso che, anni prima, uccise suo fratello Teddy.



                                                               Eddie con Jessica Rabbit.

Al termine del film, Eddie riuscirà a sconfiggere Morton, facendolo sciogliere nella sua stessa salamoia, e salvando la sorte di Cartoonia e dei suoi simpatici abitanti.

Sebbene non sia né il primo né l'ultimo film a tecnica mista - recitato da attori in carne ed ossa ed animati - realizzato nel corso degli anni,  "Chi ha incastrato Roger Rabbit" resta senz'altro il più riuscito. Considerando anche che è stato realizzato in un'epoca in cui ancora non esisteva il digitale e i personaggi venivano disegnati a mano e tutto era molto più "artigianale".
In più, è l'unico film d'animazione della storia dove, nella stessa scena, sono presenti contemporaneamente  personaggi "Disney" e "Warner Bros.": da Topolino a Bugs Bunny, da Pippo a Yosemite Sam, da Paperino a Gatto Silvestro.
Ma giudicarlo un semplice cartone animato sarebbe errato. Si può, infatti, definirlo benissimo un vero e proprio giallo d'azione, sulla cui scena, però, agiscono personaggi di fantasia ed attori reali.
In più, il protagonista maschile, Eddie, colui che risolve brillantemente il caso, ha come da copione una partner femminile tutta curve: con l'unica differenza che esse sono disegnate a matita. E proprio la presenza di una donna prorompente, le continue (seppur velate) allusioni al sesso, spiegano il perché tale film non può esser considerato un semplice cartone animato per bambini. Anche se, dopotutto, è un film che i piccoli possono tranquillamente guardare, non essendoci riferimenti troppo espliciti.
Per quanto possa contare il mio parere, da bambino andavo pazzo per questo film e continuo ad apprezzarlo ancora oggi, forse anche di più. A mio avviso, "Chi ha incastrato Roger Rabbit" può essere considerato un chiaro esempio di conformazione della realtà all'esigenza fantastica. Ci ha consentito di giocare sul confine tra cinema e animazione, tra realtà e fantasia, mostrandoci come esso sia, dopotutto, facilmente valicabile.

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