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 ANTONELLA LUALDI, NOVANT'ANNI CON SEMPLICITA'


  È stata una ragazza bellissima ed è ancora una donna bellissima. Perché se è vero che Antonella Lualdi compie novant'anni, è anche vero che la sua grazia e il suo fascino non sono stati intaccati dall'età. Qualche ruga in più non ha di certo leso l'immagine che di lei il pubblico conserva da più di mezzo secolo. Quello di una fanciulla piena di talento e d'umiltà, custodita preziosamente fino ad oggi.



Antonella Lualdi è stata una grande attrice, una di quelle dalla recitazione "naturale". Tutto cominciò per caso. Lei proveniva da una famiglia borghese. Il padre era un ingegnere italiano, impegnato in un cantiere in Libano, a Beirut, quando lei nacque - il 6 luglio 1931. La madre invece era greca. E le sue radici elleniche spiccano nel suo volto dai lineamenti sottili e nei suoi occhi grandi e languidi. Fu proprio una fotografia, capitata nelle mani del produttore Dino De Laurentis grazie ad un'amica di famiglia, a fare di Antonietta De Pascale - questo il suo nome vero - l'attrice che tutti abbiamo amato. 


In alto, Antonella Lualdi con Gabriele Tinti in "Cronache di poveri amanti" (1955) di Carlo Lizzani.
In basso, con Domenico Modugno in "Appuntamento a Ischia" (1960) di Mario Mattòli.


Il primo film fu "Signorinella" (1949) di Mario Mattòli e da lì una sequela di titoli, tra la commedia, il dramma e il melodramma, in cui Antonella Lualdi diventò la fidanzata ideale, la ragazza ingenua o la figlia sfortunata, portando in scena personaggi di spessore differente. 


Antonella Lualdi con Franco Interlenghi.


Ma sicuramente, la storia d'amore più bella ed intensa è quella nata sul grande schermo e portata in scena nella realtà. Perché Antonella Lualdi fu la moglie di un altro grande protagonista del nostro cinema, Franco Interlenghi: il ragazzo prodigio che esordì nel 1946 in "Sciuscià" di Vittorio De Sica e diventato poi una tra le più grandi promesse del cinema del Dopoguerra. La Lualdi lo conobbe nel 1950, sul set del film "Canzoni per le strade" di Mario Landi. Cinque anni dopo, un matrimonio dal quale nacquero due figlie, Stella e Antonellina, e una storia d'amore che, tra alti e bassi (per anni vissero separati), durò fino alla morte di lui, nel 2015.


Antonella Lualdi con Tomas Milian ne "I delfini" (1960) di Francesco Maselli.


Un sentimento forte, sincero, vissuto pienamente. Come d'altronde la passione per il suo lavoro, che permise ad Antonella Lualdi di fare un salto di qualità tra la fine degli anni '50 e i '60, partecipando a pellicole di un certo pregio sia in Italia ("La notte brava", "I delfini") che in Francia, dove è sempre stata apprezzata. E proprio oltralpe, Antonella Lualdi ebbe un ritorno di popolarità nei primi anni '90 con la longeva serie televisiva "Il commissario Cordier", nei panni della moglie del protagonista (Pierre Mondy).


Antonella Lualdi con Pierre Mondy ne "Il commissario Cordier"(1992-2005).


Ma contemporaneamente arrivarono anche i dispiaceri. La malattia del marito portò la Lualdi a ricongiungersi con lui dopo anni di lontananza. Il loro amore così forte durò fino agli ultimi giorni di vita trascorsi insieme. Non fu facile per lei lasciarlo andare. Dopo la sua scomparsa, visse un periodo di forte depressione. I suoi grandi occhi, specchio di un cinema straordinario quanto lei, erano come smarriti, ma Antonella Lualdi riuscì a trovare la forza di andare avanti, scrivendo una interessante autobiografia: "Io, Antonella, amata da Franco". Il racconto di una grande storia d'amore che si lega a doppio filo con quella dello spettacolo del secolo scorso. Una vita di gioie, di successi, di sofferenze, vissuta sempre con naturalezza e semplicità. La stessa semplicità con cui vogliamo augurare buon compleanno a questa grande interprete del cinema italiano. 

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