GIORGIO SCERBANENCO, ALL'OMBRA DEL "MIRACOLO" Non era solo l'Italia del televisore e delle lavatrici comprati a rate, dei bambini alla scuola dell'obbligo fino a quattordici anni, delle mamme rapite dalle "diavolerie" casalinghe sapientemente presentate a "Carosello". L'Italia degli anni '60 era anche piena di ombre. Pagine di storia buia, spesso sconosciute (allora non c'era l'informazione di oggi) che trovavano posto in qualche trafiletto di cronaca locale o nazionale. Giorgio Scerbanenco, invece, amava raccontare proprio quegli angoli bui della sua Milano: città a cui si legò profondamente, dopo essere arrivato in Italia bambino dalla natia Kiev, in Ucraina. Quella città, quella del Duomo e della Rinascente, dell'arte e del consumismo, delle fabbriche piene di proletari emigranti meridionali e di " bauscia ", industriali borghesi benestanti pieni di sé, non era solo il fiore all'occhiello dell'industria...