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 CIAO, RAFFAELLA!


 "Cuore, batticuore". Anche noi questa sera vorremmo "tornare indietro con il tempo". Proprio come cantava lei. Solo che a noi non è sembrato di sentire nessun "Rumore". Se n'è andata alla chetichella, Raffaella Carrà. Proprio lei, regina della scena televisiva, sempre in primo piano, è volata via in silenzio, lasciandoci tutti sbigottiti.

Eravamo abituati ad averla vicina, nelle nostre case, su quel video dove, alla fine degli anni '60, arrivò portando tutta la sua bellezza e la sua energia, divenendo ben presto una "signora" della Tv.



Ma i primi stacchetti aveva iniziato a provarli nella gelateria della sua nonna, sulla riviera adriatica, a Bellaria, nel riminese, il suo paese - anche se nacque a Bologna, il 18 giugno 1943. Raffaella Pelloni, capì fin da bambina che la sua strada era lo spettacolo, e infatti non aveva neanche dieci anni quando comparve in un film ("Tormento del passato") di un grande regista forse troppo dimenticato, Mario Bonnard. 

Il primo ruolo "vero", però, arrivò nel 1960, quando partecipò con una piccola parte a "La lunga notte del '43" di Florestano Vancini accanto a Gabriele Ferzetti ed Enrico Maria Salerno. Si era appena diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, dove si era trasferita. Poi arrivò qualche altro film, ma il suo destino era un altro. La televisione, nel pieno della sua "bellezza", aveva bisogno di una come lei: eclettica, rivoluzionaria, elegante. Cominciò con Canzonissima, affiancando il grande Corrado, nel 1970, e da lì non si fermò più. Nacque così Raffaella Carrà, quella di "Ma che musica maestro", quella del "Tuca tuca" con Enzo Paolo Turchi (e poi con Sordi), con quell'ombelico che scandalizzò l'Italia ancora "bacchettona" degli anni '70. Quella di "Milleluci" di cui la più splendente era lei, accanto a Mina. Quella di "Pronto, Raffaella?", "Buonasera Raffaella", "Carràmba! Che sorpresa", "Fantastico"(due edizioni) e potremmo ancora andare avanti fino al nuovo millennio.

Passando da mora a bionda, dal biondo dorato a quello platino, dalle minigonne ad eleganti pantaloni lunghi, da qualche anno in meno a qualche anno in più, Raffaella Carrà ha saputo regalarci emozioni autentiche e momenti di spettacolo unici. Ma ha saputo dedicarci anche frenetici brani ballabili, famosi in tutto il mondo: da "Rumore" a "Fiesta", da "A far l'amore comincia a tu" a "Ballo ballo".

Il tutto in più di quarant'anni di carriera e con la grinta di quella bambina che ballava nella gelateria della nonna. Una bambina vissuta fino all'ultimo nel corpo di una straordinaria donna, trasgressiva ma elegante, scattante ma anche misurata e discreta. Al punto che, come dicevo, non ci è sembrato di sentire alcun rumore mentre andava via. Ma la sua assenza farà rumore eccome, e ce ne stiamo già accorgendo. Ciao, Raffaella!

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