LETTERA A LUCIANO DE CRESCENZO N°2
Caro Luciano,
Rieccoci qui, tra sorrisi e amarezze, a risentirci dopo un anno, a metà strada tra le vie del web e quelle del Signore, entrambe infinite solo che queste ultime lo sono anche senza fibra e connessione. Anche se noi due siamo sempre "connessi", in animo e mente, come due vecchi amici accomunati dalla stessa passione.
Si lo so, forse esagero a paragonarmi a te, ma dal momento che ho conseguito la laurea triennale in Filosofia (alla magistrale ci stiamo lavorando), ho almeno un punto più di te. Si scherza, Luciano, e lo sai bene, anche perché se sono riuscito a raggiungere questo traguardo è un po' merito tuo.
Ti confesso una cosa: sono molti gli esami che ho studiato con l'aiuto dei tuoi libri.
Testi straordinari, dove la filosofia "pura" si mescola a mille altre cose, creando un armonico guazzabuglio in grado di offrire uno sguardo diverso sul mondo. Che è poi il compito della vera filosofia. Ma se, come diceva qualcuno, filosofare equivale a meravigliarsi di tutto ciò che ci sta intorno, è anche vero che quel termine si associa alla capacità di osservare il mondo con gli occhi della meraviglia. E per fare questo, bisogna essere ben più che filosofi. Come lo sono stati Totò, Eduardo, Cesare Pavese, Leonardo Sciascia - solo per citare i nostrani - che sicuramente avrai più e più volte incontrato nelle tue "peripatetiche" passeggiate tra le nuvole.
Come sono certo che avrai incontrato anche un altro "filosofo delle meraviglie", Franco Battiato, che vi ha raggiunti da poco.
Vi immagino Lassù, impegnati nelle vostre amabili discussioni tra il serio e il faceto. Vi invidio, lo ammetto, ma sono anche contento perché so per certo che stai bene, e sei senza dubbio meno triste di noi in questo giorno, che ci ricorda che sono ben ventiquattro mesi che te ne sei andato.
Perché, Luciano mio, la tua anima è viva in me, ma è anche forte la mancanza del tuo corpo, con i tuoi occhi limpidi sopra la barba bianca e il sorriso malandrino. Mi fermo qui, altrimenti rischio di mettermi a piangere e di rovinare il nostro incontro. Ti lascio alle tue discussioni con gli altri amici di Lassù, a scherzare e divertirvi alla faccia nostra, ancora in lotta con questo maledetto virus che non sembra darci tregua. Ed è per questo che "salutandovi indistintamente" (come diceva Totò in una celebre lettera cinematografica) vi chiedo di buttarci un occhio ogni tanto, giusto per farci sentire la vostra presenza. Per noi è già tanto.
Statt' buono Lucia', a presto!
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